Abstract P. Nardone, Denaro e terra. La "modernità" di un latifondo ottocentesco (secc. XVII-XIX), Milano, Franco Angeli, 2044 Il volume ricostruisce la storia di un patrimonio immobiliare passando attraverso vicende che hanno permesso, nell'arco di circa sessanta anni, l'accorpamento di un vasto latifondo sul versante collinare dell'Abruzzo marittimo centrale. L'A. ripercorre gli avvenimenti che agli inizi del XVII secolo condussero (a seguito di un singolare flusso migratorio di famiglie benestanti, dal nord della penisola al centro sud) il capostipite della famiglia Zambra dalla cittadina di Careno, sul lago di Como, a quella di Chieti in Abruzzo Citeriore. Qui grazie all'esercizio dell'attività mercantile egli accumulò un ingente patrimonio che, attraverso mirate politiche matrimoniali, riuscì a trasferire intatto all'unico nipote maschio. L'acquisizione del titolo nobiliare e il processo di investimento fondiario attuato dalle generazioni successive, fecero assumere alla famiglia un ruolo di primo piano nella realtà locale. Seguì quindi, come d'uso per la nobiltà di provincia dell'epoca, il trasferimento del ramo baronale degli Zambra nella capitale napoletana. A questo punto si assiste all’inizio di un nuovo processo di accumulazione patrimoniale da parte del ramo non nobile rimasto in Abruzzo. Il cadetto Giacomo nell'arco di pochi anni creò un nuovo vasto latifondo, frutto dell'acquisto dei beni appartenuti alla Chiesa. Tali acquisti furono fatti prima ma, soprattutto, dopo le riforme napoleoniche, quando una ingente massa di beni ecclesiastici fu immessa sul mercato, generando una dinamica della proprietà terriera senza precedenti. Al suo latifondo Giacomo riuscì ben presto ad accorpare anche quello appartenuto al ramo baronale della famiglia, ormai lontano dall’Abruzzo, che attuò una politica di disinvestimento fondiario e investimento in titoli del debito pubblico. Le vicende storiche legate a quel periodo di forti cambiamenti che va sotto il nome di "decennio francese" se da una parte permisero la costituzione ex novo del latifondo Zambra, dall'altra ne misero a dura prova l'integrità soprattutto a causa delle nuove leggi sulla successione ereditaria. Solo l'astuzia unita ad una serie di stratagemmi permisero l'esclusione della linea femminile da ogni pretesa successoria, consentendo al latifondo di giungere intatto fino all'unità d'Italia. Nel descrivere il processo evolutivo del patrimonio familiare l'A. mette in luce i rapporti che si svilupparono nella gestione dello stesso, soffermandosi sulle diverse figure in esso operanti, sui diversi contratti agrari e creditizi ai quali si faceva ricorso, sulle diverse destinazioni culturali. Inoltre, attraverso la rielaborazione delle scritture contabili, evidenzia le tecniche di amministrazione e gestione dei prodotti del latifondo calcolandone le rendite annue in denaro ed in natura. Il volume offre ancora uno spaccato della vita quotidiana Abruzzese tra Sette ed Ottocento, che emerge anche attraverso la realizzazione di opere pubbliche e la "gestione" di quel periodo complesso che ha visto la regione dominata, per ben due volte, dall'esercito francese e che, a diverso titolo, ha visto protagonisti alcuni membri della famiglia Zambra.

Denaro e Terra. La "modernità" di un latifondo ottocentesco (secc. XVII-XIX)

NARDONE, Paola
2004-01-01

Abstract

Abstract P. Nardone, Denaro e terra. La "modernità" di un latifondo ottocentesco (secc. XVII-XIX), Milano, Franco Angeli, 2044 Il volume ricostruisce la storia di un patrimonio immobiliare passando attraverso vicende che hanno permesso, nell'arco di circa sessanta anni, l'accorpamento di un vasto latifondo sul versante collinare dell'Abruzzo marittimo centrale. L'A. ripercorre gli avvenimenti che agli inizi del XVII secolo condussero (a seguito di un singolare flusso migratorio di famiglie benestanti, dal nord della penisola al centro sud) il capostipite della famiglia Zambra dalla cittadina di Careno, sul lago di Como, a quella di Chieti in Abruzzo Citeriore. Qui grazie all'esercizio dell'attività mercantile egli accumulò un ingente patrimonio che, attraverso mirate politiche matrimoniali, riuscì a trasferire intatto all'unico nipote maschio. L'acquisizione del titolo nobiliare e il processo di investimento fondiario attuato dalle generazioni successive, fecero assumere alla famiglia un ruolo di primo piano nella realtà locale. Seguì quindi, come d'uso per la nobiltà di provincia dell'epoca, il trasferimento del ramo baronale degli Zambra nella capitale napoletana. A questo punto si assiste all’inizio di un nuovo processo di accumulazione patrimoniale da parte del ramo non nobile rimasto in Abruzzo. Il cadetto Giacomo nell'arco di pochi anni creò un nuovo vasto latifondo, frutto dell'acquisto dei beni appartenuti alla Chiesa. Tali acquisti furono fatti prima ma, soprattutto, dopo le riforme napoleoniche, quando una ingente massa di beni ecclesiastici fu immessa sul mercato, generando una dinamica della proprietà terriera senza precedenti. Al suo latifondo Giacomo riuscì ben presto ad accorpare anche quello appartenuto al ramo baronale della famiglia, ormai lontano dall’Abruzzo, che attuò una politica di disinvestimento fondiario e investimento in titoli del debito pubblico. Le vicende storiche legate a quel periodo di forti cambiamenti che va sotto il nome di "decennio francese" se da una parte permisero la costituzione ex novo del latifondo Zambra, dall'altra ne misero a dura prova l'integrità soprattutto a causa delle nuove leggi sulla successione ereditaria. Solo l'astuzia unita ad una serie di stratagemmi permisero l'esclusione della linea femminile da ogni pretesa successoria, consentendo al latifondo di giungere intatto fino all'unità d'Italia. Nel descrivere il processo evolutivo del patrimonio familiare l'A. mette in luce i rapporti che si svilupparono nella gestione dello stesso, soffermandosi sulle diverse figure in esso operanti, sui diversi contratti agrari e creditizi ai quali si faceva ricorso, sulle diverse destinazioni culturali. Inoltre, attraverso la rielaborazione delle scritture contabili, evidenzia le tecniche di amministrazione e gestione dei prodotti del latifondo calcolandone le rendite annue in denaro ed in natura. Il volume offre ancora uno spaccato della vita quotidiana Abruzzese tra Sette ed Ottocento, che emerge anche attraverso la realizzazione di opere pubbliche e la "gestione" di quel periodo complesso che ha visto la regione dominata, per ben due volte, dall'esercito francese e che, a diverso titolo, ha visto protagonisti alcuni membri della famiglia Zambra.
2004
9788846455017
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