Il palazzo fu edificato dalla famiglia Mattei per volere di Alessandro, promotore di più architetture a Roma e nei feudi della famiglia, e del figlio Ciriaco. L’attribuzione del progetto iniziale per il palazzo e delle fasi successive di completamento e abbellimento, è stata dubitativamente attribuita ad artisti in qualche modo legati alla figura dei committenti, senza però giungere ad attestazioni definitive. Richiamando quanto ipotizzato da più autori, confrontando le notizie archivistiche e storiografiche con i caratteri singolari di questa architettura cittadina dei Mattei, è stato possibile suffragare con considerazioni critiche l’attribuzione del primo progetto a Nanni di Baccio Bigio e una prosecuzione dell’opera da attribuire ad uno dei figli di Nanni, Annibale o Claudio. Considerazioni su soluzioni compositive non frequenti nell’architettura romana, consente di avanzare l’attribuzione all’architetto fiorentino del completamento di un altro palazzo romano (palazzo Medici-Lante, nell’epoca in cui fu proprietà di Marcantonio Palosi), il cui cortile venne sopraelevato pochi anni dopo gli interventi iniziali nel palazzo di Alessandro Mattei. L’analisi architettonica di palazzo Mattei, le scelte compositive, che appaiono a volte singolari, quelle stilistiche, il confronto con altre opere di Nanni di Baccio Bigio, delineano la figura artistica di un architetto genericamente definito “sangallesco”, ma in realtà più articolata, evidenziandone la ricerca orientata verso l’attento studio delle architetture di Antonio da Sangallo il Giovane ma anche, in quest’opera per i Mattei, di quelle di Baldassarre Peruzzi; a testimonianza di una figura artistica più complessa che, prestando attenzione a tutta una produzione di pochi anni precedente, si colloca nella fase di passaggio e di trasmissione alla seconda generazione dei valori architettonici espressi dagli architetti cinquecenteschi della prima generazione. Lo studio della committenza ha poi permesso di individuare una comune tendenza tra gli artisti attivi per i Mattei nel Cinquecento e nella prima parte del Seicento, tutti riconducibili ad una scuola “accademica”; se ne distacca Giacomo Del Duca perché espressione di una capacità nella progettazione di spazi aperti e di giardini che dovette attrarre Ciriaco e altri della famiglia nell’affidargli più incarichi: per il progetto della villa alla Navicella, per un cortiletto del palazzo di Ludovico in piazza Paganica e, forse, altri, come l’architettura progettata per spazi aperti nell’”isola” romana proprietà di vari membri della stessa famiglia. La villa e gli spazi interni all’isolato attestano la predilezione dei Mattei per il collezionismo di reperti archeologici, espressione della cultura cinquecentesca; e ciò evidenzia nella scelta di Giacomo Del Duca, noto e apprezzato progettista di più opere analoghe per vari committenti, una precisa impronta culturale che si discosta però dal più consueto operare artistico dei Mattei. Infatti, la scelta dell’architetto siciliano è in questi esempi singolare, perché è l’unico architetto attivo per la famiglia privo di collegamenti con l’Accademia romana di S. Luca, a testimonianza di una riconosciuta e apprezzata capacità professionale. The palace was built by the Mattei family by will of Alessandro, promoter of several architectures in Rome, in the feuds of the family and of his son Ciriaco. The initial project for the palace and the following completion and embellishment phases were doubtfully assigned to artists somewhat connected to the figures of the Clients, without nevertheless ever achieving final evidence. Pursuant to what several authors assume, by comparing the archive and historiographic news with the original characters of this Mattei city architecture, through critical remarks, it was possible to confirm the assignment of the first project to Nanni di Baccio Bigio and one work prosecution to one of the sons of Nanni, either Annibale or Claudio. Owing to the unusual composition solutions for the Roman architecture, the completion of another Roman palace (Palazzo Medici-Lante, at the time in which it belonged to Marcantonio Palosi) may be ascribed to the Florentine architect; the yard of that palace was raised a few years after the initial works at the palace of Alessandro Mattei. The architectonic traits of Palazzo Mattei, its composition, at times original, and its style solutions, and comparison with other works by Nanni di Baccio Bigio, depict the artistic figure of an architect generally defined “Sangallesco”, that is, in the Sangallo style – indeed a more complex figure – pointing out his research based on the careful study of the architectures of Antonio da Sangallo the Younger as well as, in this work for the Mattei, of the architectures of Baldassarre Peruzzi; therefore, though paying attention to a whole production of a few years earlier, this complex artistic figure is in the transition phase to the second generation of architectonic values, expressed by the first generation of sixteenth-century architects. Moreover, by studying the Clients, it was possible to detect a common trend among the artists operating for the Mattei in the 16th century ad in the first part of the 17th century, all of them depending on an “academic” school; Giacomo Del Duca was not part of it, because of his skill in planning open spaces and gardens. Ciriaco and other members of the family actually entrusted several tasks to him: the Navicella Villa project, a small yard for the palace of Ludovico in Piazza Paganica, and maybe others, such as the architecture planned for open spaces in the Roman Island belonging to several members from the same family. The Villa and the spaces inside the block certify that the Mattei were keen on collecting archaeological findings, expression of 16th century culture; the choice of Giacomo Del Duca, well-known and appreciated planner of several similar works for various clients, is a precise cultural sign however distant from the usual artistic operations by the Mattei. The choice of the Sicilian architect is actually original, because he is the only architect working for the family with no connections with the Accademia Romana di S. Luca (Academy of St. Luke), just to confirm his acknowledged and appreciated professional skills.

