Solo l’eremita s. Antonio abate ha avuto pietà del porco. La cultura popolare italiana ha pietà dei gatti, dei cani, degli uccelli, ma considera il porco come emblema della lussuria, del demonio o della sporcizia, pur cibandosi da millenni delle sue carni. Eppure nel folklore esso è animale amatissimo che ci piace vedere ai piedi del Santo suo signore, o ruzzare intorno alla contadina che lo alleva, che lo chiama zirì o con l’antico vezzeggiativo nino, che in lingua spagnola vuol dire bello, mentre si solleva sulle corte zampe: è una creatura di cui si apprezzano solo porchetta, ventricine e salsicce, e che forse ha un’anima, specchio della falsità con cui l’uomo circonda le buone maniere e la “civiltà”. Era ora che gli si rendesse gratitudine e onore, e che un piccolo comune abruzzese, Carpineto Sinello, realizzasse un Museo e un Centro Studi dedicati all’eccellenza del maiale.
Porcolandia. Carpineto Sinello e il Museo del Maiale
GIANCRISTOFARO, Lia
2008-01-01
Abstract
Solo l’eremita s. Antonio abate ha avuto pietà del porco. La cultura popolare italiana ha pietà dei gatti, dei cani, degli uccelli, ma considera il porco come emblema della lussuria, del demonio o della sporcizia, pur cibandosi da millenni delle sue carni. Eppure nel folklore esso è animale amatissimo che ci piace vedere ai piedi del Santo suo signore, o ruzzare intorno alla contadina che lo alleva, che lo chiama zirì o con l’antico vezzeggiativo nino, che in lingua spagnola vuol dire bello, mentre si solleva sulle corte zampe: è una creatura di cui si apprezzano solo porchetta, ventricine e salsicce, e che forse ha un’anima, specchio della falsità con cui l’uomo circonda le buone maniere e la “civiltà”. Era ora che gli si rendesse gratitudine e onore, e che un piccolo comune abruzzese, Carpineto Sinello, realizzasse un Museo e un Centro Studi dedicati all’eccellenza del maiale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.