Nel saggio Mitologia dell’“Odissea”, di Capri e del Mediterraneo nel “Disprezzo” di Moravia è indagato un particolare aspetto dell’universo immaginario dello scrittore romano. Nel racconto retrospettivo di Riccardo Molteni, che per denaro abbandona le aspirazioni teatrali e si dedica alle sceneggiature cinematografiche, emerge innanzitutto la crisi irreparabile della coppia e il disprezzo della moglie Emilia. Riccardo prende atto dell’atteggiamento della moglie, che è natura ed enigma, dell’identità sceneggiatura-prostituzione, della coscienza-conoscenza. Nella narrazione, che è una riscrittura novecentesca dell’Odissea, e in particolare del rapporto di Ulisse con Penelope e reduplica la coppia Riccardo-Emilia, si rappresentano tre interpretazioni del poema omerico: del regista, del produttore e dello sceneggiatore. Al dramma interiore e all’interpretazione psicoanalitica del primo e alla spettacolarizzazione del secondo e alla naturalezza, non modernizzata, mitica del terzo fa da contrappunto il paesaggio di Capri, isola per Moravia allegorica, mitica e simbolica. Emerge il mare Mediterraneo, ma soprattutto il fantasma del mito e dell’innocenza perduta, l’aspirazione di Riccardo a una purezza raggiungibile in un altro mondo oppure con il suicidio. La percezione della civiltà necessaria ma degradata fa emergere con nettezza una interpretazione del testo e della narrativa di Moravia non solo realista ma anche visionaria e magica per superare il naturalismo neorealistico.
Mitologie dell'"Odissea", di Capri e del Mediterraneo nel "Disprezzo" di Moravia
D'ANTUONO, Nicola
2014-01-01
Abstract
Nel saggio Mitologia dell’“Odissea”, di Capri e del Mediterraneo nel “Disprezzo” di Moravia è indagato un particolare aspetto dell’universo immaginario dello scrittore romano. Nel racconto retrospettivo di Riccardo Molteni, che per denaro abbandona le aspirazioni teatrali e si dedica alle sceneggiature cinematografiche, emerge innanzitutto la crisi irreparabile della coppia e il disprezzo della moglie Emilia. Riccardo prende atto dell’atteggiamento della moglie, che è natura ed enigma, dell’identità sceneggiatura-prostituzione, della coscienza-conoscenza. Nella narrazione, che è una riscrittura novecentesca dell’Odissea, e in particolare del rapporto di Ulisse con Penelope e reduplica la coppia Riccardo-Emilia, si rappresentano tre interpretazioni del poema omerico: del regista, del produttore e dello sceneggiatore. Al dramma interiore e all’interpretazione psicoanalitica del primo e alla spettacolarizzazione del secondo e alla naturalezza, non modernizzata, mitica del terzo fa da contrappunto il paesaggio di Capri, isola per Moravia allegorica, mitica e simbolica. Emerge il mare Mediterraneo, ma soprattutto il fantasma del mito e dell’innocenza perduta, l’aspirazione di Riccardo a una purezza raggiungibile in un altro mondo oppure con il suicidio. La percezione della civiltà necessaria ma degradata fa emergere con nettezza una interpretazione del testo e della narrativa di Moravia non solo realista ma anche visionaria e magica per superare il naturalismo neorealistico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.