La riflessione sulla tendenza del sistema urbano Chieti-Pescara a assumere una scala metropolitana ci rammemora la complessità delle città che abbiamo davanti e su cui dobbiamo indagare e progettare: non possiamo fermarci a architetture autoreferenziali che programmaticamente non si propongono un rapporto con il contesto; abbiamo necessità di architetture che ribaltino questo rapporto, uscendo dal perimetro forzato del rispetto delle preesistenze ambientali e offrendo esse stesse nuovi elementi per arricchire il contesto, spesso debole, delle città adriatiche, organizzando fili e geometrie su cui tessere la riscrittura di qualità dell’esistente. Le tematiche presentate sono state verificate sul campo nei progetti dei due workshop internazionali proposti dal Chieti_Lab, a settembre e dicembre del 2014. Particolarmente aderente all’idea che il progetto di riscrittura dell’esistente debba aprire nuovi scenari di riqualificazione del contesto appare la proposta di Officina del Gusto che, oltre a ristrutturare a tal fine il top del centro commerciale “Centauro”, prefigura nuovi sviluppi rigenerativi, per potersi guadagnare la qualifica di architettura urbana, nel sovrastante quartiere della Madonna del Freddo, immerso nel verde ma scollegato dalla vita della città storica. Città alta per la quale viene proposta la messa in rete delle strutture archeologiche già riportate alla luce, insieme ai percorsi sotterranei di cisterne e frammenti di strade romane, trovando un “focus” insperato nello spazio lasciato libero pochi anni fa dal crollo di parte della biblioteca De Meis e cristallizzando in una ramificata archeologia urbana l’affermazione di Carlo Levi “Il futuro della città ha un cuore antico”.
Architetture urbane
POZZI, Carlo
2015-01-01
Abstract
La riflessione sulla tendenza del sistema urbano Chieti-Pescara a assumere una scala metropolitana ci rammemora la complessità delle città che abbiamo davanti e su cui dobbiamo indagare e progettare: non possiamo fermarci a architetture autoreferenziali che programmaticamente non si propongono un rapporto con il contesto; abbiamo necessità di architetture che ribaltino questo rapporto, uscendo dal perimetro forzato del rispetto delle preesistenze ambientali e offrendo esse stesse nuovi elementi per arricchire il contesto, spesso debole, delle città adriatiche, organizzando fili e geometrie su cui tessere la riscrittura di qualità dell’esistente. Le tematiche presentate sono state verificate sul campo nei progetti dei due workshop internazionali proposti dal Chieti_Lab, a settembre e dicembre del 2014. Particolarmente aderente all’idea che il progetto di riscrittura dell’esistente debba aprire nuovi scenari di riqualificazione del contesto appare la proposta di Officina del Gusto che, oltre a ristrutturare a tal fine il top del centro commerciale “Centauro”, prefigura nuovi sviluppi rigenerativi, per potersi guadagnare la qualifica di architettura urbana, nel sovrastante quartiere della Madonna del Freddo, immerso nel verde ma scollegato dalla vita della città storica. Città alta per la quale viene proposta la messa in rete delle strutture archeologiche già riportate alla luce, insieme ai percorsi sotterranei di cisterne e frammenti di strade romane, trovando un “focus” insperato nello spazio lasciato libero pochi anni fa dal crollo di parte della biblioteca De Meis e cristallizzando in una ramificata archeologia urbana l’affermazione di Carlo Levi “Il futuro della città ha un cuore antico”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.