Giacomo Cavuta L’evoluzione della “Net Economy” nell’area torinese. Il passaggio ad un sistema tecnologico innovativo presenta punti di forza ma anche di debolezza quali: tendenza a localizzare in aree esterne, se non internazionali, le fasi esecutive della produzione, da parte delle imprese di maggiori dimensioni; limiti della cultura imprenditoriale, fortemente ancorata ai saperi tradizionali di prevalente origine meccanica; forte specializzazione in settori produttivi tradizionali, soprattutto in alcune aree distrettuali di piccola impresa. Il territorio ha perso la vocazione settoriale forte e si presenta come composto da un tessuto imprenditoriale, fatto prevalentemente da imprese di piccole e medie dimensioni, estremamente variegato e sempre più orientato verso il settore dei servizi e del terziario avanzato. La scelta strategica di un distretto virtuale si concentra sullo sviluppo del comparto ICT, visto come motore trainante di un modello di new economy che sostituisce alle risorse industriali tradizionali, la risorsa competitiva dell’informazione e dello sfruttamento delle nuove tecnologie digitali. La presenza di un distretto virtuale, da un lato offre a tutte le imprese collegate di fruire dei servizi in modalità “on line”, e quindi in tempo reale, ossia attivando uno strumento operativo capace di dare risposte concrete su alcuni temi, stimolando le imprese in merito a questioni ritenute strategiche per il loro sviluppo; dall’altro quello di creare uno strumento capace di sviluppare tra le imprese quel senso di mutua collaborazione ed appartenenza territoriale che esalta le capacità competitive di un sistema distrettuale, fattore oggi divenuto fondamentale per operare sui mercati internazionali. Il fattore di successo di Torino consiste nel legare in modo organico, il proprio patrimonio consolidato, cioè l’esperienza dell’organizzazione industriale, con le attività emergenti, con il distretto della net economy emergente, e che identifica un complesso di nuove attività e capacità imprenditoriali, un sistema di skills lavorativi e professionali e un reticolo di opportunità e di inediti sbocchi di mercato. Il futuro di Torino dipende probabilmente dal connettere in un continuum old e new economy, struttura manifatturiera e produzione di servizi informativi e telematici in grado di ampliare i terminali di mercato. In sostanza, la Web Economy non si sta sviluppando soltanto in direzione del consumatore finale, consentendo all’impresa di arrivare a mercati prima inaccessibili; ma soprattutto, sta costringendo le imprese a ripensare l’organizzazione del processo produttivo, le relazioni con fornitori e committenti, le strategie produttive e di mercato. Parole chiave: distretto virtuale; Net economy; Area torinese

L'evoluzione della Net Economy nell'area torinese

CAVUTA, Giacomo
2009-01-01

Abstract

Giacomo Cavuta L’evoluzione della “Net Economy” nell’area torinese. Il passaggio ad un sistema tecnologico innovativo presenta punti di forza ma anche di debolezza quali: tendenza a localizzare in aree esterne, se non internazionali, le fasi esecutive della produzione, da parte delle imprese di maggiori dimensioni; limiti della cultura imprenditoriale, fortemente ancorata ai saperi tradizionali di prevalente origine meccanica; forte specializzazione in settori produttivi tradizionali, soprattutto in alcune aree distrettuali di piccola impresa. Il territorio ha perso la vocazione settoriale forte e si presenta come composto da un tessuto imprenditoriale, fatto prevalentemente da imprese di piccole e medie dimensioni, estremamente variegato e sempre più orientato verso il settore dei servizi e del terziario avanzato. La scelta strategica di un distretto virtuale si concentra sullo sviluppo del comparto ICT, visto come motore trainante di un modello di new economy che sostituisce alle risorse industriali tradizionali, la risorsa competitiva dell’informazione e dello sfruttamento delle nuove tecnologie digitali. La presenza di un distretto virtuale, da un lato offre a tutte le imprese collegate di fruire dei servizi in modalità “on line”, e quindi in tempo reale, ossia attivando uno strumento operativo capace di dare risposte concrete su alcuni temi, stimolando le imprese in merito a questioni ritenute strategiche per il loro sviluppo; dall’altro quello di creare uno strumento capace di sviluppare tra le imprese quel senso di mutua collaborazione ed appartenenza territoriale che esalta le capacità competitive di un sistema distrettuale, fattore oggi divenuto fondamentale per operare sui mercati internazionali. Il fattore di successo di Torino consiste nel legare in modo organico, il proprio patrimonio consolidato, cioè l’esperienza dell’organizzazione industriale, con le attività emergenti, con il distretto della net economy emergente, e che identifica un complesso di nuove attività e capacità imprenditoriali, un sistema di skills lavorativi e professionali e un reticolo di opportunità e di inediti sbocchi di mercato. Il futuro di Torino dipende probabilmente dal connettere in un continuum old e new economy, struttura manifatturiera e produzione di servizi informativi e telematici in grado di ampliare i terminali di mercato. In sostanza, la Web Economy non si sta sviluppando soltanto in direzione del consumatore finale, consentendo all’impresa di arrivare a mercati prima inaccessibili; ma soprattutto, sta costringendo le imprese a ripensare l’organizzazione del processo produttivo, le relazioni con fornitori e committenti, le strategie produttive e di mercato. Parole chiave: distretto virtuale; Net economy; Area torinese
2009
9788855530477
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