Architettura e committenza

MARCUCCI, Laura
2007-01-01

Abstract

Il palazzo fu edificato dalla famiglia Mattei per volere di Alessandro, promotore di più architetture a Roma e nei feudi della famiglia, e del figlio Ciriaco. L’attribuzione del progetto iniziale per il palazzo e delle fasi successive di completamento e abbellimento, è stata dubitativamente attribuita ad artisti in qualche modo legati alla figura dei committenti, senza però giungere ad attestazioni definitive. Richiamando quanto ipotizzato da più autori, confrontando le notizie archivistiche e storiografiche con i caratteri singolari di questa architettura cittadina dei Mattei, è stato possibile suffragare con considerazioni critiche l’attribuzione del primo progetto a Nanni di Baccio Bigio e una prosecuzione dell’opera da attribuire ad uno dei figli di Nanni, Annibale o Claudio. Considerazioni su soluzioni compositive non frequenti nell’architettura romana, consente di avanzare l’attribuzione all’architetto fiorentino del completamento di un altro palazzo romano (palazzo Medici-Lante, nell’epoca in cui fu proprietà di Marcantonio Palosi), il cui cortile venne sopraelevato pochi anni dopo gli interventi iniziali nel palazzo di Alessandro Mattei. L’analisi architettonica di palazzo Mattei, le scelte compositive, che appaiono a volte singolari, quelle stilistiche, il confronto con altre opere di Nanni di Baccio Bigio, delineano la figura artistica di un architetto genericamente definito “sangallesco”, ma in realtà più articolata, evidenziandone la ricerca orientata verso l’attento studio delle architetture di Antonio da Sangallo il Giovane ma anche, in quest’opera per i Mattei, di quelle di Baldassarre Peruzzi; a testimonianza di una figura artistica più complessa che, prestando attenzione a tutta una produzione di pochi anni precedente, si colloca nella fase di passaggio e di trasmissione alla seconda generazione dei valori architettonici espressi dagli architetti cinquecenteschi della prima generazione. Lo studio della committenza ha poi permesso di individuare una comune tendenza tra gli artisti attivi per i Mattei nel Cinquecento e nella prima parte del Seicento, tutti riconducibili ad una scuola “accademica”; se ne distacca Giacomo Del Duca perché espressione di una capacità nella progettazione di spazi aperti e di giardini che dovette attrarre Ciriaco e altri della famiglia nell’affidargli più incarichi: per il progetto della villa alla Navicella, per un cortiletto del palazzo di Ludovico in piazza Paganica e, forse, altri, come l’architettura progettata per spazi aperti nell’”isola” romana proprietà di vari membri della stessa famiglia. La villa e gli spazi interni all’isolato attestano la predilezione dei Mattei per il collezionismo di reperti archeologici, espressione della cultura cinquecentesca; e ciò evidenzia nella scelta di Giacomo Del Duca, noto e apprezzato progettista di più opere analoghe per vari committenti, una precisa impronta culturale che si discosta però dal più consueto operare artistico dei Mattei. Infatti, la scelta dell’architetto siciliano è in questi esempi singolare, perché è l’unico architetto attivo per la famiglia privo di collegamenti con l’Accademia romana di S. Luca, a testimonianza di una riconosciuta e apprezzata capacità professionale. The palace was built by the Mattei family by will of Alessandro, promoter of several architectures in Rome, in the feuds of the family and of his son Ciriaco. The initial project for the palace and the following completion and embellishment phases were doubtfully assigned to artists somewhat connected to the figures of the Clients, without nevertheless ever achieving final evidence. Pursuant to what several authors assume, by comparing the archive and historiographic news with the original characters of this Mattei city architecture, through critical remarks, it was possible to confirm the assignment of the first project to Nanni di Baccio Bigio and one work prosecution to one of the sons of Nanni, either Annibale or Claudio. Owing to the unusual composition solutions for the Roman architecture, the completion of another Roman palace (Palazzo Medici-Lante, at the time in which it belonged to Marcantonio Palosi) may be ascribed to the Florentine architect; the yard of that palace was raised a few years after the initial works at the palace of Alessandro Mattei. The architectonic traits of Palazzo Mattei, its composition, at times original, and its style solutions, and comparison with other works by Nanni di Baccio Bigio, depict the artistic figure of an architect generally defined “Sangallesco”, that is, in the Sangallo style – indeed a more complex figure – pointing out his research based on the careful study of the architectures of Antonio da Sangallo the Younger as well as, in this work for the Mattei, of the architectures of Baldassarre Peruzzi; therefore, though paying attention to a whole production of a few years earlier, this complex artistic figure is in the transition phase to the second generation of architectonic values, expressed by the first generation of sixteenth-century architects. Moreover, by studying the Clients, it was possible to detect a common trend among the artists operating for the Mattei in the 16th century ad in the first part of the 17th century, all of them depending on an “academic” school; Giacomo Del Duca was not part of it, because of his skill in planning open spaces and gardens. Ciriaco and other members of the family actually entrusted several tasks to him: the Navicella Villa project, a small yard for the palace of Ludovico in Piazza Paganica, and maybe others, such as the architecture planned for open spaces in the Roman Island belonging to several members from the same family. The Villa and the spaces inside the block certify that the Mattei were keen on collecting archaeological findings, expression of 16th century culture; the choice of Giacomo Del Duca, well-known and appreciated planner of several similar works for various clients, is a precise cultural sign however distant from the usual artistic operations by the Mattei. The choice of the Sicilian architect is actually original, because he is the only architect working for the family with no connections with the Accademia Romana di S. Luca (Academy of St. Luke), just to confirm his acknowledged and appreciated professional skills.
2007
9788824010238
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/106341
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