A qualche decennio dalla nascita di Internet e del Web, storici della tecnologia, antropologi, sociologi e teorici dei mezzi di comunicazione di massa hanno fornito contributi essenziali all’intelligenza del fenomeno e alla riscoperta dei suoi presupposti culturali. In questo variegato approccio “umanistico” manca ancora una sintesi specificamente filosofica. Nonostante una tradizione millenaria di riflessioni pionieristiche sulla tecnica (da Platone a Heidegger), il discorso contemporaneo ha infatti spesso ricondotto il fenomeno a un generico mutamento epocale, delegando la sua descrizione a un repertorio di narrazioni su dispositivi e pratiche esemplari, dall’iPad al social networking. Questo volume offre un contributo radicalmente fenomenologico, isolando alcune categorie generali e indicandone l’orizzonte unitario in una più ampia nozione di Rete, irriducibile agli aspetti applicativi e infrastrutturali anche più spettacolari. La sua proposta consiste nell’evidenziare la triplice articolazione della Rete come forma di mondo, comunità e linguaggio, aldilà del riduzionismo di metafore che ci invitano a percepirla, di volta in volta, come collezione di luoghi virtuali (“posta”, “piazza”, “mercato”, “biblioteca”, “archivio”, ecc.) o in base a vecchie dinamiche mass-mediali. Muovendo dalla fenomenologia della tecnica di Heidegger e da alcune sue reinterpretazioni contemporanee, l’analisi chiama in causa quegli autori – tra cui Lévy, Castells, Rheingold, Landow, Bolter, de Kerckhove – che con più passione (e competenza) hanno osservato l’avvento della Rete e ne hanno fornito rilevanti categorie descrittive, che il libro non manca di mettere alla prova mediante opportune esemplificazioni di carattere storico.

Raccogliere il mondo. Per una fenomenologia della Rete

ARDOVINO, Adriano
2011-01-01

Abstract

A qualche decennio dalla nascita di Internet e del Web, storici della tecnologia, antropologi, sociologi e teorici dei mezzi di comunicazione di massa hanno fornito contributi essenziali all’intelligenza del fenomeno e alla riscoperta dei suoi presupposti culturali. In questo variegato approccio “umanistico” manca ancora una sintesi specificamente filosofica. Nonostante una tradizione millenaria di riflessioni pionieristiche sulla tecnica (da Platone a Heidegger), il discorso contemporaneo ha infatti spesso ricondotto il fenomeno a un generico mutamento epocale, delegando la sua descrizione a un repertorio di narrazioni su dispositivi e pratiche esemplari, dall’iPad al social networking. Questo volume offre un contributo radicalmente fenomenologico, isolando alcune categorie generali e indicandone l’orizzonte unitario in una più ampia nozione di Rete, irriducibile agli aspetti applicativi e infrastrutturali anche più spettacolari. La sua proposta consiste nell’evidenziare la triplice articolazione della Rete come forma di mondo, comunità e linguaggio, aldilà del riduzionismo di metafore che ci invitano a percepirla, di volta in volta, come collezione di luoghi virtuali (“posta”, “piazza”, “mercato”, “biblioteca”, “archivio”, ecc.) o in base a vecchie dinamiche mass-mediali. Muovendo dalla fenomenologia della tecnica di Heidegger e da alcune sue reinterpretazioni contemporanee, l’analisi chiama in causa quegli autori – tra cui Lévy, Castells, Rheingold, Landow, Bolter, de Kerckhove – che con più passione (e competenza) hanno osservato l’avvento della Rete e ne hanno fornito rilevanti categorie descrittive, che il libro non manca di mettere alla prova mediante opportune esemplificazioni di carattere storico.
2011
Biblioteca di testi e studi - Filosofia
9788843063123
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