Nella lirica "La poesia" che apre i "Canti di Castelvecchio" Giovanni Pascoli mette in atto una strategia intertestuale particolarmente complessa in relazione alla metafora leopardiana per eccellenza: la luna. Evocata ai vv. 22-23 come metafora di secondo grado (apposizione metaforica della lampada, a sua volta metafora della poesia), essa esplica tutto il suo potenziale analogico e strutturante soltanto se se ne coglie la stretta parentela con la luna che cade del frammento leopardiano "Odi, Melisso". Si capisce in tal modo anche il valore metatestuale dell'immagine metaforica e la reale portata della riflessione pascoliana sulla tecnica compositiva di Leopardi, ben al di là delle annotazioni critiche espresse nei saggi accademici.
Intertestualità lunari: La poesia di Giovanni Pascoli
DEL GATTO, ANTONELLA
2003-01-01
Abstract
Nella lirica "La poesia" che apre i "Canti di Castelvecchio" Giovanni Pascoli mette in atto una strategia intertestuale particolarmente complessa in relazione alla metafora leopardiana per eccellenza: la luna. Evocata ai vv. 22-23 come metafora di secondo grado (apposizione metaforica della lampada, a sua volta metafora della poesia), essa esplica tutto il suo potenziale analogico e strutturante soltanto se se ne coglie la stretta parentela con la luna che cade del frammento leopardiano "Odi, Melisso". Si capisce in tal modo anche il valore metatestuale dell'immagine metaforica e la reale portata della riflessione pascoliana sulla tecnica compositiva di Leopardi, ben al di là delle annotazioni critiche espresse nei saggi accademici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.