La ricerca sui tratturi affidata dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio all’Università degli Studi “Gabriele D’Annunzio” Chieti-Pescara, in collaborazione con l’Università del Molise, si colloca in un quadro di sistema e di politiche di riferimento dell’Appennino Parco d’Europa. Lo studio prende le mosse dall’interesse sempre vivo a livello locale, e che vede il coinvolgimento di Enti, Amministrazioni e Associazioni sui nuovi usi e sulle nuove configurazioni che la rete tratturale con i suoi territori e le sue emergenze architettoniche ed archeologiche, nonché ambientali, dovrebbe assumere. Nel saggio I condizionamenti territoriali nell’evoluzione storica dei tratturi: il caso Molise lo studio dei sistemi ambientali e degli aspetti testimoniali delle attività umane nel territorio, coordinato dalla forte emergenza del tratturo, è stato inquadrato nella sua evoluzione storica all’interno di una vasta area configurata da pascoli montani, lunghi percorsi orizzontali e pascoli di pianura. Nelle aree della transumanza i modi della produzione, le relazioni sociali, le forme dell’insediamento delle popolazioni insediate sono del tutto particolari in quanto non possono essere desunte dalla presenza di importanti città consolidate, né dai paesaggi agricoli. La particolarità di queste aree è determinata dalla varietà dell’ambiente fisico e delle geografie, dalla complessità del sistema insediativo sensibilmente mutato nei secoli. Si tratta di sistemi di relazioni fisiche, sociali e produttive connotati dai segni della stabilità così come dai segni della precarietà: vite stanziali e vite nomadi che s’intersecano, negli stessi luoghi, ma anche in una vita medesima poiché gli addetti alla “mena delle pecore” sono allo stesso tempo nomadi e stanziali. I risultati delle numerose ricerche svolte sul tema e i contenuti della ricca letteratura evidenziano come, a fronte di un sapere comune consolidato relativo alla forte reciprocità e interdipendenza tra le morfologie insediative, i paesaggi naturali e agrari, la rete infrastrutturale e la dimensione economica prevalente, non si possa affermare la linearità nel tempo della relazione tra i temi proposti, né rinvenirne in maniera definitiva, tra questi, un elemento di chiara (di evidenza immediata) e permanente supremazia. Il filtro analitico proposto ha impiegato gli strumenti dell’indagine storicoterritoriale secondo la finalità di individuare i caratteri della relazione tra morfologie insediative, tracciati viari e reti tratturali.

I condizionamenti territoriali nell’evoluzione storica dei tratturi: il caso del Molise

ARISTONE, Ottavia
2004-01-01

Abstract

La ricerca sui tratturi affidata dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio all’Università degli Studi “Gabriele D’Annunzio” Chieti-Pescara, in collaborazione con l’Università del Molise, si colloca in un quadro di sistema e di politiche di riferimento dell’Appennino Parco d’Europa. Lo studio prende le mosse dall’interesse sempre vivo a livello locale, e che vede il coinvolgimento di Enti, Amministrazioni e Associazioni sui nuovi usi e sulle nuove configurazioni che la rete tratturale con i suoi territori e le sue emergenze architettoniche ed archeologiche, nonché ambientali, dovrebbe assumere. Nel saggio I condizionamenti territoriali nell’evoluzione storica dei tratturi: il caso Molise lo studio dei sistemi ambientali e degli aspetti testimoniali delle attività umane nel territorio, coordinato dalla forte emergenza del tratturo, è stato inquadrato nella sua evoluzione storica all’interno di una vasta area configurata da pascoli montani, lunghi percorsi orizzontali e pascoli di pianura. Nelle aree della transumanza i modi della produzione, le relazioni sociali, le forme dell’insediamento delle popolazioni insediate sono del tutto particolari in quanto non possono essere desunte dalla presenza di importanti città consolidate, né dai paesaggi agricoli. La particolarità di queste aree è determinata dalla varietà dell’ambiente fisico e delle geografie, dalla complessità del sistema insediativo sensibilmente mutato nei secoli. Si tratta di sistemi di relazioni fisiche, sociali e produttive connotati dai segni della stabilità così come dai segni della precarietà: vite stanziali e vite nomadi che s’intersecano, negli stessi luoghi, ma anche in una vita medesima poiché gli addetti alla “mena delle pecore” sono allo stesso tempo nomadi e stanziali. I risultati delle numerose ricerche svolte sul tema e i contenuti della ricca letteratura evidenziano come, a fronte di un sapere comune consolidato relativo alla forte reciprocità e interdipendenza tra le morfologie insediative, i paesaggi naturali e agrari, la rete infrastrutturale e la dimensione economica prevalente, non si possa affermare la linearità nel tempo della relazione tra i temi proposti, né rinvenirne in maniera definitiva, tra questi, un elemento di chiara (di evidenza immediata) e permanente supremazia. Il filtro analitico proposto ha impiegato gli strumenti dell’indagine storicoterritoriale secondo la finalità di individuare i caratteri della relazione tra morfologie insediative, tracciati viari e reti tratturali.
2004
8890069511
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