Questo libro fotografico illustra il viaggio, verso la base della Grande montagna "il K2", di un gruppo di abruzzesi coinvolti in un progetto nazionale “K2 Dalla Conquista Alla Conoscenza 1954-2004” ideato e realizzato, in occasione del 50° anniversario della prima salita (italiana). Un racconto, per immagini, che a partire da Islamabad, attraverso la Karakorum Highway (strada asfaltata internazionale più alta del mondo) passando per Gilgit, Skardu, Askole e poi per la valle del Baltoro attraverso Julha, Bardumal, Paju, Urdukas, Gore, fino al Circo Concordia e quindi alla “Grande Montagna” il Chogori o più comunemente K2, rende possibile la conoscenza, almeno fotografica, di uomini, città, ghiacciai e montagne cariche di storia e di storie da riferire. Ed è nell'avvicendarsi delle immagini, che il racconto diviene ardua narrazione fotografica, perché la storia del K2 è legata inscindibilmente ad un complesso intreccio, appunto, di uomini, città, ghiacciai e montagne che si sono trovate, nella mischia degli anni, a tessere la memoria di profili mitici fatti di carne ed ossa ma anche di roccia e ghiaccio. Aleister Crowley ed Oscar Eckenstein, Luigi Amedeo di Savoia “Duca degli Abruzzi”, Walter Bonatti, Lino Lacedelli e Achille Compagnoni, Ardito Desio, Kurt Diemberger ed Hermann Buhl, Reinhold Messner e poi Circo Concordia e ancora il Baltoro, il Godwin Austen, il Gasherbrum, il Broad Peak, il Chogolisa, Paiju Peaks, Biaho Tower, le Torri di Trango, le Cattedrali del Baltoro, il Masherbrum, Uli Biaho e la Torre Mustang sono solo alcuni dei nomi che, per sempre, echeggeranno tra i venti e tra le terre scure del Karakorum. Sono imponenti le valli che conducono al secondo pezzetto di terra più alto del pianeta ed aride, ora sabbiose ora moreniche ed il cammino è variabile, arduo negli accessi a mezza costa e più assestato quando ci si approssima al correre del fiume. Descritto in questo libro vi è quel paesaggio delle terre alte prevalentemente brullo e disabitato con ampie zone pietrose e grandi ammassi di sabbia, originata dai venti. La parte della valle di sopra alla morena del ghiacciaio del Baltoro segna un limite che porta all’appuntamento con i ghiacciai di alta quota, caratterizzati da ampi depositi morenici, crepacci e seracchi e dalle affascinanti “vele” del Baltoro. I sentieri rocciosi conducono a pietraie moreniche posate alla vista delle grandi montagne. Lungo il cammino si incontrano tamerici e cespugli di rosa canina che ravvivano e colorano la monotonia marrone di pietre, sabbie, rocce e del fiume.

K2 dalla conquista alla poesia.

VERRATTI, Vittore
2013-01-01

Abstract

Questo libro fotografico illustra il viaggio, verso la base della Grande montagna "il K2", di un gruppo di abruzzesi coinvolti in un progetto nazionale “K2 Dalla Conquista Alla Conoscenza 1954-2004” ideato e realizzato, in occasione del 50° anniversario della prima salita (italiana). Un racconto, per immagini, che a partire da Islamabad, attraverso la Karakorum Highway (strada asfaltata internazionale più alta del mondo) passando per Gilgit, Skardu, Askole e poi per la valle del Baltoro attraverso Julha, Bardumal, Paju, Urdukas, Gore, fino al Circo Concordia e quindi alla “Grande Montagna” il Chogori o più comunemente K2, rende possibile la conoscenza, almeno fotografica, di uomini, città, ghiacciai e montagne cariche di storia e di storie da riferire. Ed è nell'avvicendarsi delle immagini, che il racconto diviene ardua narrazione fotografica, perché la storia del K2 è legata inscindibilmente ad un complesso intreccio, appunto, di uomini, città, ghiacciai e montagne che si sono trovate, nella mischia degli anni, a tessere la memoria di profili mitici fatti di carne ed ossa ma anche di roccia e ghiaccio. Aleister Crowley ed Oscar Eckenstein, Luigi Amedeo di Savoia “Duca degli Abruzzi”, Walter Bonatti, Lino Lacedelli e Achille Compagnoni, Ardito Desio, Kurt Diemberger ed Hermann Buhl, Reinhold Messner e poi Circo Concordia e ancora il Baltoro, il Godwin Austen, il Gasherbrum, il Broad Peak, il Chogolisa, Paiju Peaks, Biaho Tower, le Torri di Trango, le Cattedrali del Baltoro, il Masherbrum, Uli Biaho e la Torre Mustang sono solo alcuni dei nomi che, per sempre, echeggeranno tra i venti e tra le terre scure del Karakorum. Sono imponenti le valli che conducono al secondo pezzetto di terra più alto del pianeta ed aride, ora sabbiose ora moreniche ed il cammino è variabile, arduo negli accessi a mezza costa e più assestato quando ci si approssima al correre del fiume. Descritto in questo libro vi è quel paesaggio delle terre alte prevalentemente brullo e disabitato con ampie zone pietrose e grandi ammassi di sabbia, originata dai venti. La parte della valle di sopra alla morena del ghiacciaio del Baltoro segna un limite che porta all’appuntamento con i ghiacciai di alta quota, caratterizzati da ampi depositi morenici, crepacci e seracchi e dalle affascinanti “vele” del Baltoro. I sentieri rocciosi conducono a pietraie moreniche posate alla vista delle grandi montagne. Lungo il cammino si incontrano tamerici e cespugli di rosa canina che ravvivano e colorano la monotonia marrone di pietre, sabbie, rocce e del fiume.
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11564/662176
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact