Pubblicato nel volume della prestigiosa collana Mirabilia Italie dedicato alla Cappella Palatina di Palermo, questo lungo e denso saggio per la prima volta esamina la storia artistica della Cappella dopo l’età normanna: gli interventi di restauro e trasformazione sono per un verso analizzati di volta in volta come espressione della cultura artistica dell’epoca, dall’alto lato compresi nella loro significazione. Nel ‘400 Ferdinando d’Aragona è il nuovo Ruggero defensor fidei; per la prima volta con documenti inediti e con una lettura complessiva si è delineata la facies cinquecentesca e controriformata della cappella, modificata sostanzialmente, e attarverso i cerimoniali anche gli usi degli spazi viceregi. Dopo una serie di restauri promossi dai Borboni (di cui si dà conto nella tecnica e nei risultati figurativi), alla fine del ‘700 nasce il mito della cappella, secondo l’autrice per l’identificazione illuminista in Ruggero II e nel suo monumento dell’unione di culture (nord e sud, oriene e occidente) e delle tre religioni. Per l’800 e ‘900 sono stati ricostruiti tutti gli interventi, e si è potuto filologicamente comprendere che alcune letture di spazi e immagini del secondo ‘900 si basavano su interventi ottocenteschi e non originali.
Palinsesto Palatina. Le arti, le trasformazioni, gli usi e i restauri da Federico II ai Savoia
AURIGEMMA, Maria Giulia;
2010-01-01
Abstract
Pubblicato nel volume della prestigiosa collana Mirabilia Italie dedicato alla Cappella Palatina di Palermo, questo lungo e denso saggio per la prima volta esamina la storia artistica della Cappella dopo l’età normanna: gli interventi di restauro e trasformazione sono per un verso analizzati di volta in volta come espressione della cultura artistica dell’epoca, dall’alto lato compresi nella loro significazione. Nel ‘400 Ferdinando d’Aragona è il nuovo Ruggero defensor fidei; per la prima volta con documenti inediti e con una lettura complessiva si è delineata la facies cinquecentesca e controriformata della cappella, modificata sostanzialmente, e attarverso i cerimoniali anche gli usi degli spazi viceregi. Dopo una serie di restauri promossi dai Borboni (di cui si dà conto nella tecnica e nei risultati figurativi), alla fine del ‘700 nasce il mito della cappella, secondo l’autrice per l’identificazione illuminista in Ruggero II e nel suo monumento dell’unione di culture (nord e sud, oriene e occidente) e delle tre religioni. Per l’800 e ‘900 sono stati ricostruiti tutti gli interventi, e si è potuto filologicamente comprendere che alcune letture di spazi e immagini del secondo ‘900 si basavano su interventi ottocenteschi e non originali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.