Nel giugno del 1915, Giuseppe Prezzolini interviene nell’acceso dibattito sulla guerra e sulle mire espansionistiche dell’Italia nell’area adriatico-balcanica con lo scritto la Dalmazia, pubblicato dalla “Libreria della Voce”, la casa editrice da lui fondata a Firenze nel 1911. Stigmatizzando il vuoto politico del nazionalismo italiano, la sua vacua retorica e la mancanza di una sua rigorosa analisi del coevo panorama politico internazionale. Prezzolini, che appena qualche mese prima su “Il popolo d’Italia” nell’articolo” Il problema di Fiume” ha rivendicato l’italianità della città e del suo territorio, nel nuovo lavoro smonta, con una serie di precise osservazioni storiche, la tesi “aerea e astratta” dei nazionalisti, che ritengono la Dalmazia una regione italiana per il dominio plurisecolare di Venezia, per l’influenza culturale esercitata dalla serenissima su di essa, per la presenza di una folta comunità italiana e per il persistente bilinguismo. Prezzolini sottolinea l’opportunità per l’Italia di una politica di pace con gli Slavi del Sud, tesa alla neutralizzazione geostrategica dell’Adriatico, e auspica con Salvemini e Gentile che la guerra possa generare nel paese un radicale rinnovamento morale. Nella pagine introduttive Giovanni Brancaccio ricostruisce il fitto intreccio della “questione dalmatica” contestualizzando lo scritto del Prezzolini nel pieno dell’esplosione del nazionalismo adriatico.

La Dalmazia

BRANCACCIO, Giovanni
2010-01-01

Abstract

Nel giugno del 1915, Giuseppe Prezzolini interviene nell’acceso dibattito sulla guerra e sulle mire espansionistiche dell’Italia nell’area adriatico-balcanica con lo scritto la Dalmazia, pubblicato dalla “Libreria della Voce”, la casa editrice da lui fondata a Firenze nel 1911. Stigmatizzando il vuoto politico del nazionalismo italiano, la sua vacua retorica e la mancanza di una sua rigorosa analisi del coevo panorama politico internazionale. Prezzolini, che appena qualche mese prima su “Il popolo d’Italia” nell’articolo” Il problema di Fiume” ha rivendicato l’italianità della città e del suo territorio, nel nuovo lavoro smonta, con una serie di precise osservazioni storiche, la tesi “aerea e astratta” dei nazionalisti, che ritengono la Dalmazia una regione italiana per il dominio plurisecolare di Venezia, per l’influenza culturale esercitata dalla serenissima su di essa, per la presenza di una folta comunità italiana e per il persistente bilinguismo. Prezzolini sottolinea l’opportunità per l’Italia di una politica di pace con gli Slavi del Sud, tesa alla neutralizzazione geostrategica dell’Adriatico, e auspica con Salvemini e Gentile che la guerra possa generare nel paese un radicale rinnovamento morale. Nella pagine introduttive Giovanni Brancaccio ricostruisce il fitto intreccio della “questione dalmatica” contestualizzando lo scritto del Prezzolini nel pieno dell’esplosione del nazionalismo adriatico.
2010
Adriatica Moderna. Testi
978-88-96177-11-2
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