Dopo la fondazione hegelo-comtiana della sociologia europea (che si concretizza nell'impiego dei concetti di società civile, di spirito oggettivo e di dialettica da un lato, di unità organica del consorzio civile dall'altro), i quattro autori trattati nel volume, cioé Vilfredo Pareto (1848-1923), Max Weber (1864-1920), Emile Durkheim (1858-1917) e Georg Simmel (1858-1918) assistono alla crisi di tali basi filosofiche e biologiche e devono battere nuove strade, contribuendo quindi a ridefinire i contorni della disciplina rispetto al pensiero ed alle altre scienze, della natura e dello spirito, nonché al rapporto fra teoria e prassi, sia tecnica sia politica, e fra individuo e gruppo. Il confronto dei loro percorsi alla luce dell'esame minuzioso delle opere principali e di molte di quelle "minori", senza trascurare gli esiti della storiografia più recente, permette a mio modesto giudizio di cogliere i punti di forza e le debolezze di ognuno, che si ritrovano anche nel dibattito contemporaneo, e li connota come i classici la cui elaborazione rappresenta nel complesso il canto del cigno della tradizione continentale, ben presto oscurata dai nuovi astri statunitensi.
Dittici di classici. Pareto, Weber, Durkheim, Simmel
RICCIUTI, Stefano
2007-01-01
Abstract
Dopo la fondazione hegelo-comtiana della sociologia europea (che si concretizza nell'impiego dei concetti di società civile, di spirito oggettivo e di dialettica da un lato, di unità organica del consorzio civile dall'altro), i quattro autori trattati nel volume, cioé Vilfredo Pareto (1848-1923), Max Weber (1864-1920), Emile Durkheim (1858-1917) e Georg Simmel (1858-1918) assistono alla crisi di tali basi filosofiche e biologiche e devono battere nuove strade, contribuendo quindi a ridefinire i contorni della disciplina rispetto al pensiero ed alle altre scienze, della natura e dello spirito, nonché al rapporto fra teoria e prassi, sia tecnica sia politica, e fra individuo e gruppo. Il confronto dei loro percorsi alla luce dell'esame minuzioso delle opere principali e di molte di quelle "minori", senza trascurare gli esiti della storiografia più recente, permette a mio modesto giudizio di cogliere i punti di forza e le debolezze di ognuno, che si ritrovano anche nel dibattito contemporaneo, e li connota come i classici la cui elaborazione rappresenta nel complesso il canto del cigno della tradizione continentale, ben presto oscurata dai nuovi astri statunitensi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.