La forza cognitiva della metafora è dichiarata da Leopardi attraverso la dinamica del piacere estetico metaforico, che viene attribuito alle ardite analogie che la mente scopre "in un punto". La fulmineità di tale scoperta, che coincide con la conoscenza propria del genio, e il piacere intellettuale che ne deriva, si producono nella metafora nuova, qualora il lettore sia in grado di "saltare" il significato metaforico (quello che oggi chiamiamo il focus della metafora) per appuntare l'attenzione su quello che oggi chiamiamo il veicolo metaforico, ovvero l'elemento emittente dell'immagine. Tra queste strutture spitzerianamente archetipiche, proprio la metafora del "punto" è una delle più eloquenti e pregnanti: metafora assoluta della vita e della morte colte nell'istante della loro reciproca negazione, essa proietta la sua forza sull'architettura testuale. Altrettanto significative appaiono le metafore del salto, opposto al concetto di narrazione progressiva, quella del genio, quella della tessitura, e quella della luna (con annessa caduta), la cui dinamica Giovanni Pascoli sembra aver compreso perfettamente nell'elaborazione metaforica del primo dei Canti di Castelvecchio (La poesia).
Quel punto acerbo : temporalità e conoscenza metaforica in Leopardi
DEL GATTO, ANTONELLA
2012-01-01
Abstract
La forza cognitiva della metafora è dichiarata da Leopardi attraverso la dinamica del piacere estetico metaforico, che viene attribuito alle ardite analogie che la mente scopre "in un punto". La fulmineità di tale scoperta, che coincide con la conoscenza propria del genio, e il piacere intellettuale che ne deriva, si producono nella metafora nuova, qualora il lettore sia in grado di "saltare" il significato metaforico (quello che oggi chiamiamo il focus della metafora) per appuntare l'attenzione su quello che oggi chiamiamo il veicolo metaforico, ovvero l'elemento emittente dell'immagine. Tra queste strutture spitzerianamente archetipiche, proprio la metafora del "punto" è una delle più eloquenti e pregnanti: metafora assoluta della vita e della morte colte nell'istante della loro reciproca negazione, essa proietta la sua forza sull'architettura testuale. Altrettanto significative appaiono le metafore del salto, opposto al concetto di narrazione progressiva, quella del genio, quella della tessitura, e quella della luna (con annessa caduta), la cui dinamica Giovanni Pascoli sembra aver compreso perfettamente nell'elaborazione metaforica del primo dei Canti di Castelvecchio (La poesia).File | Dimensione | Formato | |
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