Paradossi e figure del tragico Nella lettura di alcune opere di Joseph Conrad comprese negli anni tra il 1898 e il 1906, ho cercato di individuare il significato di quei paradossi ai quali l’arte conradiana appare indissolubilmente legata. A partire da Youth Conrad drammatizza situazioni irrimediabili in cui ciascuna delle prospettive che il paradosso mette in atto può essere ugualmente sostenuta poiché non sarà mai una soluzione ma solo un gioco ironico col disincanto che ambisce a difendere l’incanto. Lo scrittore aggira tale scacco anche attraverso una ricerca non più volta alla visione, ma alla memoria, non a ciò che sta ma a ciò che resta, non all’immagine ma al simbolo, sottraendo alla storia personale la fissità attribuita nel genere epico all’eroe, la cui figura monolitica viene ora trasformata dalla pluridiscorsività di un Bildungsroman. Così facendo, il viaggio di Marlow in Youth, la risalita del fiume Congo in Heart of Darkness, l’ultimo comando del vecchio capitano Whalley in The End of the Tether, la scoperta della propria vita attraverso un atto creativo in The Mirror of the Sea, non sono soltanto un solco nell’acqua, una traccia troppo debole contro l’abisso, ma, come la vita stessa di Conrad, diventano un testo, i cui segni tuttavia funzionano da variabili che l’interprete fornirà di significato.
Joseph Conrad e le aporie dell'esistenza Da Youth a The Mirror of the Sea
SARACINO, Marilena
2008-01-01
Abstract
Paradossi e figure del tragico Nella lettura di alcune opere di Joseph Conrad comprese negli anni tra il 1898 e il 1906, ho cercato di individuare il significato di quei paradossi ai quali l’arte conradiana appare indissolubilmente legata. A partire da Youth Conrad drammatizza situazioni irrimediabili in cui ciascuna delle prospettive che il paradosso mette in atto può essere ugualmente sostenuta poiché non sarà mai una soluzione ma solo un gioco ironico col disincanto che ambisce a difendere l’incanto. Lo scrittore aggira tale scacco anche attraverso una ricerca non più volta alla visione, ma alla memoria, non a ciò che sta ma a ciò che resta, non all’immagine ma al simbolo, sottraendo alla storia personale la fissità attribuita nel genere epico all’eroe, la cui figura monolitica viene ora trasformata dalla pluridiscorsività di un Bildungsroman. Così facendo, il viaggio di Marlow in Youth, la risalita del fiume Congo in Heart of Darkness, l’ultimo comando del vecchio capitano Whalley in The End of the Tether, la scoperta della propria vita attraverso un atto creativo in The Mirror of the Sea, non sono soltanto un solco nell’acqua, una traccia troppo debole contro l’abisso, ma, come la vita stessa di Conrad, diventano un testo, i cui segni tuttavia funzionano da variabili che l’interprete fornirà di significato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.