La misura scenica dell' ''atto unico" offre al Capuana drammaturgo, a cavallo degli anni 1886-1913, una straordinaria opportunità espressiva. La dimensione sintetica delle sei pièces risponde appieno alla logica marcatamente sperimentale dello scrittore di Mineo che si allinea agli sperimentalismi del del "teatro minimo" di Martoglio, compiuti sulla scia del "Teatro Chico" di Barcellona e sulle suggestioni del rapido "Guignol" francese. Il percorso ha inizio con il Piccolo archivio (1886) che anticipa la lezione teatrale di André Antoine - uno dei maestri indiscussi della scena moderna- e dei fortunati dettami del suo Téâtre Libre (1887-1896). Numerose sono infatti le anticipazioni europee che emergono con piena evidenza dai lavori capuaniani ed infondono alla produzione degli atti unici una fisionomia nient’affatto scontata e di impronta fortemente documentata. Luigi Capuana fu precorritore delle incipienti tematiche del teatro ibseniano ("Gastigo" 1901), di quello intimista ("La buona vendetta" 1912) e dei successivi esiti legati al teatro del silenzio o dell’inespresso che si sarebbero affermate pienamente nel primo trentennio del Novecento. Non mancano inoltre citazioni riferite al microcosmo paesano con il suo bagaglio di suggestioni antropologiche siciliane ("Riricchia"1912) ed anche alle categorie dell'inconoscibile e dell'occulto ("Un brindisi" 1910, "Un vampiro" 1913) che caratterizzano sin dalle prime prove narrative i suoi scritti.

Gli atti unici del Capuana in lingua.

PASQUINI, Luciana
2012-01-01

Abstract

La misura scenica dell' ''atto unico" offre al Capuana drammaturgo, a cavallo degli anni 1886-1913, una straordinaria opportunità espressiva. La dimensione sintetica delle sei pièces risponde appieno alla logica marcatamente sperimentale dello scrittore di Mineo che si allinea agli sperimentalismi del del "teatro minimo" di Martoglio, compiuti sulla scia del "Teatro Chico" di Barcellona e sulle suggestioni del rapido "Guignol" francese. Il percorso ha inizio con il Piccolo archivio (1886) che anticipa la lezione teatrale di André Antoine - uno dei maestri indiscussi della scena moderna- e dei fortunati dettami del suo Téâtre Libre (1887-1896). Numerose sono infatti le anticipazioni europee che emergono con piena evidenza dai lavori capuaniani ed infondono alla produzione degli atti unici una fisionomia nient’affatto scontata e di impronta fortemente documentata. Luigi Capuana fu precorritore delle incipienti tematiche del teatro ibseniano ("Gastigo" 1901), di quello intimista ("La buona vendetta" 1912) e dei successivi esiti legati al teatro del silenzio o dell’inespresso che si sarebbero affermate pienamente nel primo trentennio del Novecento. Non mancano inoltre citazioni riferite al microcosmo paesano con il suo bagaglio di suggestioni antropologiche siciliane ("Riricchia"1912) ed anche alle categorie dell'inconoscibile e dell'occulto ("Un brindisi" 1910, "Un vampiro" 1913) che caratterizzano sin dalle prime prove narrative i suoi scritti.
2012
9788863442458
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