Il presente contributo si propone di offrire un’ipotesi di lettura della questione del male/negatività in una chiave essenzialmente teoretica. Il suo focus si concentra sulle dimensioni antropologico-esistenziali della questione. Esse saranno esaminate con l’ausilio di una strumentazione metodologica di carattere fenomenologico. L’indagine si sforzerà di mettere a fuoco quattro figure del male/negatività, cogliendone l’apparizione all’interno di alcune congiunture cruciali dell’esistenza umana. La prima figura si delinea sullo sfondo delle crisi semantiche – talora sfocianti in vere e proprie catastrofi – che si producono all’interno delle «scene regionali» dell’esistenza umana. La seconda figura del male/negatività si fa presente nell’ipotesi del non senso o dell’assurdo che grava pesantemente e costantemente sul «pluriverso» esistenziale colto nella sua globalità. La terza figura si profila in maniera inquietante negli eventi, sia cosmici, sia antropologici, della riduzione o addirittura della negazione di quella tensione fisiologica verso la differenziazione che sembra costituire intimamente il «pluriverso» esistenziale. La quarta e ultima figura della negatività consiste propriamente nel male morale, reinterpretato nei termini della una scelta umana libera e volontaria della chiusura nei confronti di quell’alterità radicale che costituisce, nel profondo, lo stesso profilo ontologico dell’essere umano.

Senso e mistero. Quattro figure del negativo

Omar Brino
;
Francesco Paolo Ciglia
;
FIUCCI, ADAMAS
;
Roberto Garaventa
;
Loreta Risio
;
ZARLENGA, ACHILLE
2017-01-01

Abstract

Il presente contributo si propone di offrire un’ipotesi di lettura della questione del male/negatività in una chiave essenzialmente teoretica. Il suo focus si concentra sulle dimensioni antropologico-esistenziali della questione. Esse saranno esaminate con l’ausilio di una strumentazione metodologica di carattere fenomenologico. L’indagine si sforzerà di mettere a fuoco quattro figure del male/negatività, cogliendone l’apparizione all’interno di alcune congiunture cruciali dell’esistenza umana. La prima figura si delinea sullo sfondo delle crisi semantiche – talora sfocianti in vere e proprie catastrofi – che si producono all’interno delle «scene regionali» dell’esistenza umana. La seconda figura del male/negatività si fa presente nell’ipotesi del non senso o dell’assurdo che grava pesantemente e costantemente sul «pluriverso» esistenziale colto nella sua globalità. La terza figura si profila in maniera inquietante negli eventi, sia cosmici, sia antropologici, della riduzione o addirittura della negazione di quella tensione fisiologica verso la differenziazione che sembra costituire intimamente il «pluriverso» esistenziale. La quarta e ultima figura della negatività consiste propriamente nel male morale, reinterpretato nei termini della una scelta umana libera e volontaria della chiusura nei confronti di quell’alterità radicale che costituisce, nel profondo, lo stesso profilo ontologico dell’essere umano.
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