Il saggio analizza la storia della rappresentazione della palazzina romana degli anni ‘60, nel contesto della storia del disegno dell'architettura italiana del Novecento, evidenziandone particolari valori estetici. Ne emerge un “ritratto di famiglia” in cui, nel tempo e in diversi ruoli, gli architetti romani compaiono tutti, da protagonisti o da semplici cittadini, in un ricordo plurale. Una fotografia di gruppo scattata con l’Instamatic della Kodak dove, tra ingombranti tecnigrafi, pennini ad inchiostro della serie graphos e prime penne a china Rapidograph, rotoli di carta lucida, radex e copie eliografiche, ci si possa riconoscere, per scoprire e raccontare. Riconoscere eccezionali maestri, artisti e seri professionisti (architetti, ingegneri, tecnici, imprenditori) spesso anonimi, che con competenza e passione hanno contribuito a scrivere delle belle pagine di storia dell’abitare; riconoscere anche altri di segno opposto, cattivi maestri che, invece, si sono venduti a facili guadagni, abbandonati in speculazioni e inutili scorciatoie linguistiche, di cui ancora oggi la città mostra le drammatiche conseguenze. Molte delle immagini pubblicate sono inedite.
Lessico famigliare. Il disegno della palazzina romana degli anni ’60.
UNALI, Maurizio
2007-01-01
Abstract
Il saggio analizza la storia della rappresentazione della palazzina romana degli anni ‘60, nel contesto della storia del disegno dell'architettura italiana del Novecento, evidenziandone particolari valori estetici. Ne emerge un “ritratto di famiglia” in cui, nel tempo e in diversi ruoli, gli architetti romani compaiono tutti, da protagonisti o da semplici cittadini, in un ricordo plurale. Una fotografia di gruppo scattata con l’Instamatic della Kodak dove, tra ingombranti tecnigrafi, pennini ad inchiostro della serie graphos e prime penne a china Rapidograph, rotoli di carta lucida, radex e copie eliografiche, ci si possa riconoscere, per scoprire e raccontare. Riconoscere eccezionali maestri, artisti e seri professionisti (architetti, ingegneri, tecnici, imprenditori) spesso anonimi, che con competenza e passione hanno contribuito a scrivere delle belle pagine di storia dell’abitare; riconoscere anche altri di segno opposto, cattivi maestri che, invece, si sono venduti a facili guadagni, abbandonati in speculazioni e inutili scorciatoie linguistiche, di cui ancora oggi la città mostra le drammatiche conseguenze. Molte delle immagini pubblicate sono inedite.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.