Questo saggio (1960) di Karl Jaspers ha come tema il confronto tra la fede filosofica e la fede nella rivelazione cristiana. Il singolo individuo, nella misura in cui è già sempre in rapporto con quella Realtà onniabbracciante e trascendente che lo sollecita ad andare al di là del suo mero «esserci» e a «esistere» in modo autentico, ha la possibilità di diventare se-stesso, cioè di dare alla propria vita un’impronta precisa e determinata. Chi trova, però, una verità in grado di sostanziare e indirizzare la sua vita, si può ben dire che abbia una «fede». C’è tuttavia una differenza radicale tra la fede filosofica e la fede nella rivelazione cristiana. Mentre quest’ultima ritiene che la Trascendenza si sia manifestata concretamente ed esaustivamente nella figura storica di Gesù Cristo, la prima ritiene che anche la rivelazione di Dio in Gesù di Nazareth sia solo una «cifra», una traccia, storicamente determinata e quindi inadeguata, della Trascendenza, che resta in ultima analisi nascosta. Di qui l’ineludibilità di una comunicazione tra «esistenze» alla ricerca dell’unica verità sempre più grande, ma anche la necessità di una critica filosofica della pretesa di assolutezza avanzata dalla fede rivelata. Il rispetto per la fede altrui non significa, infatti, rinunciare a un confronto fondato sulla ragione.

K. Jaspers, La fede filosofica a confronto con la rivelazione cristiana, a cura di R. Garaventa, Orthotes, Napoli-Salerno 2014

GARAVENTA, Roberto
2014-01-01

Abstract

Questo saggio (1960) di Karl Jaspers ha come tema il confronto tra la fede filosofica e la fede nella rivelazione cristiana. Il singolo individuo, nella misura in cui è già sempre in rapporto con quella Realtà onniabbracciante e trascendente che lo sollecita ad andare al di là del suo mero «esserci» e a «esistere» in modo autentico, ha la possibilità di diventare se-stesso, cioè di dare alla propria vita un’impronta precisa e determinata. Chi trova, però, una verità in grado di sostanziare e indirizzare la sua vita, si può ben dire che abbia una «fede». C’è tuttavia una differenza radicale tra la fede filosofica e la fede nella rivelazione cristiana. Mentre quest’ultima ritiene che la Trascendenza si sia manifestata concretamente ed esaustivamente nella figura storica di Gesù Cristo, la prima ritiene che anche la rivelazione di Dio in Gesù di Nazareth sia solo una «cifra», una traccia, storicamente determinata e quindi inadeguata, della Trascendenza, che resta in ultima analisi nascosta. Di qui l’ineludibilità di una comunicazione tra «esistenze» alla ricerca dell’unica verità sempre più grande, ma anche la necessità di una critica filosofica della pretesa di assolutezza avanzata dalla fede rivelata. Il rispetto per la fede altrui non significa, infatti, rinunciare a un confronto fondato sulla ragione.
2014
9788897806547
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/513885
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