Il settore del trasporto pubblico locale (TPL) in Italia ha subito nel corso degli ultimi anni un profondo processo di trasformazione che ne ha ridefinito la struttura, il grado di concorrenza, l’operatività. Il ripristino di un adeguato livello di libera concorrenza nel e per il mercato ha indotto il legislatore comunitario e il legislatore nazionale/regionale ad avviare una rilevante politica di privatizzazione delle aziende e di liberalizzazione del mercato. Nonostante la privatizzazione il settore del TPL continua a caratterizzarsi per la massiccia presenza di gestori pubblici, sebbene sovente affidatari del servizio all’esito di procedure competitive. L’obiettivo del presente lavoro è quello di descrivere lo stato del settore e di verificare i risultati prodotti dalla ristrutturazione avviata con il decreto Burlando. A tal fine vengono analizzate le strategie tese al miglioramento dell’efficienza aziendale (con i processi di privatizzazione) e al miglioramento dell’efficienza di settore in senso stretto (con i processi di liberalizzazione) nonché i meccanismi tesi ad assicurare i livelli minimi di servizio rispondenti a finalità di tipo sociale (con i processi di regolamentazione). Lo stato del sistema viene descritto attraverso un’analisi empirica condotta sui dati camerali e di bilancio delle imprese iscritte all’ASSTRA (dunque rappresentativa dell’intera popolazione delle imprese “partecipate” di trasporto pubblico locale), distinguendo tra imprese controllate da enti territoriali (tipo A) e imprese controllate da soggetti privati (tipo B). A dieci anni dall’avvio del processo di riforma emerge un quadro in chiaro-scuro: al momento di forte discontinuità ha fatto seguito un adattamento del sistema che, pur recependo nella forma tutte le innovazioni previste, ne ha tradito nella sostanza lo spirito. L’analisi empirica ha consentito di evidenziare come: 1) le imprese del tipo A siano meno indebitate, meno efficienti e meno redditizie rispetto a quelle del tipo B; 2) per entrambe le tipologie, nel periodo esaminato siano aumentati i ricavi di vendita; tale trend si sia accompagnato, nelle imprese del tipo A, ad un incremento della redditività operativa (per un miglioramento dei livelli di economicità, dovuto a sua volta ad una minore incidenza dei costi del personale sui ricavi), mentre, nelle imprese del tipo B, i maggiori ricavi e la riduzione degli oneri finanziari abbiano consentito un incremento della redditività netta; 3) a parità di altre condizioni, la redditività sia inversamente proporzionale al tasso di indebitamento, alla frammentazione della proprietà e alla “volatilità” dell’organo amministrativo; 4) la localizzazione rappresenti una variabile esplicativa particolarmente rilevante rispetto ai modelli di governance e alle performance delle imprese di TPL (con imprese del meridione di maggiori dimensioni, meno “liquide”, dunque oberate da maggiori oneri finanziari, con maggiore concentrazione azionaria, meno efficienti e meno redditizie).
Il trasporto pubblico locale dal protezionismo al mercato. Evidenze empiriche sulle aziede del settore
D'AMICO, Luciano;PALUMBO, Riccardo
2008-01-01
Abstract
Il settore del trasporto pubblico locale (TPL) in Italia ha subito nel corso degli ultimi anni un profondo processo di trasformazione che ne ha ridefinito la struttura, il grado di concorrenza, l’operatività. Il ripristino di un adeguato livello di libera concorrenza nel e per il mercato ha indotto il legislatore comunitario e il legislatore nazionale/regionale ad avviare una rilevante politica di privatizzazione delle aziende e di liberalizzazione del mercato. Nonostante la privatizzazione il settore del TPL continua a caratterizzarsi per la massiccia presenza di gestori pubblici, sebbene sovente affidatari del servizio all’esito di procedure competitive. L’obiettivo del presente lavoro è quello di descrivere lo stato del settore e di verificare i risultati prodotti dalla ristrutturazione avviata con il decreto Burlando. A tal fine vengono analizzate le strategie tese al miglioramento dell’efficienza aziendale (con i processi di privatizzazione) e al miglioramento dell’efficienza di settore in senso stretto (con i processi di liberalizzazione) nonché i meccanismi tesi ad assicurare i livelli minimi di servizio rispondenti a finalità di tipo sociale (con i processi di regolamentazione). Lo stato del sistema viene descritto attraverso un’analisi empirica condotta sui dati camerali e di bilancio delle imprese iscritte all’ASSTRA (dunque rappresentativa dell’intera popolazione delle imprese “partecipate” di trasporto pubblico locale), distinguendo tra imprese controllate da enti territoriali (tipo A) e imprese controllate da soggetti privati (tipo B). A dieci anni dall’avvio del processo di riforma emerge un quadro in chiaro-scuro: al momento di forte discontinuità ha fatto seguito un adattamento del sistema che, pur recependo nella forma tutte le innovazioni previste, ne ha tradito nella sostanza lo spirito. L’analisi empirica ha consentito di evidenziare come: 1) le imprese del tipo A siano meno indebitate, meno efficienti e meno redditizie rispetto a quelle del tipo B; 2) per entrambe le tipologie, nel periodo esaminato siano aumentati i ricavi di vendita; tale trend si sia accompagnato, nelle imprese del tipo A, ad un incremento della redditività operativa (per un miglioramento dei livelli di economicità, dovuto a sua volta ad una minore incidenza dei costi del personale sui ricavi), mentre, nelle imprese del tipo B, i maggiori ricavi e la riduzione degli oneri finanziari abbiano consentito un incremento della redditività netta; 3) a parità di altre condizioni, la redditività sia inversamente proporzionale al tasso di indebitamento, alla frammentazione della proprietà e alla “volatilità” dell’organo amministrativo; 4) la localizzazione rappresenti una variabile esplicativa particolarmente rilevante rispetto ai modelli di governance e alle performance delle imprese di TPL (con imprese del meridione di maggiori dimensioni, meno “liquide”, dunque oberate da maggiori oneri finanziari, con maggiore concentrazione azionaria, meno efficienti e meno redditizie).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.