Nella didattica dell’Educazione fisica, uno degli aspetti da considerare riguarda la scelta delle modalità con cui svolgere le funzioni che rientrano nel ruolo dell’insegnante, comunemente definite come “stili di insegnamento”. Di questo concetto esistono diverse interpretazioni, ma in generale l'elemento essenziale comune ai vari approcci riguarda l'aspetto decisionale e l'assunzione di responsabilità, che si possono collocare lungo un continuum che va dalla massima direttività alla non direttività. Un contributo fondamentale a questa tematica è rappresentato dal lavoro di Mosston e Ashworth (1994), che hanno elaborato uno “spettro” di dieci stili (Spectrum of Teaching Styles), graduati in relazione alla quantità di decisioni e responsabilità assunti rispettivamente dal docente e/o dagli allievi in riferimento alla pianificazione del processo, all’esecuzione delle attività, alla valutazione. I primi cinque stili sono considerati stili di riproduzione, gli altri cinque stili di produzione; non esiste uno stile migliore o più efficace di altri, ma ciascuno stile ha una sua struttura che lo rende appropriato per raggiungere un certo obiettivo in una certa situazione. Nell’analisi della didattica altri autori preferiscono fare riferimento a terminologie diverse, attribuendo al termine “stile” un significato educativo più ampio, che include anche un giudizio di valore sul clima relazionale di gestione e conduzione della classe. Con riferimento alle specifiche funzioni didattiche di scelta dei contenuti, presentazione dei compiti, progressione delle attività, feedback e la valutazione, Rink introduce il termine “Strategia”, che considera uno degli elementi che determinano lo stile di insegnamento. In tale classificazione sono presentate sette strategie, ciascuna con propri punti di forza e debolezza, da utilizzare in funzione di fattori, quali l’obiettivo didattico, le caratteristiche degli allievi, il contesto in cui si opera, il tipo di compito. Ulteriori modelli sono quello di Siedentop e Tannehill (2000), che presentano sei diverse “Forme di insegnamento” e quello, molto usato in passato nella bibliografia italiana, di Sotgiu e Pellegrini (1989); in quest’ultimo, con riferimento ai concetti tipici dello stile di insegnamento viene utilizzato invece il vocabolo “metodo”, collegato ai termini “deduttivo” e “induttivo”, con alcune ambiguità concettuali.

Stili e strategie di insegnamento.

BORTOLI, Laura
2004-01-01

Abstract

Nella didattica dell’Educazione fisica, uno degli aspetti da considerare riguarda la scelta delle modalità con cui svolgere le funzioni che rientrano nel ruolo dell’insegnante, comunemente definite come “stili di insegnamento”. Di questo concetto esistono diverse interpretazioni, ma in generale l'elemento essenziale comune ai vari approcci riguarda l'aspetto decisionale e l'assunzione di responsabilità, che si possono collocare lungo un continuum che va dalla massima direttività alla non direttività. Un contributo fondamentale a questa tematica è rappresentato dal lavoro di Mosston e Ashworth (1994), che hanno elaborato uno “spettro” di dieci stili (Spectrum of Teaching Styles), graduati in relazione alla quantità di decisioni e responsabilità assunti rispettivamente dal docente e/o dagli allievi in riferimento alla pianificazione del processo, all’esecuzione delle attività, alla valutazione. I primi cinque stili sono considerati stili di riproduzione, gli altri cinque stili di produzione; non esiste uno stile migliore o più efficace di altri, ma ciascuno stile ha una sua struttura che lo rende appropriato per raggiungere un certo obiettivo in una certa situazione. Nell’analisi della didattica altri autori preferiscono fare riferimento a terminologie diverse, attribuendo al termine “stile” un significato educativo più ampio, che include anche un giudizio di valore sul clima relazionale di gestione e conduzione della classe. Con riferimento alle specifiche funzioni didattiche di scelta dei contenuti, presentazione dei compiti, progressione delle attività, feedback e la valutazione, Rink introduce il termine “Strategia”, che considera uno degli elementi che determinano lo stile di insegnamento. In tale classificazione sono presentate sette strategie, ciascuna con propri punti di forza e debolezza, da utilizzare in funzione di fattori, quali l’obiettivo didattico, le caratteristiche degli allievi, il contesto in cui si opera, il tipo di compito. Ulteriori modelli sono quello di Siedentop e Tannehill (2000), che presentano sei diverse “Forme di insegnamento” e quello, molto usato in passato nella bibliografia italiana, di Sotgiu e Pellegrini (1989); in quest’ultimo, con riferimento ai concetti tipici dello stile di insegnamento viene utilizzato invece il vocabolo “metodo”, collegato ai termini “deduttivo” e “induttivo”, con alcune ambiguità concettuali.
2004
8883585356
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