Il Ponte sul fiume Gibe è ubicato a 185 km da Addis Abeba, lungo l’arteria di interesse nazionale che collega la capitale a Jima, capoluogo della ricca regione agricola del Sud-Ovest. La strada e le relative strutture furono costruite dagli italiani, negli anni ’30; l’attraversamento del fiume Gibe era garantito inizialmente da un ponte ad arco in muratura che, sabotato dagli Inglesi durante la seconda guerra mondiale, fu dagli stessi sostituito con una trave reticolare a via inferiore semplicemente poggiata sulle spalle del ponte preesistente. Nei primi anni ’80 l’attraversamento del Gibe venne spostato di alcune centinaia di metri a monte su di un allineamento più diretto che richiese la realizzazione di un nuovo ponte in cemento armato (Fig. 1) di 4 campate per una lunghezza complessiva di 120.5m. Tale struttura fu però gravemente danneggiata da una bomba durante la guerra civile che precedette la caduta della giunta militare provvisoria negli stessi anni ’80. A seguito del bombardamento, la sezione del ponte crollata è stata ricostituita permettendone nuovamente la transitabilità. I danni della bomba si sono però ripercossi anche sulle altre campate, come spiegato in maggior dettaglio nel seguito, e questi danni non sono stati riparati portando nel tempo ad un progressivo deterioramento dell’impalcato. Il ponte ha continuato quindi ad essere utilizzato, anche se, negli ultimi anni, è stata posta una limitazione al carico transitabile; per i mezzi pesanti si poteva comunque contare sulla trave reticolare posta a poche centinaia di metri più a valle. Sfortunatamente questa struttura è crollata nel 2006 (Fig. 2) quando un carico fuori sagoma ha impattato sui controventi superiori della trave reticolare instabilizzandone i correnti principali. Tutto il traffico è stato quindi spostato nuovamente sul ponte in c.a. con le medesime limitazioni di prima e carreggiata parzializzata. I mezzi articolati e i veicoli pesanti, diretti da Jima alla capitale e viceversa, sono stati costretti ad una lunghissima deviazione (150 km) via Nekempt, causando un grave danno per l’economia della regione e del paese. Stante la situazione insostenibile, la Road Authority Etiope (ERA) ha disposto la realizzazione di un nuovo attraversamento che è già in fase di costruzione qualche decina di metri a monte del ponte esistente. La messa in esercizio della nuova opera è prevista non prima di 2-3 anni. La situazione creatasi ha suggerito alla “Salini Costruttori S.p.A.”, di offrire alle autorità un intervento rapido di riabilitazione del ponte in c.a. esistente. Questa operazione, condotta completamente a spese della Salini, aveva per altro un interesse strategico anche per la stessa impresa che è attualmente impegnata in 4 grandi progetti idroelettrici nel paese, uno dei quali utilizza l’infrastruttura in oggetto per il trasporto di materiali ed attrezzature. Il progetto di riparazione come descritto nelle pagine seguenti è stato quindi definito e presentato alle autorità a seguito del sopralluogo condotto dall’Ing. Eugenio Zoppis (responsabile tecnico della filiale Etiope della Salini) e dal Prof. Marco Petrangeli, per conto della società di ingegneria INTEGRA. I lavori, completati nel giro di 3 mesi, hanno permesso di riaprire al traffico il ponte senza alcuna limitazione di carico. Il costo complessivo dell’intervento, è stato pari a circa 400.000 Euro.

Un caso estremo di rinforzo strutturale con precompressione esterna: il ponte sul Gibe in Etiopia

PETRANGELI, Marco;
2008-01-01

Abstract

Il Ponte sul fiume Gibe è ubicato a 185 km da Addis Abeba, lungo l’arteria di interesse nazionale che collega la capitale a Jima, capoluogo della ricca regione agricola del Sud-Ovest. La strada e le relative strutture furono costruite dagli italiani, negli anni ’30; l’attraversamento del fiume Gibe era garantito inizialmente da un ponte ad arco in muratura che, sabotato dagli Inglesi durante la seconda guerra mondiale, fu dagli stessi sostituito con una trave reticolare a via inferiore semplicemente poggiata sulle spalle del ponte preesistente. Nei primi anni ’80 l’attraversamento del Gibe venne spostato di alcune centinaia di metri a monte su di un allineamento più diretto che richiese la realizzazione di un nuovo ponte in cemento armato (Fig. 1) di 4 campate per una lunghezza complessiva di 120.5m. Tale struttura fu però gravemente danneggiata da una bomba durante la guerra civile che precedette la caduta della giunta militare provvisoria negli stessi anni ’80. A seguito del bombardamento, la sezione del ponte crollata è stata ricostituita permettendone nuovamente la transitabilità. I danni della bomba si sono però ripercossi anche sulle altre campate, come spiegato in maggior dettaglio nel seguito, e questi danni non sono stati riparati portando nel tempo ad un progressivo deterioramento dell’impalcato. Il ponte ha continuato quindi ad essere utilizzato, anche se, negli ultimi anni, è stata posta una limitazione al carico transitabile; per i mezzi pesanti si poteva comunque contare sulla trave reticolare posta a poche centinaia di metri più a valle. Sfortunatamente questa struttura è crollata nel 2006 (Fig. 2) quando un carico fuori sagoma ha impattato sui controventi superiori della trave reticolare instabilizzandone i correnti principali. Tutto il traffico è stato quindi spostato nuovamente sul ponte in c.a. con le medesime limitazioni di prima e carreggiata parzializzata. I mezzi articolati e i veicoli pesanti, diretti da Jima alla capitale e viceversa, sono stati costretti ad una lunghissima deviazione (150 km) via Nekempt, causando un grave danno per l’economia della regione e del paese. Stante la situazione insostenibile, la Road Authority Etiope (ERA) ha disposto la realizzazione di un nuovo attraversamento che è già in fase di costruzione qualche decina di metri a monte del ponte esistente. La messa in esercizio della nuova opera è prevista non prima di 2-3 anni. La situazione creatasi ha suggerito alla “Salini Costruttori S.p.A.”, di offrire alle autorità un intervento rapido di riabilitazione del ponte in c.a. esistente. Questa operazione, condotta completamente a spese della Salini, aveva per altro un interesse strategico anche per la stessa impresa che è attualmente impegnata in 4 grandi progetti idroelettrici nel paese, uno dei quali utilizza l’infrastruttura in oggetto per il trasporto di materiali ed attrezzature. Il progetto di riparazione come descritto nelle pagine seguenti è stato quindi definito e presentato alle autorità a seguito del sopralluogo condotto dall’Ing. Eugenio Zoppis (responsabile tecnico della filiale Etiope della Salini) e dal Prof. Marco Petrangeli, per conto della società di ingegneria INTEGRA. I lavori, completati nel giro di 3 mesi, hanno permesso di riaprire al traffico il ponte senza alcuna limitazione di carico. Il costo complessivo dell’intervento, è stato pari a circa 400.000 Euro.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/109047
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