Questo quaderno raccoglie i materiali, gli studi e i progetti realizzati in collaborazione tra il Comune di Anversa degli Abruzzi, la Riserva Regionale delle Gole del Sagittario, il WWF Abruzzo e un piccolo gruppo di ricercatori del Dipartimento Ambiente, Reti e Territorio (ora Dipartimento di Architettura, sezione Architettura e Urbanistica) a partire dal 2006, l’anno in cui si è dato avvio - come relazione interistituzionale tra amministrazioni e Università pubblica - alla formazione del Piano di Recupero di una piccola parte, marginale ma strategica, del Centro storico di Anversa degli Abruzzi. Alla formazione di questo Piano, si sono accompagnate, grazie anche e soprattutto all’attivismo sensibile dei partner locali, un discreto elenco di attività e di iniziative, a partire da alcune esperienze didattiche, svolte con una certa costanza da alcuni corsi della (ex) facoltà di Pescara, e sfociate anche in alcune tesi di laurea. Se non sono ancora un bell’elenco di best pratices, quelle che da alcuni anni si vanno costruendo attorno all’esile ma vitale fiume del Sagittario, nel cuore dell’Abruzzo dei Parchi e delle Riserve - giudizio che lasciamo ad un commento esterno - certo qualcosa di inedito e di incoraggiante è successo, ad Anversa degli Abruzzi, in questi anni. Da questo punto di vista Anversa degli Abruzzi sembra indicare una strada, non inedita in Italia e in Europa : quella della rinuncia al consumo di suolo produttivo e naturale a vantaggio di improbabili nuove edificazioni “turistiche”, e dello sviluppo dissennato di apparati energetici (per quanto rinnovabili), a vantaggio, invece, del recupero del patrimonio residenziale storico, dello sviluppo di nuove forme di residenzialità (ecovillaggio, cohousing), di forme inedite e specializzate di turismo e di presenza antropica nelle aree protette. E’ una strada di ricerca e di sperimentazione, difficile e non esente da rischi e da prospettive di insuccesso, su cui può essere utile e rilevante il contributo dell’Università Pubblica assieme a quello delle associazioni di difesa e valorizzazione dei Beni Comuni, in una logica che non può che essere di grande partecipazione e apertura al contributo di tutti. E nella speranza che un sempre maggiore e partecipe coinvolgimento degli attori locali - abitanti, portatori di interesse, visitatori e turisti - porti presto a ulteriori azioni di progresso ecologico di questo complesso territorio, a vantaggio di chi vive e lavora nell’Abruzzo protetto, nel rispetto delle sue straordinarie qualità ambientali e culturali
Un ecovillaggio nella Valle del Sagittario. L'esperienza del Piano di Recupero per l'Aia delle Piagge ed altre storie di urbanistica partecipata ad Anversa degli Abruzzi e dintorni
ROVIGATTI, Pietro
2014-01-01
Abstract
Questo quaderno raccoglie i materiali, gli studi e i progetti realizzati in collaborazione tra il Comune di Anversa degli Abruzzi, la Riserva Regionale delle Gole del Sagittario, il WWF Abruzzo e un piccolo gruppo di ricercatori del Dipartimento Ambiente, Reti e Territorio (ora Dipartimento di Architettura, sezione Architettura e Urbanistica) a partire dal 2006, l’anno in cui si è dato avvio - come relazione interistituzionale tra amministrazioni e Università pubblica - alla formazione del Piano di Recupero di una piccola parte, marginale ma strategica, del Centro storico di Anversa degli Abruzzi. Alla formazione di questo Piano, si sono accompagnate, grazie anche e soprattutto all’attivismo sensibile dei partner locali, un discreto elenco di attività e di iniziative, a partire da alcune esperienze didattiche, svolte con una certa costanza da alcuni corsi della (ex) facoltà di Pescara, e sfociate anche in alcune tesi di laurea. Se non sono ancora un bell’elenco di best pratices, quelle che da alcuni anni si vanno costruendo attorno all’esile ma vitale fiume del Sagittario, nel cuore dell’Abruzzo dei Parchi e delle Riserve - giudizio che lasciamo ad un commento esterno - certo qualcosa di inedito e di incoraggiante è successo, ad Anversa degli Abruzzi, in questi anni. Da questo punto di vista Anversa degli Abruzzi sembra indicare una strada, non inedita in Italia e in Europa : quella della rinuncia al consumo di suolo produttivo e naturale a vantaggio di improbabili nuove edificazioni “turistiche”, e dello sviluppo dissennato di apparati energetici (per quanto rinnovabili), a vantaggio, invece, del recupero del patrimonio residenziale storico, dello sviluppo di nuove forme di residenzialità (ecovillaggio, cohousing), di forme inedite e specializzate di turismo e di presenza antropica nelle aree protette. E’ una strada di ricerca e di sperimentazione, difficile e non esente da rischi e da prospettive di insuccesso, su cui può essere utile e rilevante il contributo dell’Università Pubblica assieme a quello delle associazioni di difesa e valorizzazione dei Beni Comuni, in una logica che non può che essere di grande partecipazione e apertura al contributo di tutti. E nella speranza che un sempre maggiore e partecipe coinvolgimento degli attori locali - abitanti, portatori di interesse, visitatori e turisti - porti presto a ulteriori azioni di progresso ecologico di questo complesso territorio, a vantaggio di chi vive e lavora nell’Abruzzo protetto, nel rispetto delle sue straordinarie qualità ambientali e culturaliI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.