Le rimanenze d’esercizio delle imprese ricoprono una funzione complessa e del tutto peculiare nella esegesi del reddito di esercizio e del correlato capitale netto di funzionamento. Tali rimanenze “economiche” – stante la possibilità, qui non accolta, di esasperare il concetto di rimanenza e di estenderlo anche alle grandezze “finanziarie” in ragione dell’essere lo stesso capitale, in ottica Zappiana, entità unitaria osservabile quale rimanenza residuante dopo la gestione annuale – in particolare: a) nel reddito contribuiscono alla causa della competenza economica (la quale richiede di emendare costi sostenuti e ricavi conseguiti nell’anno) tramite rinvio al futuro di taluni valori; b) nel capitale accolgono costi e ricavi sospesi dal reddito (evidentemente intendendoli quali valori che “residuano” dopo lo svolgimento di ciascuna gestione annuale) per volgerli a favore delle produzioni future. Muovendo da quanto sopra, la ricerca ha inteso cogliere le predette rimanenze di esercizio trasversalmente rispetto a tre distinti profili di studio: quello teorico, volto all’inquadramento del ruolo da esse ricoperto in seno alle “tradizionali” strutture di reddito e capitale di matrice Zappiana; quello pratico, dedicato all’esame del trattamento riservato loro, anche in termini evolutivi, nell’ambito della contabilità generale; quello normativo, o di bilancio, che ha consentito di indagare le modalità di rappresentazione e valutazione riscontrabili nei diversi regimi (italiani) del bilancio d’esercizio, regimi sia attuali che prospettici. L’analisi compiuta, quindi, ha inteso essere occasione di rilettura complessiva del ruolo di criticità assunto dalle rimanenze d’esercizio nei tre ambiti sopra accennati — ruolo che, nelle risultanze della ricerca, è risultato decisamente riconfigurato in tutte le tre dette dimensioni — anche al fine di poterne meglio evidenziare le più recenti tendenze contabili e di bilancio. Il riferimento è, segnatamente, non solo all’introduzione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS ma anche alle rimarchevoli proposte di riforma promananti da vari organismi come, ad esempio, l’Organismo Italiano di Contabilità (OIC), per ciò che attiene alla disciplina civilistica del bilancio di esercizio, e lo IASB, per ciò che attiene ad appositi Inrenational Financial Reporting Standards (IFRS) dedicati alle piccole e medie imprese.

Le rimanenze d'esercizio. Profili teorici, contabili e di bilancio

DE CRISTOFARO, Tiziana
2007-01-01

Abstract

Le rimanenze d’esercizio delle imprese ricoprono una funzione complessa e del tutto peculiare nella esegesi del reddito di esercizio e del correlato capitale netto di funzionamento. Tali rimanenze “economiche” – stante la possibilità, qui non accolta, di esasperare il concetto di rimanenza e di estenderlo anche alle grandezze “finanziarie” in ragione dell’essere lo stesso capitale, in ottica Zappiana, entità unitaria osservabile quale rimanenza residuante dopo la gestione annuale – in particolare: a) nel reddito contribuiscono alla causa della competenza economica (la quale richiede di emendare costi sostenuti e ricavi conseguiti nell’anno) tramite rinvio al futuro di taluni valori; b) nel capitale accolgono costi e ricavi sospesi dal reddito (evidentemente intendendoli quali valori che “residuano” dopo lo svolgimento di ciascuna gestione annuale) per volgerli a favore delle produzioni future. Muovendo da quanto sopra, la ricerca ha inteso cogliere le predette rimanenze di esercizio trasversalmente rispetto a tre distinti profili di studio: quello teorico, volto all’inquadramento del ruolo da esse ricoperto in seno alle “tradizionali” strutture di reddito e capitale di matrice Zappiana; quello pratico, dedicato all’esame del trattamento riservato loro, anche in termini evolutivi, nell’ambito della contabilità generale; quello normativo, o di bilancio, che ha consentito di indagare le modalità di rappresentazione e valutazione riscontrabili nei diversi regimi (italiani) del bilancio d’esercizio, regimi sia attuali che prospettici. L’analisi compiuta, quindi, ha inteso essere occasione di rilettura complessiva del ruolo di criticità assunto dalle rimanenze d’esercizio nei tre ambiti sopra accennati — ruolo che, nelle risultanze della ricerca, è risultato decisamente riconfigurato in tutte le tre dette dimensioni — anche al fine di poterne meglio evidenziare le più recenti tendenze contabili e di bilancio. Il riferimento è, segnatamente, non solo all’introduzione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS ma anche alle rimarchevoli proposte di riforma promananti da vari organismi come, ad esempio, l’Organismo Italiano di Contabilità (OIC), per ciò che attiene alla disciplina civilistica del bilancio di esercizio, e lo IASB, per ciò che attiene ad appositi Inrenational Financial Reporting Standards (IFRS) dedicati alle piccole e medie imprese.
2007
9788854814998
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