Prende in esame due epigrafi romane, entrambe comprese negli Epigrammata antiquae Urbis, stampati da Iacopo Mazzocchi nel 1521 e che finora erano state attribuite alla collezione antiquaria di Alberto III Pio da Carpi. L'autrice, mediante una rilettura delle testimonianze su cui sono state basate le due identificazioni, giunge ad escludere che una delle due epigrafi (CIL VI 32648 = 2485), che l'edizione mazzocchiana colloca nella chiesa di Santa Costanza, sia mai pervenuta nelle mani del principe di Carpi.

Per la raccolta antiquaria di Alberto III Pio da Carpi

Bianchi, Rossella
2017-01-01

Abstract

Prende in esame due epigrafi romane, entrambe comprese negli Epigrammata antiquae Urbis, stampati da Iacopo Mazzocchi nel 1521 e che finora erano state attribuite alla collezione antiquaria di Alberto III Pio da Carpi. L'autrice, mediante una rilettura delle testimonianze su cui sono state basate le due identificazioni, giunge ad escludere che una delle due epigrafi (CIL VI 32648 = 2485), che l'edizione mazzocchiana colloca nella chiesa di Santa Costanza, sia mai pervenuta nelle mani del principe di Carpi.
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