Nel rilievo dell’architettura, oggi, i momenti principali e più importanti sono rappresentati dalla realizzazione di pianta, prospetti e sezioni longitudinali e trasversali. Tradizionalmente viene presa in considerazione una sezione rappresentata da un ideale piano orizzontale ad una altezza in genere di m 1,2 da terra. Applicando le regole già note si può considerare il muro intonacato come limite della pianta stessa oppure ad una altezza relazionata alle aperture. Lo stesso si può fare per la sezione longitudinale o trasversale. L’insieme di queste tre fasi sopra indicate porta ad una rappresentazione statica del manufatto. Per avere più informazioni occorre effettuare diverse sezioni orizzontali alle varie altezze, nonché altre sezioni longitudinali e trasversali nella fase di rilevamento. è nostro intendimento tentare di cambiare il modo di vedere l‘intervento di rilievo tenendo conto della complessità della tridimensionalità degli ambienti e degli oggetti architettonici in essi contenuti e concepi- re il manufatto da rilevare come un unico oggetto tridimensionale formato da una serie di sotto oggetti, ciascuno dei quali sia in grado di vivere per proprio conto. A tale proposito si può fare un confron- to tra la metodologia utilizzata per la programmazione di software nell’informatica e quella messa in atto per il rilievo in architettura. Fino ad alcuni anni fa la programmazione nel campo dell’informa- tica avveniva in maniera procedurale mettendo insieme tante parti concorrenti alla formazione di un programma finale, ma esse erano senza senso se non inserite nel contesto generale. Ultimamente la logica formativa del software è cambiata con l’introduzione della programmazione orientata agli oggetti. Il nuovo indirizzo operativo ha sollecitato i programmatori a modificare radicalmente l’approccio, sia in termini teorici che pratici, al problema della creazione di nuovi programmi. La novità consiste nel concepire un software come un insieme di oggetti in grado di vivere autonomamente, anche se, uniti fra loro, sono in grado di svolgere compiti e funzioni delegati a un software finale. Lo stesso concetto è stato posto come base nel lavoro di rilievo in architettura in cui il manufatto da rilevare è stato considerato come un modello unico formato da tanti sub-oggetti, in grado, come detto in precedenza di sussistere per proprio conto e capaci di fornire numerosissime e diverse informazioni sul manufat- to stesso preso nella sua globalità. In tal modo dal modello finale sca- turito dal rilievo effettuato è possibile desumere piante a vari livelli e ogni tipo di sezione longitudinale e trasversale. Con questa ottica nasce il cosiddetto rilievo ad oggetti.

23) " Il rilievo 3D ad Oggetto." Di Pierpaolo Palka

PALKA, Pierpaolo
2011-01-01

Abstract

Nel rilievo dell’architettura, oggi, i momenti principali e più importanti sono rappresentati dalla realizzazione di pianta, prospetti e sezioni longitudinali e trasversali. Tradizionalmente viene presa in considerazione una sezione rappresentata da un ideale piano orizzontale ad una altezza in genere di m 1,2 da terra. Applicando le regole già note si può considerare il muro intonacato come limite della pianta stessa oppure ad una altezza relazionata alle aperture. Lo stesso si può fare per la sezione longitudinale o trasversale. L’insieme di queste tre fasi sopra indicate porta ad una rappresentazione statica del manufatto. Per avere più informazioni occorre effettuare diverse sezioni orizzontali alle varie altezze, nonché altre sezioni longitudinali e trasversali nella fase di rilevamento. è nostro intendimento tentare di cambiare il modo di vedere l‘intervento di rilievo tenendo conto della complessità della tridimensionalità degli ambienti e degli oggetti architettonici in essi contenuti e concepi- re il manufatto da rilevare come un unico oggetto tridimensionale formato da una serie di sotto oggetti, ciascuno dei quali sia in grado di vivere per proprio conto. A tale proposito si può fare un confron- to tra la metodologia utilizzata per la programmazione di software nell’informatica e quella messa in atto per il rilievo in architettura. Fino ad alcuni anni fa la programmazione nel campo dell’informa- tica avveniva in maniera procedurale mettendo insieme tante parti concorrenti alla formazione di un programma finale, ma esse erano senza senso se non inserite nel contesto generale. Ultimamente la logica formativa del software è cambiata con l’introduzione della programmazione orientata agli oggetti. Il nuovo indirizzo operativo ha sollecitato i programmatori a modificare radicalmente l’approccio, sia in termini teorici che pratici, al problema della creazione di nuovi programmi. La novità consiste nel concepire un software come un insieme di oggetti in grado di vivere autonomamente, anche se, uniti fra loro, sono in grado di svolgere compiti e funzioni delegati a un software finale. Lo stesso concetto è stato posto come base nel lavoro di rilievo in architettura in cui il manufatto da rilevare è stato considerato come un modello unico formato da tanti sub-oggetti, in grado, come detto in precedenza di sussistere per proprio conto e capaci di fornire numerosissime e diverse informazioni sul manufat- to stesso preso nella sua globalità. In tal modo dal modello finale sca- turito dal rilievo effettuato è possibile desumere piante a vari livelli e ogni tipo di sezione longitudinale e trasversale. Con questa ottica nasce il cosiddetto rilievo ad oggetti.
2011
9788854839878
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/230206
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