La mutata sensibilità nei confronti del patrimonio storico emerge con forza nelle esperienze di alcuni protagonisti della cultura architettonica contemporanea. Tra questi un ruolo di primo piano va riconosciuto a José Ignacio Linazasoro, esaltato da un percorso professionale autonomo e indipendente, simile per molti versi a quello di Emanuele Fidone e Bruno Messina, Peter Zumthor e Antonio Jiménez Torrecillas. Al di là dei singoli risultati, il denominatore comune di molte opere e progettisti è il distacco dalle ideologie e dalle pratiche istituzionali del restauro, e il disinteresse, spesso esibito, per le questioni di "metodo" nel confronto con la preesistenza. José Ignacio Linazasoro è un progettista che opera prevalentemente su architetture residuali: ruderi, rovine, palinsesti, testi lacunosi, che necessitano dell'intervento moderno per poter riconquistare un significato, non solo funzionale. Le azioni che propone non hanno pertanto finalità didattiche, ma sono dirette innanzitutto alla ricerca di un nuovo equilibrio, con il minimo dei mezzi materiali e formali e nel rispetto della stratificazioni. L’intervento alla Escuelas Pías de San Fernando a Madrid è esemplare in tal senso. Il presente contributo intende partire dall’apporto di Linanzasoro al dibattito sul destino dell’esistente in ambito europeo, per chiarire il progressivo allontanamento del restauro dalla necessità di risarcire la “perdita” e parafrasare il testo antico, e la conquista di un nuovo approccio, mirante a rinnovare i propri metodi non per spiegare il passato e correggerne il palinsesto, ma per storicizzare il proprio punto di vista e raffinare le proprie capacità di ascolto.

Questioni di metodo nel confronto con la preesistenza: il contributo di José Ignacio Linazasoro

Verazzo, Clara
2015-01-01

Abstract

La mutata sensibilità nei confronti del patrimonio storico emerge con forza nelle esperienze di alcuni protagonisti della cultura architettonica contemporanea. Tra questi un ruolo di primo piano va riconosciuto a José Ignacio Linazasoro, esaltato da un percorso professionale autonomo e indipendente, simile per molti versi a quello di Emanuele Fidone e Bruno Messina, Peter Zumthor e Antonio Jiménez Torrecillas. Al di là dei singoli risultati, il denominatore comune di molte opere e progettisti è il distacco dalle ideologie e dalle pratiche istituzionali del restauro, e il disinteresse, spesso esibito, per le questioni di "metodo" nel confronto con la preesistenza. José Ignacio Linazasoro è un progettista che opera prevalentemente su architetture residuali: ruderi, rovine, palinsesti, testi lacunosi, che necessitano dell'intervento moderno per poter riconquistare un significato, non solo funzionale. Le azioni che propone non hanno pertanto finalità didattiche, ma sono dirette innanzitutto alla ricerca di un nuovo equilibrio, con il minimo dei mezzi materiali e formali e nel rispetto della stratificazioni. L’intervento alla Escuelas Pías de San Fernando a Madrid è esemplare in tal senso. Il presente contributo intende partire dall’apporto di Linanzasoro al dibattito sul destino dell’esistente in ambito europeo, per chiarire il progressivo allontanamento del restauro dalla necessità di risarcire la “perdita” e parafrasare il testo antico, e la conquista di un nuovo approccio, mirante a rinnovare i propri metodi non per spiegare il passato e correggerne il palinsesto, ma per storicizzare il proprio punto di vista e raffinare le proprie capacità di ascolto.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
2015_Palladio 56.pdf

accesso aperto

Descrizione: Copertina, indice contributi, articolo Verazzo
Tipologia: PDF editoriale
Dimensione 9.75 MB
Formato Adobe PDF
9.75 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/682039
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact