I temi relativi al trasformismo, al processo di industrializzazione, all'evoluzione delle classi, al rinnovarsi dei gruppi sociali come detentori del potere hanno accompagnato il quadro di riferimento della storia italiana tra otto e novecento, oggetto di sempre attuale dibattito storiografico. E' possibile interpretare questi problemi di storia nazionale anche attraverso l'attività e l'opera di uomini, di personalità di rilievo politico non primario, ma che pure sono il substrato essenziale e la base affinché una certa politica al centro del potere si possa realizzare. Queste personalità infatti consentono di rileggere le caratteristiche della politica, le difficoltà, le modalità di consenso, le continuità e le rotture nel panorama politico generale. Su questo interscambio poggia e si articola il percorso su un personaggio che nel suo operare esprime le coordinate del suo tempo e si fa presente sia nella politica locale che, per il sostegno che garantisce al suo gruppo di riferimento, nella politica alta. Gerardo Berenga, perciò, è una figura che bene interpreta un periodo di alcuni decenni della storia d'Italia (1880-1925) caratterizzato dall'ingresso nella politica di "notabili" territoriali interpreti emergenti della borghesia che, nel decadere della nobiltà quale forza di governo, implacabilmente, nel tempo la sostituì e subentrò ad essa nella cosa pubblica e nel governo sia in periferia che al centro. Questa classe nel suo emergere e nel suo divenire ebbe anche, e sopratutto, il ruolo e la responsabilità di garantire consenso e voti ai gruppi appartenenti alle aree liberali, pur nello sfondo, mai scomparso, del trasformismo marchio ed impronta dell'Italia. Berenga vive ed interpreta questo status politico nella periferia che riflette significativamente al centro, nel Parlamento, e lo vive sopratutto nel suo nascere, nel suo evolvere fino al concludersi dello stesso con il definitivo avvento del fascismo.

Gerardo Berenga. Un notabile meridionale nell’Italia Liberale

DELLA PENNA, Carmelita
2006-01-01

Abstract

I temi relativi al trasformismo, al processo di industrializzazione, all'evoluzione delle classi, al rinnovarsi dei gruppi sociali come detentori del potere hanno accompagnato il quadro di riferimento della storia italiana tra otto e novecento, oggetto di sempre attuale dibattito storiografico. E' possibile interpretare questi problemi di storia nazionale anche attraverso l'attività e l'opera di uomini, di personalità di rilievo politico non primario, ma che pure sono il substrato essenziale e la base affinché una certa politica al centro del potere si possa realizzare. Queste personalità infatti consentono di rileggere le caratteristiche della politica, le difficoltà, le modalità di consenso, le continuità e le rotture nel panorama politico generale. Su questo interscambio poggia e si articola il percorso su un personaggio che nel suo operare esprime le coordinate del suo tempo e si fa presente sia nella politica locale che, per il sostegno che garantisce al suo gruppo di riferimento, nella politica alta. Gerardo Berenga, perciò, è una figura che bene interpreta un periodo di alcuni decenni della storia d'Italia (1880-1925) caratterizzato dall'ingresso nella politica di "notabili" territoriali interpreti emergenti della borghesia che, nel decadere della nobiltà quale forza di governo, implacabilmente, nel tempo la sostituì e subentrò ad essa nella cosa pubblica e nel governo sia in periferia che al centro. Questa classe nel suo emergere e nel suo divenire ebbe anche, e sopratutto, il ruolo e la responsabilità di garantire consenso e voti ai gruppi appartenenti alle aree liberali, pur nello sfondo, mai scomparso, del trasformismo marchio ed impronta dell'Italia. Berenga vive ed interpreta questo status politico nella periferia che riflette significativamente al centro, nel Parlamento, e lo vive sopratutto nel suo nascere, nel suo evolvere fino al concludersi dello stesso con il definitivo avvento del fascismo.
2006
9788880866879
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