Di fronte al crescente dilagare di modi di fare progetto sempre più orientati alla composizione di pure immagini, immateriali e atopiche, questo libro intende riaffermare il principio che l'architettura, ancor prima di essere costruzione di un manufatto, è costruzione di un'idea dell'abitare che affonda le radici nella pratica del vivere quotidiano, si sviluppa all'interno delle scienze umane e si sostanzia dei saperi tecnici. Di un'idea che muove dai bisogni e prende forma e consistenza materica attraverso un ragionare continuo sulle connessioni possibili tra fini e mezzi. Questo ragionare sul possibile è la tecnologia dell'architettura, un procedere problematico, dubbioso, speculativo che muove dal desiderabile per approdare attraverso la cognizione della pratica costruttiva, al fattibile. Percorso obbligato per costruire il nuovo. Livio Vacchini ha fatto di questo percorso il segno distintivo del proprio modo di essere architetto. Nel suo fare architettura non esiste l'idea se non in relazione ad una sua costruibilità. I progetti della sua fase formativa (1969-92), i suoi dialoghi con l'Autore, qui riportati, vogliono essere testimonianza viva di un modo autentico d'intendere la tecnologia ed uno stimolo, in particolar modo rivolto ai più giovani, a riorientare la pratica del progetto nella direzione del mondo reale. Il libro trae origine dalla conferenza di Livio Vacchini organizzata dall’Autore nel ’94 presso la Facoltà di Architettura di Pescara, cui fecero seguito un incontro di qualche giorno presso il suo studio di Locarno in Svizzera ed una visita guidata da lui stesso delle opere più significative realizzate. L’idea di conoscere Vacchini nasce dall’esigenza di tradurre in immagini concrete per lo studente l’assunto programmatico del corso di Tecnologia dell’Architettura, del quale l’Autore era incaricato in quell’anno, quale disciplina che esplora le possibilità e le modalità di soddisfacimento delle esigenze abitative dell’uomo con l’obiettivo di conseguire attraverso il progetto la coerenza massima tra qualità d’uso, correttezza tecnologica e intenzionalità estetica. Il libro raccoglie i tre momenti più significativi dell’incontro: - un colloquio con Vacchini, su una serie di quesiti posti dal candidato mirati a porre in luce le connessioni tra la sua architettura e la tecnologia. Sono affrontati i concetti di “norma”, di “ordine”, i rapporti tra concretezza del costruire e astrattezza del rigore geometrico, il rapporto tra fini e mezzi, tra tradizione e innovazione, tra unicità e ripetitività dell’opera di architettura; - un “excursus” sulla ricerca progettuale di Vacchini attraverso le opere, corredato del commento diretto dello stesso, tratto dalla registrazione della conferenza; - una lezione con Vacchini su un’opera-manifesto della sua poetica (lo “studio di Locarno”), adeguatamente orientata dal candidato a farne un’autentica esperienza di progettazione in diretta con gli studenti. Complessivamente il libro intende comunicare con immediatezza e freschezza il grande respiro culturale che pervade l’intera fase formativa di Vacchini, profondamente radicata nella grande tradizione del progetto moderno da Le Corbusier, a Mies van der Rohe, a Louis Kahn.

Incontro con Livio Vacchini su tecnologie e cultura del progetto

FALASCA, Carmine
2007-01-01

Abstract

Di fronte al crescente dilagare di modi di fare progetto sempre più orientati alla composizione di pure immagini, immateriali e atopiche, questo libro intende riaffermare il principio che l'architettura, ancor prima di essere costruzione di un manufatto, è costruzione di un'idea dell'abitare che affonda le radici nella pratica del vivere quotidiano, si sviluppa all'interno delle scienze umane e si sostanzia dei saperi tecnici. Di un'idea che muove dai bisogni e prende forma e consistenza materica attraverso un ragionare continuo sulle connessioni possibili tra fini e mezzi. Questo ragionare sul possibile è la tecnologia dell'architettura, un procedere problematico, dubbioso, speculativo che muove dal desiderabile per approdare attraverso la cognizione della pratica costruttiva, al fattibile. Percorso obbligato per costruire il nuovo. Livio Vacchini ha fatto di questo percorso il segno distintivo del proprio modo di essere architetto. Nel suo fare architettura non esiste l'idea se non in relazione ad una sua costruibilità. I progetti della sua fase formativa (1969-92), i suoi dialoghi con l'Autore, qui riportati, vogliono essere testimonianza viva di un modo autentico d'intendere la tecnologia ed uno stimolo, in particolar modo rivolto ai più giovani, a riorientare la pratica del progetto nella direzione del mondo reale. Il libro trae origine dalla conferenza di Livio Vacchini organizzata dall’Autore nel ’94 presso la Facoltà di Architettura di Pescara, cui fecero seguito un incontro di qualche giorno presso il suo studio di Locarno in Svizzera ed una visita guidata da lui stesso delle opere più significative realizzate. L’idea di conoscere Vacchini nasce dall’esigenza di tradurre in immagini concrete per lo studente l’assunto programmatico del corso di Tecnologia dell’Architettura, del quale l’Autore era incaricato in quell’anno, quale disciplina che esplora le possibilità e le modalità di soddisfacimento delle esigenze abitative dell’uomo con l’obiettivo di conseguire attraverso il progetto la coerenza massima tra qualità d’uso, correttezza tecnologica e intenzionalità estetica. Il libro raccoglie i tre momenti più significativi dell’incontro: - un colloquio con Vacchini, su una serie di quesiti posti dal candidato mirati a porre in luce le connessioni tra la sua architettura e la tecnologia. Sono affrontati i concetti di “norma”, di “ordine”, i rapporti tra concretezza del costruire e astrattezza del rigore geometrico, il rapporto tra fini e mezzi, tra tradizione e innovazione, tra unicità e ripetitività dell’opera di architettura; - un “excursus” sulla ricerca progettuale di Vacchini attraverso le opere, corredato del commento diretto dello stesso, tratto dalla registrazione della conferenza; - una lezione con Vacchini su un’opera-manifesto della sua poetica (lo “studio di Locarno”), adeguatamente orientata dal candidato a farne un’autentica esperienza di progettazione in diretta con gli studenti. Complessivamente il libro intende comunicare con immediatezza e freschezza il grande respiro culturale che pervade l’intera fase formativa di Vacchini, profondamente radicata nella grande tradizione del progetto moderno da Le Corbusier, a Mies van der Rohe, a Louis Kahn.
2007
9788846492104
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/103466
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