E’ possibile un Marx ‘diverso’? Un Marx non filosofo della storia, nel senso deteriore del termine, non monista, non convinto della necessità di ridurre la storia al solo fattore economico e realmente avveduto riguardo ai fondamenti epistemici dei normali “procedimenti di analisi scientifica” necessari nelle indagini della sociologia economica? Sulla base di precise convinzioni epistemologiche essenzialmente ‘neokantiane’ elaborate fra il 1893 e il 1895, il Croce del 1896-’97 dà una risposta positiva a questa domanda ed afferma che il ‘Marx reale’ (il rivoluzionario che non ha avuto il tempo di occuparsi a fondo di questioni di critica teorica) non è tanto lontano da un tale ‘Marx possibile’. Quest’ultimo rappresenta, per il giovane Croce, ciò che si può scorgere indagando l’ “intimo pensiero” del ‘Marx reale’. E’ muovendo da queste certezze che il giovane Croce elabora le celebri tesi sul ‘canone’ e sul ‘paragone ellittico’. Ma la storia del Novecento ha spazzato via rapidamente il ‘Marx possibile’ del giovane Croce. Il movimento operaio internazionale, al quale Benedetto Croce, dalle pagine del Devenir Social (la rivista ‘ufficiale’ del marxismo francese diretta da G. Sorel e P. Lafargue), aveva pur fatto conoscere le proprie tesi, si è orientato presto verso una direzione diversa, ha discusso a lungo temi di ‘filosofia della storia’ come la teoria del “crollo”, si è affrettato a bollare come ‘revisionistici’ i temi cari al giovane Croce e ha finito col proclamar vero solo un socialismo radicalmente ortodosso e ‘reale’. Contemporaneamente, d’altronde, anche la storia filosofica del pensiero crociano ha spazzato via presto l’orizzonte concettuale ‘neokantiano’ dal quale erano nate le prime riflessioni teoriche di Croce sul marxismo e queste ultime son divenute, agli occhi del ‘Croce neohegeliano’, soltanto un ‘precedente’ della teoria dell’utile. Oggi in un clima culturale che si è lasciato dietro le spalle le rigidità delle ortodossie dell’idealismo e del ‘materialismo reale’, in un contesto storiografico che ha saputo rivalutare il ruolo storico di quel complesso fenomeno ottocentesco che va sotto il nome di ‘ritorno a Kant’, pare possibile tornare a leggere il ‘Marx possibile’ del giovane Croce, cercando di ascoltare serenamente ciò che le scrupolose ed originali indagini crociane del 1896-’97 hanno ancora da dirci su delicatissimi temi sempre attuali come ‘scientificità’, ‘lavoro’ e ‘valore’

“Marx possibile”. Benedetto Croce teorico marxista 1896-1897

TUOZZOLO, CLAUDIO
2008-01-01

Abstract

E’ possibile un Marx ‘diverso’? Un Marx non filosofo della storia, nel senso deteriore del termine, non monista, non convinto della necessità di ridurre la storia al solo fattore economico e realmente avveduto riguardo ai fondamenti epistemici dei normali “procedimenti di analisi scientifica” necessari nelle indagini della sociologia economica? Sulla base di precise convinzioni epistemologiche essenzialmente ‘neokantiane’ elaborate fra il 1893 e il 1895, il Croce del 1896-’97 dà una risposta positiva a questa domanda ed afferma che il ‘Marx reale’ (il rivoluzionario che non ha avuto il tempo di occuparsi a fondo di questioni di critica teorica) non è tanto lontano da un tale ‘Marx possibile’. Quest’ultimo rappresenta, per il giovane Croce, ciò che si può scorgere indagando l’ “intimo pensiero” del ‘Marx reale’. E’ muovendo da queste certezze che il giovane Croce elabora le celebri tesi sul ‘canone’ e sul ‘paragone ellittico’. Ma la storia del Novecento ha spazzato via rapidamente il ‘Marx possibile’ del giovane Croce. Il movimento operaio internazionale, al quale Benedetto Croce, dalle pagine del Devenir Social (la rivista ‘ufficiale’ del marxismo francese diretta da G. Sorel e P. Lafargue), aveva pur fatto conoscere le proprie tesi, si è orientato presto verso una direzione diversa, ha discusso a lungo temi di ‘filosofia della storia’ come la teoria del “crollo”, si è affrettato a bollare come ‘revisionistici’ i temi cari al giovane Croce e ha finito col proclamar vero solo un socialismo radicalmente ortodosso e ‘reale’. Contemporaneamente, d’altronde, anche la storia filosofica del pensiero crociano ha spazzato via presto l’orizzonte concettuale ‘neokantiano’ dal quale erano nate le prime riflessioni teoriche di Croce sul marxismo e queste ultime son divenute, agli occhi del ‘Croce neohegeliano’, soltanto un ‘precedente’ della teoria dell’utile. Oggi in un clima culturale che si è lasciato dietro le spalle le rigidità delle ortodossie dell’idealismo e del ‘materialismo reale’, in un contesto storiografico che ha saputo rivalutare il ruolo storico di quel complesso fenomeno ottocentesco che va sotto il nome di ‘ritorno a Kant’, pare possibile tornare a leggere il ‘Marx possibile’ del giovane Croce, cercando di ascoltare serenamente ciò che le scrupolose ed originali indagini crociane del 1896-’97 hanno ancora da dirci su delicatissimi temi sempre attuali come ‘scientificità’, ‘lavoro’ e ‘valore’
2008
9788846495976
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/130805
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