I fenomeni di degrado che sempre più spesso investono il nostro patrimonio storico-architettonico, anche in relazione ai disastri meteorologici, indicano la conservazione programmata come possibile scelta culturale e strategica, un efficace strumento per il mantenimento dei patrimoni e dei loro contesti in relazione ai molteplici fattori di rischio che connotano ciascuno specifico ambito urbano e territoriale. Conservare attraverso le tecnologie di manutenzione, difatti, può garantire una maggiore permanenza nel tempo, poiché tale approccio si costruisce innanzitutto come strumento di conoscenza, comprensione, dei sistemi nelle loro mutevoli dinamiche di relazione col contesto. L’interesse di questa tecnologia di processo è di aprire la pratica della conservazione a un approccio di tipo processuale che sposta l’interesse dall’evento restaurativo alla sequenza delle azioni di prevenzione, ma anche dal singolo monumento all’insieme del patrimonio di un territorio. Il paper mette in evidenza all’interno di questa tecnologia di processo l’importanza della fase della conoscenza e dei suoi strumenti. Si evidenzia che l’atto conservativo in quanto processo, postula un giudi¬zio critico culturalmente e scientificamente determinato la cui adeguatezza è correlata alla qualità della conoscenza su cui lo stesso ripone; tale atto deve essere fondatamente e periodicamente reiterato per la definizione/aggiornamento delle strategie e delle modalità d’intervento da programmare col progetto di conservazione. L’apparato conoscitivo, pertanto, si costituisce come fondamentale riguardo all’individuazione delle numerose componenti da mantenere e nella continua programmazione, attuazione, verifica delle previsioni e degli esiti degli interventi, nonché nel permanente adeguamento, affinamento, degli strumenti d’indagine, delle previsioni. Il processo di conservazione per potersi implementare nel tempo deve essere alimentato da un sistema di conoscenze e da un flusso costante d’informazioni utili a orientare verso l’ottimizzazione delle scelte. Le operazioni propedeutiche e fondamentali per la scelta delle forme, dei modi e dei tempi degli interventi consistono, infatti, in una costante pratica di analisi, monitoraggio, diagnosi, archiviazione di dati: attraverso i controlli, programmati e periodici, possono essere valutate la validità delle misure adottate nella fase di programmazione, e si possono registrare le eventuali trasformazioni subite dal sistema in interazione ”Manufatto-Ambiente”. I sistemi BIM (Building Information Modelling) del tipo HBIM (Heritage Building Information Modelling) in tale studio sono individuati come fondamentali strumenti poiché consentono una descrizione metrica, qualitativa affidabile, completa e costituiscono l’elemento fondamentale per ogni progetto di conoscenza per la conservazione poiché riducono la complessità della realtà a un modello univoco. Un importante indirizzo di ricerca nella direzione della costruzione di un processo di conservazione effettivamente di carattere sistemico, ovvero capace di includere l’analisi di tutti i possibili rischi alle diverse possibili scale di interazione del singolo manufatto col proprio contesto, è individuato nella costruzione di strumenti capaci di mettere in relazione il livello di conoscenza dell’edificio con quello del suo contesto territoriale: l'integrazione di BIM e GIS potrebbe consentire una visione più approfondita e relazionale dei fenomeni di rischio.

La conservazione programmata del patrimonio storico-architettonico. Tecnologia di processo basata sulla conoscenza e l'informazione.

Di Sivo, Michele
2019-01-01

Abstract

I fenomeni di degrado che sempre più spesso investono il nostro patrimonio storico-architettonico, anche in relazione ai disastri meteorologici, indicano la conservazione programmata come possibile scelta culturale e strategica, un efficace strumento per il mantenimento dei patrimoni e dei loro contesti in relazione ai molteplici fattori di rischio che connotano ciascuno specifico ambito urbano e territoriale. Conservare attraverso le tecnologie di manutenzione, difatti, può garantire una maggiore permanenza nel tempo, poiché tale approccio si costruisce innanzitutto come strumento di conoscenza, comprensione, dei sistemi nelle loro mutevoli dinamiche di relazione col contesto. L’interesse di questa tecnologia di processo è di aprire la pratica della conservazione a un approccio di tipo processuale che sposta l’interesse dall’evento restaurativo alla sequenza delle azioni di prevenzione, ma anche dal singolo monumento all’insieme del patrimonio di un territorio. Il paper mette in evidenza all’interno di questa tecnologia di processo l’importanza della fase della conoscenza e dei suoi strumenti. Si evidenzia che l’atto conservativo in quanto processo, postula un giudi¬zio critico culturalmente e scientificamente determinato la cui adeguatezza è correlata alla qualità della conoscenza su cui lo stesso ripone; tale atto deve essere fondatamente e periodicamente reiterato per la definizione/aggiornamento delle strategie e delle modalità d’intervento da programmare col progetto di conservazione. L’apparato conoscitivo, pertanto, si costituisce come fondamentale riguardo all’individuazione delle numerose componenti da mantenere e nella continua programmazione, attuazione, verifica delle previsioni e degli esiti degli interventi, nonché nel permanente adeguamento, affinamento, degli strumenti d’indagine, delle previsioni. Il processo di conservazione per potersi implementare nel tempo deve essere alimentato da un sistema di conoscenze e da un flusso costante d’informazioni utili a orientare verso l’ottimizzazione delle scelte. Le operazioni propedeutiche e fondamentali per la scelta delle forme, dei modi e dei tempi degli interventi consistono, infatti, in una costante pratica di analisi, monitoraggio, diagnosi, archiviazione di dati: attraverso i controlli, programmati e periodici, possono essere valutate la validità delle misure adottate nella fase di programmazione, e si possono registrare le eventuali trasformazioni subite dal sistema in interazione ”Manufatto-Ambiente”. I sistemi BIM (Building Information Modelling) del tipo HBIM (Heritage Building Information Modelling) in tale studio sono individuati come fondamentali strumenti poiché consentono una descrizione metrica, qualitativa affidabile, completa e costituiscono l’elemento fondamentale per ogni progetto di conoscenza per la conservazione poiché riducono la complessità della realtà a un modello univoco. Un importante indirizzo di ricerca nella direzione della costruzione di un processo di conservazione effettivamente di carattere sistemico, ovvero capace di includere l’analisi di tutti i possibili rischi alle diverse possibili scale di interazione del singolo manufatto col proprio contesto, è individuato nella costruzione di strumenti capaci di mettere in relazione il livello di conoscenza dell’edificio con quello del suo contesto territoriale: l'integrazione di BIM e GIS potrebbe consentire una visione più approfondita e relazionale dei fenomeni di rischio.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/710084
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