A differenza di quello che accade in Italia dove la riforma del TPL si è arenata per i motivi ampia-mente discussi nei precedenti capitoli (Boitani, Cambini, 2004, Ponti, 2006, Popoli, Botti, 2007), nei paesi (non solo europei) dove il problema del miglio-ramento del servizio di tpl è avvertito come prioritario, tale sperimentazione continua (Sorensen, Longva, 2011, Van de Velde, Wallis, 2013) e non è vissuta in modo così drammatico come da noi. In tal senso sono cominciate ad emerge-re anche alcune “best practices” (Sargiacomo, 2005) che hanno saputo coniu-gare pubblico e privato, efficienza e qualità evitando sterili contrapposizioni (Borgonovi, Mussari, 2011). L’elemento che hanno in comune è dato dalla ri-valutazione del planning, della coordinazione ed integrazione del servizio (Thompson, 1977, Pucher, 1996, Nash, Sylvia, 2001, Nielsen, 2005, Thom-pson, et al. 2006, Gilbert, 2008, Barter, 2008, Mees, 2010) dopo anni di denun-cia di inefficienza del monopolio pubblico (Lave, 1991) e di esaltazione dell’innovazione attesa dall’introduzione delle logiche di privatizzazione e di liberalizzazione (Hibbs 2000, 2009). Tali best practices sono variamente de-nominate in letteratura. Barter (2008) utilizza l’espressione “Proactive Planning with Business Delivery”, Mees (2010) quella di “Network Planning”, Brown e Thompson (2008) preferiscono, invece, denominare tale soluzione come “Multidestination Approach”. Il presente capitolo si pone, pertanto, l’obiettivo di descrivere tali “best practices”, che hanno provato a rivalutare il planning pubblico al posto della liberalizzazione. Prima di esaminarle discuteremo criticamente nel prossimo paragrafo la tesi della cosiddetta inevitabilità del declino del TPL che è alla base delle logiche di privatizzazione e liberalizzazione del servizio di TPL.

Oltre la deregulation: rivalutare il Network Planning come strumento di riposizionamento del servizio di TPL.

DELLA PORTA, Armando;GITTO, Antonio
2013-01-01

Abstract

A differenza di quello che accade in Italia dove la riforma del TPL si è arenata per i motivi ampia-mente discussi nei precedenti capitoli (Boitani, Cambini, 2004, Ponti, 2006, Popoli, Botti, 2007), nei paesi (non solo europei) dove il problema del miglio-ramento del servizio di tpl è avvertito come prioritario, tale sperimentazione continua (Sorensen, Longva, 2011, Van de Velde, Wallis, 2013) e non è vissuta in modo così drammatico come da noi. In tal senso sono cominciate ad emerge-re anche alcune “best practices” (Sargiacomo, 2005) che hanno saputo coniu-gare pubblico e privato, efficienza e qualità evitando sterili contrapposizioni (Borgonovi, Mussari, 2011). L’elemento che hanno in comune è dato dalla ri-valutazione del planning, della coordinazione ed integrazione del servizio (Thompson, 1977, Pucher, 1996, Nash, Sylvia, 2001, Nielsen, 2005, Thom-pson, et al. 2006, Gilbert, 2008, Barter, 2008, Mees, 2010) dopo anni di denun-cia di inefficienza del monopolio pubblico (Lave, 1991) e di esaltazione dell’innovazione attesa dall’introduzione delle logiche di privatizzazione e di liberalizzazione (Hibbs 2000, 2009). Tali best practices sono variamente de-nominate in letteratura. Barter (2008) utilizza l’espressione “Proactive Planning with Business Delivery”, Mees (2010) quella di “Network Planning”, Brown e Thompson (2008) preferiscono, invece, denominare tale soluzione come “Multidestination Approach”. Il presente capitolo si pone, pertanto, l’obiettivo di descrivere tali “best practices”, che hanno provato a rivalutare il planning pubblico al posto della liberalizzazione. Prima di esaminarle discuteremo criticamente nel prossimo paragrafo la tesi della cosiddetta inevitabilità del declino del TPL che è alla base delle logiche di privatizzazione e liberalizzazione del servizio di TPL.
2013
9788820462840
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