Dopo l'Unità d'Italia nei Piani Regolatori redatti dal Viviani nel 1873 e nel 1883 non si considera la realtà, ormai in attuazione, di uno sviluppo urbano fuori delle Mura aureliane che verrà inserita nella pianificazione solo molto dopo, quando Sanjust elaborerà, nel 1909, il suo Piano poi fortemente dibattuto. In questi anni intermedi parteciperà al dibattito architettonico nazionale e internazionale anche Gustavo Giovannoni, giovane laureato in Ingegneria civile con specializzazione in Ingegneria sanitaria che, attratto in quegli anni anche dalla Storia dell'arte insegnata da Adolfo Venturi, la approfondirà, frequentando il suo Corso universitario. Coniugherà così, in un insolito connubio di esperienze, indirizzi culturali fondanti per la progressione successiva della sua carriera di teorico e progettista. Il suo ruolo di ascoltato consulente nell'espansione delle città, nel risanamento delle città storiche, negli indirizzi per architetture nuove ma "italiane" sono note; tutto ciò è anche collegato ai suoi propositi, inseguiti per lungo tempo e alla fine realizzati, di creare una Facoltà di Architettura, cioè di indirizzare la formazione universitaria verso la specializzazione di una figura professionale differente, per competenze, da quella dell'ingegnere. Necessario a ciò è l'approfondimento dell'insegnamento storico, lo studio delle realtà architettoniche costruite e dello sviluppo urbano attraverso la loro evoluzione. Quindi, un approccio nuovo alla professione che già era stata nei propositi del suo docente universitario di riferimento accademico, Guglielmo Calderini – di cui rileverà la Cattedra universitaria – ma anche di altri, come Milani con cui collaborerà agli inizi della sua attività professionale. E' proprio questo aspetto della sua fase formativa di architetto che mi sembra finora poco esplorata e che viene indagata nel saggio con disegni poco noti o inediti elaborati in questi anni. Quale ingegnere sanitario – si era laureato con una tesi su un mercato coperto – di cui sono riconosciute le capacità tecniche, è incaricato dalla Società Peroni di studiare la possibilità dell'inserimento a Roma di nuovi impianti frigoriferi e per loro progetta prima uno châlet e poi il vasto complesso intorno a piazza Alessandria a Roma con molteplici richiami a quanto si elaborava nella struttura e nelle forme architettoniche in opere d'Oltralpe, come l'Inghilterra e la Germania. Richiami al mondo anglosassone sono evidenti nei suoi studi per villette, e ne è testimonianza la costruzione della villa di Adolfo Venturi a Baiso e villa Torlonia in Corso d'Italia a Roma. Giovannoni, nei suoi primi anni di attività, mette quindi 'a punto' l'architettura di tipologie nuove o rinnovate per lo sviluppo della città; a quelle ricordate in questo saggio va aggiunta la tipologia del palazzetto che più delle altre si ricollega però al tipo consueto del palazzo romano. Tutto ciò mentre con colleghi e amici 'mette a punto' le sue teorie già richiamate che lo renderanno noto e studiato sia in Italia che all'estero. Il volume è il secondo – e a questo coordinato – su un analogo argomento pubblicato nella collana "Presenze". Il primo volume, curato da Maria Luisa Neri ("Dibattito internazionale e realtà locali", edito nel 2011) introduce e amplia gli argomenti analizzati nel secondo ("Progetto e città nell'architettura italiana"). Dedicato prevalentemente ai giudizi espressi nelle riviste straniere sull'architettura italiana degli anni tra le due guerre mondiali, il volume curato da M. L. Neri ha un'interessante appendice sull'attività architettonica che prelude alla trattazione del secondo volume. La cura del volume "Progetto e città nell'architettura italiana" si è espressa nell'indirizzare le ricerche degli studiosi invitati a collaborare verso esemplificazioni del tema trattato, con argomenti significativi per il ruolo di Giovannoni sia nell'espansione di Roma verso nord-est, sia nella strutturazione di poli esterni alla città e nel sud dell'Italia; ciò finalizzato anche alla comprensione di una pratica architettonica di protagonisti nella professione che ne hanno condiviso le idee e le impostazioni culturali.

