Secondo Wilhelm Weischedel (1905-1975), allievo di Bultmann e di Heidegger a Marburgo, deciso avversario del nazismo, professore nel secondo dopoguerra prima a Tubinga e poi a Berlino, pensatore noto non solo per un celebre e discusso progetto di <teologia filosofica> per il presente (Il Dio dei filosofi, 1971-72), ma anche per il suo attivo impegno di divulgatore (La filosofia dalla scala di servizio, 1966, 1973) il filosofo che voglia cercare di fondare razionalmente delle norme concrete per l’agire del singolo, ma non voglia rifarsi a sistemi o metafisiche del passato, deve farsi lucidamente carico delle contraddizioni del suo tempo. Il risultato non potrà essere se non un’<etica scettica>, un’etica cioè che, pur indicando dei modelli di comportamento etico, tenga fermo all’esperienza della fondamentale problematicità del reale e all’idea del filosofare come interrogare radicale alla ricerca della verità. In Etica scettica (1976) Weischedel, dopo aver sottoposto ad un’analisi critica le principali etiche filosofiche <metafisiche> (Kant, Fichte, Hegel, Scheler, Hartmann, Jaspers) e <non metafisiche> (Nietzsche, marxismo, Gehlen, Kamlah, Schulz, filosofia analitica), delinea dettagliatamente una <sorta di sistema etico> fondato sugli atteggiamenti dell’<apertura>, del <distacco> e della <responsabilità>. Sono questi tre atteggiamenti di fondo infatti i pilastri dell’<etica scettica> cercata un’etica che, basandosi su due realtà fragili e contraddittorie come la libertà e la coscienza morale, non può possedere certo un carattere assoluto e vincolante, ma che, nella sua interna e ricca articolazione, riflette il modo di atteggiarsi nella situazione concreta del pensatore genuinamente e sinceramente problematico.

Etica Scettica, a cura di R. Garaventa

GARAVENTA, Roberto
1998-01-01

Abstract

Secondo Wilhelm Weischedel (1905-1975), allievo di Bultmann e di Heidegger a Marburgo, deciso avversario del nazismo, professore nel secondo dopoguerra prima a Tubinga e poi a Berlino, pensatore noto non solo per un celebre e discusso progetto di per il presente (Il Dio dei filosofi, 1971-72), ma anche per il suo attivo impegno di divulgatore (La filosofia dalla scala di servizio, 1966, 1973) il filosofo che voglia cercare di fondare razionalmente delle norme concrete per l’agire del singolo, ma non voglia rifarsi a sistemi o metafisiche del passato, deve farsi lucidamente carico delle contraddizioni del suo tempo. Il risultato non potrà essere se non un’, un’etica cioè che, pur indicando dei modelli di comportamento etico, tenga fermo all’esperienza della fondamentale problematicità del reale e all’idea del filosofare come interrogare radicale alla ricerca della verità. In Etica scettica (1976) Weischedel, dopo aver sottoposto ad un’analisi critica le principali etiche filosofiche (Kant, Fichte, Hegel, Scheler, Hartmann, Jaspers) e (Nietzsche, marxismo, Gehlen, Kamlah, Schulz, filosofia analitica), delinea dettagliatamente una fondato sugli atteggiamenti dell’, del e della . Sono questi tre atteggiamenti di fondo infatti i pilastri dell’ cercata un’etica che, basandosi su due realtà fragili e contraddittorie come la libertà e la coscienza morale, non può possedere certo un carattere assoluto e vincolante, ma che, nella sua interna e ricca articolazione, riflette il modo di atteggiarsi nella situazione concreta del pensatore genuinamente e sinceramente problematico.
1998
8870183653
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/265022
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact