Questo volume, edito in occasione della mostra "L'Officina Neoclassica. Dall'Accademia de' Pensieri all'Accademia d'Italia" tenutasi in palazzo Milzetti a Faenza, grazie anche alla presenza di una serie decisiva di materiali inediti, ha inteso verificare i legami tra la cultura figurativa di fine Settecento, dominata a Roma, a Bologna e a Faenza dalle sperimentazioni anticonvenzionali della cosiddetta “Accademia de’ Pensieri” ideata da Felice Giani, e i nuovi protagonisti che tra fine Sette e inizi Ottocento si affacciarono sulla scena cosmopolita della Roma neoclassica: i lombardi Giovan Battista Dell’Era, Luigi Ademollo, Andrea Appiani, Giuseppe Bossi e Giuseppe Diotti, i toscani Luigi Sabatelli e Pietro Benvenuti, i romani Vincenzo Camuccini e Bartolomeo Pinelli; e soprattutto Tommaso Minardi e Michele Sangiorgi, entrambe faentini di nascita e di formazione. Mentre, collocati nel giusto rilievo, il bolognese Pelagio Palagi e il veneziano Francesco Hayez, futuri e alternativi campioni della scuola romantica milanese, rappresentano gli esiti più maturi di quell’eccezionale momento formativo segnato a Roma dall’istituto dell’Accademia d’Italia, centro di formazione artistica del Regno durante gli anni del dominio napoleonico. Fu, in effetti, dalla fucina rappresentata dall’Accademia d’Italia che potè generarsi il nuovo corso della pittura italiana, ormai all'avvio della stagione romantica.
L'officina neoclassica. Dall'Accademia de' Pensieri all'Accademia d'Italia
LEONE, Francesco;
2009-01-01
Abstract
Questo volume, edito in occasione della mostra "L'Officina Neoclassica. Dall'Accademia de' Pensieri all'Accademia d'Italia" tenutasi in palazzo Milzetti a Faenza, grazie anche alla presenza di una serie decisiva di materiali inediti, ha inteso verificare i legami tra la cultura figurativa di fine Settecento, dominata a Roma, a Bologna e a Faenza dalle sperimentazioni anticonvenzionali della cosiddetta “Accademia de’ Pensieri” ideata da Felice Giani, e i nuovi protagonisti che tra fine Sette e inizi Ottocento si affacciarono sulla scena cosmopolita della Roma neoclassica: i lombardi Giovan Battista Dell’Era, Luigi Ademollo, Andrea Appiani, Giuseppe Bossi e Giuseppe Diotti, i toscani Luigi Sabatelli e Pietro Benvenuti, i romani Vincenzo Camuccini e Bartolomeo Pinelli; e soprattutto Tommaso Minardi e Michele Sangiorgi, entrambe faentini di nascita e di formazione. Mentre, collocati nel giusto rilievo, il bolognese Pelagio Palagi e il veneziano Francesco Hayez, futuri e alternativi campioni della scuola romantica milanese, rappresentano gli esiti più maturi di quell’eccezionale momento formativo segnato a Roma dall’istituto dell’Accademia d’Italia, centro di formazione artistica del Regno durante gli anni del dominio napoleonico. Fu, in effetti, dalla fucina rappresentata dall’Accademia d’Italia che potè generarsi il nuovo corso della pittura italiana, ormai all'avvio della stagione romantica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.