Il concetto di donna degenerata appartiene al sottotesto dell’opera di Mary Wollstonecraft (1759-1797). Talmente importante da costituire un paradigma interpretativo che sottende il trattato filosofico Vindication of the Rights of Woman (1792) come il meno noto, e non concluso, romanzo Maria, or the Wrongs of Woman (1798). L’analisi dell’autrice propone sia lo statuto etico dell’individuo in generale sia quello della donna nello specifico, avanzando la temeraria tesi che sia le donne che gli uomini godono di pari dignità nella società. La problematica che Mary Wollstoncraft pone come centrale è imperniata sulla costruzione di un nuovo spazio da aprire alla donna e che può passare anche attraverso la scrittura. Capovolgere quello stato di storica subordiazione dettata dalle “unnatural distinctions”, consolidatesi in secoli di cultura patriarcale, per promuovere una spinta alla riappropriazione dell’identità attraverso la costruzione di una cultura finalmente al femminile, ma non relegata al solo universo femminile. Un atto trasgressivo per la sua epoca, ma fondamentale per quelle successive, poiché apre alla donna scrittrice uno spazio di autonomia di espressione, la fa essere visibile, avere voce e non più un fantasma. Una donna finalmente detentrice di valori e valore. Per tale via l’autrice oppone alla svalutazione, storicamente al maschile, della donna un modello con il quale confrontarsi: la presentazione di sé come woman writer, offrendo così una fisionomia certa a quella maschera voluta per le donne dalla società ‘educata’ del periodo.

“Unnatural distinctions: espropriazione/ri-appropriazione identitaria nell’opera di Mary Wollstonecraft”

PARTENZA, Paola
2013-01-01

Abstract

Il concetto di donna degenerata appartiene al sottotesto dell’opera di Mary Wollstonecraft (1759-1797). Talmente importante da costituire un paradigma interpretativo che sottende il trattato filosofico Vindication of the Rights of Woman (1792) come il meno noto, e non concluso, romanzo Maria, or the Wrongs of Woman (1798). L’analisi dell’autrice propone sia lo statuto etico dell’individuo in generale sia quello della donna nello specifico, avanzando la temeraria tesi che sia le donne che gli uomini godono di pari dignità nella società. La problematica che Mary Wollstoncraft pone come centrale è imperniata sulla costruzione di un nuovo spazio da aprire alla donna e che può passare anche attraverso la scrittura. Capovolgere quello stato di storica subordiazione dettata dalle “unnatural distinctions”, consolidatesi in secoli di cultura patriarcale, per promuovere una spinta alla riappropriazione dell’identità attraverso la costruzione di una cultura finalmente al femminile, ma non relegata al solo universo femminile. Un atto trasgressivo per la sua epoca, ma fondamentale per quelle successive, poiché apre alla donna scrittrice uno spazio di autonomia di espressione, la fa essere visibile, avere voce e non più un fantasma. Una donna finalmente detentrice di valori e valore. Per tale via l’autrice oppone alla svalutazione, storicamente al maschile, della donna un modello con il quale confrontarsi: la presentazione di sé come woman writer, offrendo così una fisionomia certa a quella maschera voluta per le donne dalla società ‘educata’ del periodo.
2013
9788897461234
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