L’ampia introduzione, gli apparati e le annotazioni e il commento, giusta la terza edizione del 1902, restituito il testo alla originaria lezione, dimostrano che Discorrendo di Socialismo e di Filosofia è ancora un classico della forma saggistica italiana ed europea e rappresenta tuttora una lotta non inutile e non arretrata al revisionismo teorico e politico novecentesco, agli ordini discorsivi, alle censure linguistiche, alle falsificazioni e alle canonizzazioni identitarie dei manuali scolastici che, tra l’altro, hanno neutralizzato un segmento notevole della tradizione italiana ed europea del materialismo storico. Nell’apologia del mestiere di storico, nell’elogio di un sapere critico e della virtù minuscola di tutti i giorni emerge Antonio Labriola, penultimo Socrate del proletariato, traduttore e fondatore del materialismo storico in Italia. Il valore filosofico, politico e letterario del saggio è notevolissimo per la satira delle arroganze, delle umane ambizioni e della vita come finzione e tragicommedia, per lo sforzo di comprendere con umorismo la prosa del reale. La forma epistolare, dialogico-discorsiva e autobiografica dell’opera, inclusa la polemica teorica e politica, scardina il classico argomentare filosofico e polemizza con il verbalismo, lo scolasticismo e la fraseologia della nostra tradizione culturale, con il canone e l’identità, con le mitologie e le metafisiche, le superstizioni di massa e i particolarismi ideologogici ma anche con il neoutopismo, la malinconia di sinistra e il riduzionismo economicistico.
Discorrendo di socialismo e di filosofia
D'ANTUONO, Nicola
2006-01-01
Abstract
L’ampia introduzione, gli apparati e le annotazioni e il commento, giusta la terza edizione del 1902, restituito il testo alla originaria lezione, dimostrano che Discorrendo di Socialismo e di Filosofia è ancora un classico della forma saggistica italiana ed europea e rappresenta tuttora una lotta non inutile e non arretrata al revisionismo teorico e politico novecentesco, agli ordini discorsivi, alle censure linguistiche, alle falsificazioni e alle canonizzazioni identitarie dei manuali scolastici che, tra l’altro, hanno neutralizzato un segmento notevole della tradizione italiana ed europea del materialismo storico. Nell’apologia del mestiere di storico, nell’elogio di un sapere critico e della virtù minuscola di tutti i giorni emerge Antonio Labriola, penultimo Socrate del proletariato, traduttore e fondatore del materialismo storico in Italia. Il valore filosofico, politico e letterario del saggio è notevolissimo per la satira delle arroganze, delle umane ambizioni e della vita come finzione e tragicommedia, per lo sforzo di comprendere con umorismo la prosa del reale. La forma epistolare, dialogico-discorsiva e autobiografica dell’opera, inclusa la polemica teorica e politica, scardina il classico argomentare filosofico e polemizza con il verbalismo, lo scolasticismo e la fraseologia della nostra tradizione culturale, con il canone e l’identità, con le mitologie e le metafisiche, le superstizioni di massa e i particolarismi ideologogici ma anche con il neoutopismo, la malinconia di sinistra e il riduzionismo economicistico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.