Da châlet a fabbrica: gli impianti della birreria Peroni e il ruolo di Giovannoni nell’espansione di Roma

MARCUCCI, Laura
2012-01-01

Abstract

Dopo l'Unità d'Italia nei Piani Regolatori redatti dal Viviani nel 1873 e nel 1883 non si considera la realtà, ormai in attuazione, di uno sviluppo urbano fuori delle Mura aureliane che verrà inserita nella pianificazione solo molto dopo, quando Sanjust elaborerà, nel 1909, il suo Piano poi fortemente dibattuto. In questi anni intermedi parteciperà al dibattito architettonico nazionale e internazionale anche Gustavo Giovannoni, giovane laureato in Ingegneria civile con specializzazione in Ingegneria sanitaria che, attratto in quegli anni anche dalla Storia dell'arte insegnata da Adolfo Venturi, la approfondirà, frequentando il suo Corso universitario. Coniugherà così, in un insolito connubio di esperienze, indirizzi culturali fondanti per la progressione successiva della sua carriera di teorico e progettista. Il suo ruolo di ascoltato consulente nell'espansione delle città, nel risanamento delle città storiche, negli indirizzi per architetture nuove ma "italiane" sono note; tutto ciò è anche collegato ai suoi propositi, inseguiti per lungo tempo e alla fine realizzati, di creare una Facoltà di Architettura, cioè di indirizzare la formazione universitaria verso la specializzazione di una figura professionale differente, per competenze, da quella dell'ingegnere. Necessario a ciò è l'approfondimento dell'insegnamento storico, lo studio delle realtà architettoniche costruite e dello sviluppo urbano attraverso la loro evoluzione. Quindi, un approccio nuovo alla professione che già era stata nei propositi del suo docente universitario di riferimento accademico, Guglielmo Calderini – di cui rileverà la Cattedra universitaria – ma anche di altri, come Milani con cui collaborerà agli inizi della sua attività professionale. E' proprio questo aspetto della sua fase formativa di architetto che mi sembra finora poco esplorata e che viene indagata nel saggio con disegni poco noti o inediti elaborati in questi anni. Quale ingegnere sanitario – si era laureato con una tesi su un mercato coperto – di cui sono riconosciute le capacità tecniche, è incaricato dalla Società Peroni di studiare la possibilità dell'inserimento a Roma di nuovi impianti frigoriferi e per loro progetta prima uno châlet e poi il vasto complesso intorno a piazza Alessandria a Roma con molteplici richiami a quanto si elaborava nella struttura e nelle forme architettoniche in opere d'Oltralpe, come l'Inghilterra e la Germania. Richiami al mondo anglosassone sono evidenti nei suoi studi per villette, e ne è testimonianza la costruzione della villa di Adolfo Venturi a Baiso e villa Torlonia in Corso d'Italia a Roma. Giovannoni, nei suoi primi anni di attività, mette quindi 'a punto' l'architettura di tipologie nuove o rinnovate per lo sviluppo della città; a quelle ricordate in questo saggio va aggiunta la tipologia del palazzetto che più delle altre si ricollega però al tipo consueto del palazzo romano. Tutto ciò mentre con colleghi e amici 'mette a punto' le sue teorie già richiamate che lo renderanno noto e studiato sia in Italia che all'estero. Il volume è il secondo – e a questo coordinato – su un analogo argomento pubblicato nella collana "Presenze". Il primo volume, curato da Maria Luisa Neri ("Dibattito internazionale e realtà locali", edito nel 2011) introduce e amplia gli argomenti analizzati nel secondo ("Progetto e città nell'architettura italiana"). Dedicato prevalentemente ai giudizi espressi nelle riviste straniere sull'architettura italiana degli anni tra le due guerre mondiali, il volume curato da M. L. Neri ha un'interessante appendice sull'attività architettonica che prelude alla trattazione del secondo volume. La cura del volume "Progetto e città nell'architettura italiana" si è espressa nell'indirizzare le ricerche degli studiosi invitati a collaborare verso esemplificazioni del tema trattato, con argomenti significativi per il ruolo di Giovannoni sia nell'espansione di Roma verso nord-est, sia nella strutturazione di poli esterni alla città e nel sud dell'Italia; ciò finalizzato anche alla comprensione di una pratica architettonica di protagonisti nella professione che ne hanno condiviso le idee e le impostazioni culturali.
2012
9788849222227
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/268374
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