Spazi esotici, spazi coloniali

Vengono qui analizzati i luoghi e gli spazi che compaiono nei testi di alcuni scrittori europei che, nel periodo tra le due guerre, hanno narrato l'Africa subsahariana: Attilio Gatti, Riccardo Bacchelli, Evelyn Waugh. Attraverso le descrizioni del paesaggio - secondo i moduli tipici del discorso esotico - emerge una visione dell'Africa come soglia tra il conosciuto e lo sconosciuto, spazio dell'Avventura e dell'incontro con l'Altrove. Tuttavia, progressivamente, con il diffondersi delle dottrine letterarie coloniali tendenti a valorizzare un nuovo tipo di letteratura avente per oggetto e non solo per sfondo i territori d’oltremare, l’esotismo tende a trasformarsi, assimilando concetti e procedimenti narrativi improntati ad una visione nazionalistica, imperialista che legittima il progetto politico, economico e militare degli stati europei: l'Africa diventa la nuova frontiera da conquistare, da trasformare, da controllare.