Come si configura la necessità di progettare in modo sostenibile Dall’esordio del termine "sostenibile" al concetto di sviluppo sostenibile la riflessione invita a riconsiderare il proprio "stile di vita"; ma se in maniera più diffusa sono subito richiamati atteggiamenti e azioni legati al vivere quotidiano che cosa significa nel campo specifico dell’architettura? Su cosa basare la sostenibilità per il progetto di architettura Un primo segnale significativo e illuminante viene dal dibattito sui modelli economici; muoviamo dai principi messi in campo da Daly ["per la gestione delle risorse ci sono due ovvi principi di sviluppo sostenibile: il primo, la velocità del prelievo dovrebbe essere pari alla velocità di rigenerazione (rendimento sostenibile); il secondo, la velocità di produzione dei rifiuti dovrebbe essere uguale alle capacità naturali di assorbimento da parte degli ecosistemi in cui i rifiuti vengono emessi (capacità di assorbimento)]. Si configura una sfida, caratterizzata da quella responsabilità insita nella richiesta di sostenibilità, che dovrebbe determinare la molla per il nuovo progetto delle architetture, delle città e del territorio e che attualmente ci deve indirizzare verso una visione ampia e di lunga gittata nel tempo, come configurazione di progetti transgenerazionali. Come si amplia lo scenario del progetto sostenibile: dall’edificio alla città, al territorio; dalle risorse, all’economia, al mercato del lavoro La trasferibilità dei principi richiamati da Daly nell’approccio al progetto è cosa complessa e ancora dibattuta; appare acquisito, per ora, che un edificio sarà più sostenibile se costruito con materiali rinnovabili, se “consumerà” meno energia per assicurare il comfort ai fruitori, se adotterà un sistema di recupero dell’acqua piovana, se sarà realizzato con sistemi a secco per essere facilmente mantenuto e poi de-costruito. Ma una città potrà essere dichiarata sostenibile se riuscirà ad essere costituita da tutti edifici sostenibili? In realtà la sostenibilità dei singoli edifici sarà condizione necessaria ma non sufficiente. Ne è testimonianza il fatto che, a partire dal ’94, il dibattito sulla sostenibilità prima rivolto agli edifici è stata indirizzato, con la “I conferenza europea delle città sostenibili” tenuta ad Aalborg, alla qualità della città, che ha cominciato ad essere l’argomento centrale da affrontare per approfondire le questioni inerenti lo sviluppo sostenibile. Come trasferire i criteri globali sulle realtà locali Nella I Conferenza sulle città sostenibili è stato sottolineato che ogni città ha la sua specificità e occorre quindi che per ognuna si trovi la propria via per la sostenibilità, fermi restando i principi basilari di riferimento. Ci dobbiamo preparare a immaginare il panorama delle nuove città che, dai dati esposti, potrebbero emergere in forme diverse, molto lontane da quelle che usualmente vengono veicolate, da aggiungere al repertorio in costruzione. La valutazione della sostenibilità, infine, va perseguita non solo realizzando un controllo della qualità ecosistemica dei prodotti edilizi nel ciclo di vita, ma anche operando nell'opposizione all'omologazione del paesaggio antropico verso nuove tipicità, ad esempio indirizzate ad una caratterizzazione materica, produttiva e culturale connessa alle risorse locali, contestualizzata.

Cultura tecnologica e progetto sostenibile. Idee e proposte ecosostenibili per i territori del sisma aquilano

FORLANI, Maria Cristina
2010-01-01

Abstract

Come si configura la necessità di progettare in modo sostenibile Dall’esordio del termine "sostenibile" al concetto di sviluppo sostenibile la riflessione invita a riconsiderare il proprio "stile di vita"; ma se in maniera più diffusa sono subito richiamati atteggiamenti e azioni legati al vivere quotidiano che cosa significa nel campo specifico dell’architettura? Su cosa basare la sostenibilità per il progetto di architettura Un primo segnale significativo e illuminante viene dal dibattito sui modelli economici; muoviamo dai principi messi in campo da Daly ["per la gestione delle risorse ci sono due ovvi principi di sviluppo sostenibile: il primo, la velocità del prelievo dovrebbe essere pari alla velocità di rigenerazione (rendimento sostenibile); il secondo, la velocità di produzione dei rifiuti dovrebbe essere uguale alle capacità naturali di assorbimento da parte degli ecosistemi in cui i rifiuti vengono emessi (capacità di assorbimento)]. Si configura una sfida, caratterizzata da quella responsabilità insita nella richiesta di sostenibilità, che dovrebbe determinare la molla per il nuovo progetto delle architetture, delle città e del territorio e che attualmente ci deve indirizzare verso una visione ampia e di lunga gittata nel tempo, come configurazione di progetti transgenerazionali. Come si amplia lo scenario del progetto sostenibile: dall’edificio alla città, al territorio; dalle risorse, all’economia, al mercato del lavoro La trasferibilità dei principi richiamati da Daly nell’approccio al progetto è cosa complessa e ancora dibattuta; appare acquisito, per ora, che un edificio sarà più sostenibile se costruito con materiali rinnovabili, se “consumerà” meno energia per assicurare il comfort ai fruitori, se adotterà un sistema di recupero dell’acqua piovana, se sarà realizzato con sistemi a secco per essere facilmente mantenuto e poi de-costruito. Ma una città potrà essere dichiarata sostenibile se riuscirà ad essere costituita da tutti edifici sostenibili? In realtà la sostenibilità dei singoli edifici sarà condizione necessaria ma non sufficiente. Ne è testimonianza il fatto che, a partire dal ’94, il dibattito sulla sostenibilità prima rivolto agli edifici è stata indirizzato, con la “I conferenza europea delle città sostenibili” tenuta ad Aalborg, alla qualità della città, che ha cominciato ad essere l’argomento centrale da affrontare per approfondire le questioni inerenti lo sviluppo sostenibile. Come trasferire i criteri globali sulle realtà locali Nella I Conferenza sulle città sostenibili è stato sottolineato che ogni città ha la sua specificità e occorre quindi che per ognuna si trovi la propria via per la sostenibilità, fermi restando i principi basilari di riferimento. Ci dobbiamo preparare a immaginare il panorama delle nuove città che, dai dati esposti, potrebbero emergere in forme diverse, molto lontane da quelle che usualmente vengono veicolate, da aggiungere al repertorio in costruzione. La valutazione della sostenibilità, infine, va perseguita non solo realizzando un controllo della qualità ecosistemica dei prodotti edilizi nel ciclo di vita, ma anche operando nell'opposizione all'omologazione del paesaggio antropico verso nuove tipicità, ad esempio indirizzate ad una caratterizzazione materica, produttiva e culturale connessa alle risorse locali, contestualizzata.
2010
9788860556042
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/181267
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