A distanza di un anno dal terremoto che ha colpito l’Abruzzo l’autore fa un bilancio scientifico sul processo di ricostruzione, valutandone analiticamente luci ed ombre. Subito dopo il sisma circa 67.500 persone che hanno perduto la casa sono assistite dalla Protezione civile nei campi di accoglienza, negli alberghi della costa, o in altre situazioni abitative di fortuna. Nel corso dell’estate 2009 si aprono i cantieri del Piano C.A.S.E. e del Piano M.A.P, che con tempi rapidissimi offrono una soluzione abitativa agli sfollati, ma dopo un anno a L’Aquila ci sono circa 2.500 persone che vivono negli alberghi, più di 600 negli appartamenti della scuola della Guardia di Finanza e quasi 200 nella caserma Campomizzi. E soprattutto non è neppure cominciata la ricostruzione pesante del centro storico de L’Aquila e degli altri centri storici colpiti dal sisma. Se una risposta efficace per la fase dell’emergenza c’è stata, non si può dire altrettanto per quanto riguarda la fase delicata della ricostruzione e del rilancio delle economie locali messe in ginocchio dal sisma.

Un primo bilancio della ricostruzione in Abruzzo

FUSERO, Paolo
2010-01-01

Abstract

A distanza di un anno dal terremoto che ha colpito l’Abruzzo l’autore fa un bilancio scientifico sul processo di ricostruzione, valutandone analiticamente luci ed ombre. Subito dopo il sisma circa 67.500 persone che hanno perduto la casa sono assistite dalla Protezione civile nei campi di accoglienza, negli alberghi della costa, o in altre situazioni abitative di fortuna. Nel corso dell’estate 2009 si aprono i cantieri del Piano C.A.S.E. e del Piano M.A.P, che con tempi rapidissimi offrono una soluzione abitativa agli sfollati, ma dopo un anno a L’Aquila ci sono circa 2.500 persone che vivono negli alberghi, più di 600 negli appartamenti della scuola della Guardia di Finanza e quasi 200 nella caserma Campomizzi. E soprattutto non è neppure cominciata la ricostruzione pesante del centro storico de L’Aquila e degli altri centri storici colpiti dal sisma. Se una risposta efficace per la fase dell’emergenza c’è stata, non si può dire altrettanto per quanto riguarda la fase delicata della ricostruzione e del rilancio delle economie locali messe in ginocchio dal sisma.
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