Un celebre proverbio cinese afferma che un’immagine vale diecimila parole. L'antico proverbio esprime un’idea di senso comune ma potenzialmente fuorviante, dal momento che immagini e linguaggio agiscono in unico spazio della significazione, cosicché ha poco senso registrare una qualche corrispondenza o competizione tra il valore di un’immagine allo stato puro e un numero più o meno grande di parole somiglianti alle cose. Questo libro si propone di indagare le proprietà fondamentali del ragionamento per immagini, documentandone l’impatto sulla cognizione umana in una prospettiva sensibile in ugual misura ai contributi di diverse discipline. In particolare, difenderemo l'assunzione che il pensiero umano attiva costantemente e mette a frutto le risorse di un sistema di rappresentazioni eterogenee: visive, spaziali, linguistiche, che operano di concerto modulate da differenti scopi cognitivi: illustrare, descrivere, spiegare, specificare, semplificare, prevedere, progettare, sperimentare, comunicare, inferire. Questa persistente interazione osmotica tra figurale e linguistico è stata generalmente trascurata dalla logica e buona parte della filosofia del Novecento, che hanno disconosciuto il ruolo epistemico del ragionamento per immagini, rimanendo invece fedeli all’idea che il ragionamento (e la sua comunicazione) dipenda fortemente da enunciati linguistici. Tuttavia, esiste davvero un confitto tra logica e visione o piuttosto la visione può essere il proseguimento della logica con altri mezzi? La storia della scienza e della matematica ci insegna che l'introduzione culturalmente condizionata di nuove grammatiche del visivo si è rivelata indispensabile per la soluzione di problemi astratti e per la formulazione di domande inedite.
Senza parole. Ragionare con le immagini
PIAZZA, Mario
2008-01-01
Abstract
Un celebre proverbio cinese afferma che un’immagine vale diecimila parole. L'antico proverbio esprime un’idea di senso comune ma potenzialmente fuorviante, dal momento che immagini e linguaggio agiscono in unico spazio della significazione, cosicché ha poco senso registrare una qualche corrispondenza o competizione tra il valore di un’immagine allo stato puro e un numero più o meno grande di parole somiglianti alle cose. Questo libro si propone di indagare le proprietà fondamentali del ragionamento per immagini, documentandone l’impatto sulla cognizione umana in una prospettiva sensibile in ugual misura ai contributi di diverse discipline. In particolare, difenderemo l'assunzione che il pensiero umano attiva costantemente e mette a frutto le risorse di un sistema di rappresentazioni eterogenee: visive, spaziali, linguistiche, che operano di concerto modulate da differenti scopi cognitivi: illustrare, descrivere, spiegare, specificare, semplificare, prevedere, progettare, sperimentare, comunicare, inferire. Questa persistente interazione osmotica tra figurale e linguistico è stata generalmente trascurata dalla logica e buona parte della filosofia del Novecento, che hanno disconosciuto il ruolo epistemico del ragionamento per immagini, rimanendo invece fedeli all’idea che il ragionamento (e la sua comunicazione) dipenda fortemente da enunciati linguistici. Tuttavia, esiste davvero un confitto tra logica e visione o piuttosto la visione può essere il proseguimento della logica con altri mezzi? La storia della scienza e della matematica ci insegna che l'introduzione culturalmente condizionata di nuove grammatiche del visivo si è rivelata indispensabile per la soluzione di problemi astratti e per la formulazione di domande inedite.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.