L'Atlante del Barocco. Umbria è uno dei volumi della collana degli Atlanti del Barocco in Italia curati dal Centro di Studi per la cultura e l'immagine di Roma insieme con varie istituzioni pubbliche e private italiane. Il volume da me curato con la collaborazione di Marcello Villani rappresenta un primo approccio a tematiche nuove e dalle ricerche condotte direttamente sul territorio, presso archivi e biblioteche pubblici e privati, emerge un quadro diverso di una regione che è sempre stata considerata di chiara impronta medievale quando, ad un'analisi più dettagliata, emergono diffuse espressioni barocche. L'Umbria è una regione di transito per i collegamenti dello Stato pontificio verso gli approdi marittimi e per i collegamenti con gli stati del nord dell'Italia; le sue architetture manifestano quindi intromissioni culturali diverse da quelle del territorio romano prima che queste intrusioni fossero acquisite anche nella stessa capitale. E' però anche l'insieme di piccoli feudi familiari che rappresentavano la redditività per un casato; territori da coltivare e incrementare per i ricorrenti periodi di crisi economica. Nel mio saggio, di collegamento tra i diversi contributi critici di studiosi invitati a collaborare all'iniziativa, si affronta tutto ciò in un quadro critico dell'evolversi degli insediamenti e dell'architettura in Umbria. Dopo una introduzione sulle potenzialità del territorio antico – una strutturazione permanente anche nei secoli successivi – le fasi cinquecentesche hanno visto l'espressività di professionisti affermati in architetture innovative di vasta risonanza nazionale e internazionale; a ciò è seguito un periodo altrettanto apprezzabile nell'età della "transizione" verso un Barocco che non ha portato a manifestazioni analoghe alle contemporanee nel territorio romano e il brillante periodo cinquecentesco non ha avuto continuità. Il Barocco in Umbria si esprime con notevole ritardo e con forme ridondanti tanto da poterlo assimilare più al Rococò che alla piena fase barocca espressa a Roma. A ciò è dedicata la parte successiva del saggio in cui, attraverso l'analisi di alcune architetture e di committenze – come quelle degli Ordini religiosi – si cerca la spiegazione di un fenomeno che sembra ripetersi anche in altri stati italiani; ma su ciò mancano ancora ricerche esaustive e, soprattutto, inquadramenti generali del tema. Nella conclusione viene quindi sistematizzato il quadro emerso dall'analisi precedente, definendo alcuni indirizzi da seguire nelle ulteriori ricerche sulle linee culturali che si manifestano nel tardo Barocco e nel primo Settecento, ancora troppo limitate alle Scuole delle figure professionali emergenti e maggiormente studiate.

Architetti, committenti, indirizzi

MARCUCCI, Laura
2012-01-01

Abstract

L'Atlante del Barocco. Umbria è uno dei volumi della collana degli Atlanti del Barocco in Italia curati dal Centro di Studi per la cultura e l'immagine di Roma insieme con varie istituzioni pubbliche e private italiane. Il volume da me curato con la collaborazione di Marcello Villani rappresenta un primo approccio a tematiche nuove e dalle ricerche condotte direttamente sul territorio, presso archivi e biblioteche pubblici e privati, emerge un quadro diverso di una regione che è sempre stata considerata di chiara impronta medievale quando, ad un'analisi più dettagliata, emergono diffuse espressioni barocche. L'Umbria è una regione di transito per i collegamenti dello Stato pontificio verso gli approdi marittimi e per i collegamenti con gli stati del nord dell'Italia; le sue architetture manifestano quindi intromissioni culturali diverse da quelle del territorio romano prima che queste intrusioni fossero acquisite anche nella stessa capitale. E' però anche l'insieme di piccoli feudi familiari che rappresentavano la redditività per un casato; territori da coltivare e incrementare per i ricorrenti periodi di crisi economica. Nel mio saggio, di collegamento tra i diversi contributi critici di studiosi invitati a collaborare all'iniziativa, si affronta tutto ciò in un quadro critico dell'evolversi degli insediamenti e dell'architettura in Umbria. Dopo una introduzione sulle potenzialità del territorio antico – una strutturazione permanente anche nei secoli successivi – le fasi cinquecentesche hanno visto l'espressività di professionisti affermati in architetture innovative di vasta risonanza nazionale e internazionale; a ciò è seguito un periodo altrettanto apprezzabile nell'età della "transizione" verso un Barocco che non ha portato a manifestazioni analoghe alle contemporanee nel territorio romano e il brillante periodo cinquecentesco non ha avuto continuità. Il Barocco in Umbria si esprime con notevole ritardo e con forme ridondanti tanto da poterlo assimilare più al Rococò che alla piena fase barocca espressa a Roma. A ciò è dedicata la parte successiva del saggio in cui, attraverso l'analisi di alcune architetture e di committenze – come quelle degli Ordini religiosi – si cerca la spiegazione di un fenomeno che sembra ripetersi anche in altri stati italiani; ma su ciò mancano ancora ricerche esaustive e, soprattutto, inquadramenti generali del tema. Nella conclusione viene quindi sistematizzato il quadro emerso dall'analisi precedente, definendo alcuni indirizzi da seguire nelle ulteriori ricerche sulle linee culturali che si manifestano nel tardo Barocco e nel primo Settecento, ancora troppo limitate alle Scuole delle figure professionali emergenti e maggiormente studiate.
2012
9788880166931
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/196456
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