Poiché le patologie cardiovascolari rappresentano una delle principali cause di morbilità e mortalità in tutti i paesi industrializzati, nelle ultime decadi l’attenzione e gli sforzi per identi care delle strategie preventive e caci sono stati massimi. Da molti anni, si accumu- lano evidenze scienti che che documentano una stretta relazione tra stile di vita (alimen- tazione, attività sica e abitudini voluttuarie, come fumo e alcool) e patologie cardiova- scolari (2). Negli ultimi due decenni, in particolare, il ruolo dell’attività sica ha suscitato un crescente interesse: da una parte, la sedentarietà è inclusa tra i primi cinque fattori di rischio di eventi cardiovascolari, dall’altra, uno stile di vita attivo e la pratica regolare di esercizio sico rappresentano l’intervento non farmacologico più utile (ed economico) nella gestione del rischio cardiovascolare. Numerosi studi hanno infatti mostrato che sia elevati livelli di attività sica, sia l’esercizio sico vero e proprio agiscono positivamente sul peso corporeo (riducendo il sovrappeso ed i rischi correlati), sul tono vascolare (riducendo il ri- schio di ipertensione, o favorendo la terapia di controllo), sul metabolismo del glucosio (di- minuendo le probabilità e di diabete e/o delle relative complicanze) e dei lipidi (riducendo il rischio di ipercolesterolemia o favorendo la terapia di controllo) (11). Per tali motivi, sia le linee guida europee che statunitensi hanno inserito la pratica costante dell’esercizio sico di forma aerobica in tutti i programmi di prevenzione primaria e secondaria delle patologie cardiovascolari, inclusa la prevenzione dell’obesità adulta e infantile (2, 13). Per quanto concerne i meccanismi attraverso i quali l’esercizio determina la sua azione bene ca sul rischio cardiovascolare, considerando 100 tale e etto, è stato stimato che l’azione antin ammatoria e sulla funzione endoteliale contribuisce per quasi il 60% (32,6% direttamente; 27,1% tramite la riduzione della pressione arteriosa), l’azione sul metabo- lismo lipidico contribuisce per il 19,1%, la riduzione del peso corporeo per il 10,1%, in ne il decremento dell’emoglobina glicata e l’azione antidiabetica contribuiscono per l’8,9% (11).

Attività motoria e rischio cardiovascolare. Parte seconda – Attività Motoria, salute-malattia e disabilità. In: Il guadagno di salute attraverso la promozione dell’attività fisica. Evidenze scientifiche e attività di campo. Gruppo di Lavoro Scienze Motorie per la Salute.

MANZOLI, Lamberto;DI BALDASSARRE, Angela;IZZICUPO, PASCAL
2014-01-01

Abstract

Poiché le patologie cardiovascolari rappresentano una delle principali cause di morbilità e mortalità in tutti i paesi industrializzati, nelle ultime decadi l’attenzione e gli sforzi per identi care delle strategie preventive e caci sono stati massimi. Da molti anni, si accumu- lano evidenze scienti che che documentano una stretta relazione tra stile di vita (alimen- tazione, attività sica e abitudini voluttuarie, come fumo e alcool) e patologie cardiova- scolari (2). Negli ultimi due decenni, in particolare, il ruolo dell’attività sica ha suscitato un crescente interesse: da una parte, la sedentarietà è inclusa tra i primi cinque fattori di rischio di eventi cardiovascolari, dall’altra, uno stile di vita attivo e la pratica regolare di esercizio sico rappresentano l’intervento non farmacologico più utile (ed economico) nella gestione del rischio cardiovascolare. Numerosi studi hanno infatti mostrato che sia elevati livelli di attività sica, sia l’esercizio sico vero e proprio agiscono positivamente sul peso corporeo (riducendo il sovrappeso ed i rischi correlati), sul tono vascolare (riducendo il ri- schio di ipertensione, o favorendo la terapia di controllo), sul metabolismo del glucosio (di- minuendo le probabilità e di diabete e/o delle relative complicanze) e dei lipidi (riducendo il rischio di ipercolesterolemia o favorendo la terapia di controllo) (11). Per tali motivi, sia le linee guida europee che statunitensi hanno inserito la pratica costante dell’esercizio sico di forma aerobica in tutti i programmi di prevenzione primaria e secondaria delle patologie cardiovascolari, inclusa la prevenzione dell’obesità adulta e infantile (2, 13). Per quanto concerne i meccanismi attraverso i quali l’esercizio determina la sua azione bene ca sul rischio cardiovascolare, considerando 100 tale e etto, è stato stimato che l’azione antin ammatoria e sulla funzione endoteliale contribuisce per quasi il 60% (32,6% direttamente; 27,1% tramite la riduzione della pressione arteriosa), l’azione sul metabo- lismo lipidico contribuisce per il 19,1%, la riduzione del peso corporeo per il 10,1%, in ne il decremento dell’emoglobina glicata e l’azione antidiabetica contribuiscono per l’8,9% (11).
2014
9788889548974
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2014 - Il Guadagno di Salute attraverso l'AF (GSMS-SItI).pdf

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