L'articolo prende in esame alcune opere - non più esistenti ma documentabili con incisioni o vecchie fotografie - in cui si può riconoscere l'apporto dell'architetto siciliano che operò a Messina dalla fine del 1589 ai primi anni del Seicento. L'attività di Del Duca in qualità di architetto del Senato di Messina è a tutt'oggi poco nota e il suo nome rimane ancora legato solo a pochi interventi in cui già da molti anni è stata riconosciuta e documentata la sua presenza. Nella "Premessa" si sono elencati studi recenti che hanno cercato di ampliare le scarse conoscenze sull'operato di Del Duca in quegli anni, studi che però sono da considerare ancora insufficienti per arrivare ad una definizione dell'apporto di Del Duca allo sviluppo della città alla fine del Cinquecento e alcuni di questi sono dedicati più alla ricerca di sue architetture nella provincia, che alle opere del centro urbano. Il saggio propone l'attribuzione all'architetto siciliano di più opere la cui analisi critica - suffragata da alcuni dati storici - è stata incentrata sul confronto con le architetture romane e messinesi di Del Duca e su alcuni riferimenti a progetti di Michelangelo, l'artista riconosciuto come l'ispiratore di Del Duca scultore e architetto. Le Porte di città laterali al palazzo Senatorio "alla Marina" - opera, quest'ultima, già nota per essere stata eseguita su progetto di Giacomo - si connettono con il palazzo stesso, creando un complesso che rimarrà come elemento distintivo nel lungo e ripetitivo prospetto della seicentesca Palazzata, opera del Gullì; soprattutto nelle incisioni che riproducono lo stato della Palazzata dopo il terremoto del 1783 si nota la diversità tra il complesso senatorio e le altre architetture che compongono il lungo prospetto, a denotare la volontà di committenti e progettista di voler mantenere inalterato il significativo intervento tardo-cinquecentesco. Le due Porte, dette "della Dogana Vecchia" e "delli Marturiati", sono state studiate da Laura Marcucci che ha anche illustrato l'attribuzione a Del Duca del portale d'ingresso al palazzo della Zecca, un antico edificio di Messina situato vicino all'incrocio tra i due nuovi assi urbani progettati nel tardo-Cinquecento - la via Austria e la via Cardines - e che quindi va visto in connessione con il rinnovamento urbano della città successivo al 1571, anno della vittoria contro i turchi nella battaglia di Lepanto. Opera di Gabriella Tozzi è lo studio dell'"arco ottangolare" - noto da un'incisione del Gotho - eseguito, con altre opere provvisorie, in occasione dei festeggiamenti per il ritrovamento dei corpi dei martiri fondatori della chiesa di S. Giovanni di Malta, la cui tribuna fu eseguita da Del Duca proprio in relazione a tale evento. Il padiglione provvisorio, di forma ottagonale, venne costruito vicino alla chiesa e vi si possono rintracciare numerose caratteristiche compositive e stilistiche ricorrenti nell'opera di Del Duca; sulla base di questa attribuzione, è stato possibile riconoscere un intervento dell'architetto anche nel progetto per il reliquiario argenteo realizzato per contenere i resti dei martiri, un'ulteriore opera in cui il confronto con suoi precedenti lavori ne attesta la paternità artistica. Il saggio è corredato da grafici ricostruttivi delle opere trattate, desunte dalle incisioni raffiguranti le due Porte annesse al palazzo Senatorio, da quella dell'"arco ottangolare" - di cui il Gotho riferisce le principali misure - e da foto precedenti il terremoto del 1908, per il portale del palazzo della Zecca.

Su Giacomo Del Duca, architetto del Senato di Messina

MARCUCCI, Laura
1993-01-01

Abstract

L'articolo prende in esame alcune opere - non più esistenti ma documentabili con incisioni o vecchie fotografie - in cui si può riconoscere l'apporto dell'architetto siciliano che operò a Messina dalla fine del 1589 ai primi anni del Seicento. L'attività di Del Duca in qualità di architetto del Senato di Messina è a tutt'oggi poco nota e il suo nome rimane ancora legato solo a pochi interventi in cui già da molti anni è stata riconosciuta e documentata la sua presenza. Nella "Premessa" si sono elencati studi recenti che hanno cercato di ampliare le scarse conoscenze sull'operato di Del Duca in quegli anni, studi che però sono da considerare ancora insufficienti per arrivare ad una definizione dell'apporto di Del Duca allo sviluppo della città alla fine del Cinquecento e alcuni di questi sono dedicati più alla ricerca di sue architetture nella provincia, che alle opere del centro urbano. Il saggio propone l'attribuzione all'architetto siciliano di più opere la cui analisi critica - suffragata da alcuni dati storici - è stata incentrata sul confronto con le architetture romane e messinesi di Del Duca e su alcuni riferimenti a progetti di Michelangelo, l'artista riconosciuto come l'ispiratore di Del Duca scultore e architetto. Le Porte di città laterali al palazzo Senatorio "alla Marina" - opera, quest'ultima, già nota per essere stata eseguita su progetto di Giacomo - si connettono con il palazzo stesso, creando un complesso che rimarrà come elemento distintivo nel lungo e ripetitivo prospetto della seicentesca Palazzata, opera del Gullì; soprattutto nelle incisioni che riproducono lo stato della Palazzata dopo il terremoto del 1783 si nota la diversità tra il complesso senatorio e le altre architetture che compongono il lungo prospetto, a denotare la volontà di committenti e progettista di voler mantenere inalterato il significativo intervento tardo-cinquecentesco. Le due Porte, dette "della Dogana Vecchia" e "delli Marturiati", sono state studiate da Laura Marcucci che ha anche illustrato l'attribuzione a Del Duca del portale d'ingresso al palazzo della Zecca, un antico edificio di Messina situato vicino all'incrocio tra i due nuovi assi urbani progettati nel tardo-Cinquecento - la via Austria e la via Cardines - e che quindi va visto in connessione con il rinnovamento urbano della città successivo al 1571, anno della vittoria contro i turchi nella battaglia di Lepanto. Opera di Gabriella Tozzi è lo studio dell'"arco ottangolare" - noto da un'incisione del Gotho - eseguito, con altre opere provvisorie, in occasione dei festeggiamenti per il ritrovamento dei corpi dei martiri fondatori della chiesa di S. Giovanni di Malta, la cui tribuna fu eseguita da Del Duca proprio in relazione a tale evento. Il padiglione provvisorio, di forma ottagonale, venne costruito vicino alla chiesa e vi si possono rintracciare numerose caratteristiche compositive e stilistiche ricorrenti nell'opera di Del Duca; sulla base di questa attribuzione, è stato possibile riconoscere un intervento dell'architetto anche nel progetto per il reliquiario argenteo realizzato per contenere i resti dei martiri, un'ulteriore opera in cui il confronto con suoi precedenti lavori ne attesta la paternità artistica. Il saggio è corredato da grafici ricostruttivi delle opere trattate, desunte dalle incisioni raffiguranti le due Porte annesse al palazzo Senatorio, da quella dell'"arco ottangolare" - di cui il Gotho riferisce le principali misure - e da foto precedenti il terremoto del 1908, per il portale del palazzo della Zecca.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/112343
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