La disciplina in materia di società controllate residenti all'estero (c.d. controlled foreign companies) ha subito una serie di limitate, ma rilevanti, modifiche ad opera del D.Lgs 12 dicembre 2003, n. 344, recante la nuova imposta sul reddito delle società. Tali modifiche si inseriscono all’interno di una normativa definita “cruciale” nel quadro delle misure specifiche finalizzate a prevenire pratiche elusive per i soggetti che operano a livello internazionale. La legge n. 342/2000, che ha introdotto la disciplina, ha infatti indubbiamente avuto, per contenuto ed ambito di applicazione, un impatto sistematico di rilievo nell’ordinamento tributario , facendo emergere profili di interesse, anche dogmati-co, quali ad esempio il problema del grado minimo di connessione che il principio di capacità contributiva impone alla correlazione tra reddito e soggetto passivo , o il superamento della persona giuridica come autonomo centro di imputazione della ricchezza . La scelta di regolamentare la facoltà delle imprese, che operano a livello interna-zionale, di utilizzare norme fiscalmente più favorevoli previste in determinati ordinamenti stranieri, ha avuto come finalità il tentativo di arginare le sempre più frequenti pratiche di aggiramento degli obblighi di imposta realizzate a detrimento dell'interesse fiscale dell'ordinamento nazionale. In questo contesto, ove si registra una sempre maggior rilevanza delle tecniche di pianificazione fiscale, si comprende la crescente importanza che vanno assumendo le disposizioni normative tese a combattere tali fenomeni attraverso previsioni generali, o misure specifiche, che ostano alla deviazione di flussi reddituali interni tramite società domiciliate in Paesi a bassa fiscalità. D'altro canto vi è da rilevare che, se da un lato gli ordinamenti tendono a valutare la pericolosità fiscale derivante dalle operazioni infragruppo attraverso la mobilità dei flussi reddituali, dall'altro sempre più spesso cercano di strutturare i propri si-stemi tributari in una prospettiva di incentivazione e di agevolazione, nel tentativo di attrarre investimenti.

C.F.C. Legislation e competizione fiscale. L’impatto della riforma IRES

CALIFANO, CHRISTIAN
2005-01-01

Abstract

La disciplina in materia di società controllate residenti all'estero (c.d. controlled foreign companies) ha subito una serie di limitate, ma rilevanti, modifiche ad opera del D.Lgs 12 dicembre 2003, n. 344, recante la nuova imposta sul reddito delle società. Tali modifiche si inseriscono all’interno di una normativa definita “cruciale” nel quadro delle misure specifiche finalizzate a prevenire pratiche elusive per i soggetti che operano a livello internazionale. La legge n. 342/2000, che ha introdotto la disciplina, ha infatti indubbiamente avuto, per contenuto ed ambito di applicazione, un impatto sistematico di rilievo nell’ordinamento tributario , facendo emergere profili di interesse, anche dogmati-co, quali ad esempio il problema del grado minimo di connessione che il principio di capacità contributiva impone alla correlazione tra reddito e soggetto passivo , o il superamento della persona giuridica come autonomo centro di imputazione della ricchezza . La scelta di regolamentare la facoltà delle imprese, che operano a livello interna-zionale, di utilizzare norme fiscalmente più favorevoli previste in determinati ordinamenti stranieri, ha avuto come finalità il tentativo di arginare le sempre più frequenti pratiche di aggiramento degli obblighi di imposta realizzate a detrimento dell'interesse fiscale dell'ordinamento nazionale. In questo contesto, ove si registra una sempre maggior rilevanza delle tecniche di pianificazione fiscale, si comprende la crescente importanza che vanno assumendo le disposizioni normative tese a combattere tali fenomeni attraverso previsioni generali, o misure specifiche, che ostano alla deviazione di flussi reddituali interni tramite società domiciliate in Paesi a bassa fiscalità. D'altro canto vi è da rilevare che, se da un lato gli ordinamenti tendono a valutare la pericolosità fiscale derivante dalle operazioni infragruppo attraverso la mobilità dei flussi reddituali, dall'altro sempre più spesso cercano di strutturare i propri si-stemi tributari in una prospettiva di incentivazione e di agevolazione, nel tentativo di attrarre investimenti.
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