Nell’analisi metrica i grammatici antichi seguirono due differenti indirizzi interpretativi, l’uno analitico e basato sulla ripetizione e la combinazione di determinati metra prototypa, l’altro imperniato sulla derivazione di tutti i versi dall’esametro epico e dal trimetro giambico. I «due sistemi metrici dell’antichità» (F. Leo) ebbero origini e sviluppo indipendenti, anche se, a prima vista, le operazioni derivazioniste di adiectio, detractio, concinnatio e permutatio possono ricordare i procedimenti adottati da alcuni rappresentanti dell’opposto indirizzo (Eliodoro, Aftonio) per stabilire rapporti di parentela tra metra prototypa dissimili (capitolo I). Che poi, sebbene piú recente, il sistema derivazionista — attestato in ambito greco quasi solo negli scholia al libro XIII dell’Anthologia Palatina — sia penetrato per primo nella cultura latina, risulta provato dai frammenti varroniani di argomento metrico, ampiamente discussi nei capitoli II-VI. Varrone non scrisse però un vero e proprio manuale de metris e neppure dedicò alla metrica un’estesa sezione dei Disciplinarum libri o una qualche satira menippea, come pure si è creduto in passato. Fu invece in un libro del De sermone Latino che egli analizzò i versi lunghi e i cola lirici ricalcati sui modelli greci dai poeti latini arcaici e, per spiegarne l’inventio e la natura ritmica, rinnovò in ambiente romano il metodo derivazionista, contribuendo a determinarne il successo tra i grammatici latini, consacrato in età neroniana dal poeta e metricologo Cesio Basso.
Varrone e la tradizione metrica antica
D'ALESSANDRO, Paolo
2012-01-01
Abstract
Nell’analisi metrica i grammatici antichi seguirono due differenti indirizzi interpretativi, l’uno analitico e basato sulla ripetizione e la combinazione di determinati metra prototypa, l’altro imperniato sulla derivazione di tutti i versi dall’esametro epico e dal trimetro giambico. I «due sistemi metrici dell’antichità» (F. Leo) ebbero origini e sviluppo indipendenti, anche se, a prima vista, le operazioni derivazioniste di adiectio, detractio, concinnatio e permutatio possono ricordare i procedimenti adottati da alcuni rappresentanti dell’opposto indirizzo (Eliodoro, Aftonio) per stabilire rapporti di parentela tra metra prototypa dissimili (capitolo I). Che poi, sebbene piú recente, il sistema derivazionista — attestato in ambito greco quasi solo negli scholia al libro XIII dell’Anthologia Palatina — sia penetrato per primo nella cultura latina, risulta provato dai frammenti varroniani di argomento metrico, ampiamente discussi nei capitoli II-VI. Varrone non scrisse però un vero e proprio manuale de metris e neppure dedicò alla metrica un’estesa sezione dei Disciplinarum libri o una qualche satira menippea, come pure si è creduto in passato. Fu invece in un libro del De sermone Latino che egli analizzò i versi lunghi e i cola lirici ricalcati sui modelli greci dai poeti latini arcaici e, per spiegarne l’inventio e la natura ritmica, rinnovò in ambiente romano il metodo derivazionista, contribuendo a determinarne il successo tra i grammatici latini, consacrato in età neroniana dal poeta e metricologo Cesio Basso.File | Dimensione | Formato | |
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