I tempi della storia, che continuamente si evolvono e si rinnovano attraverso avvenimenti grandi e altri solo apparentemente seconda¬ri, si distinguono per il susseguirsi di problematiche che danno pie¬namente il senso del lento innovarsi della società nella dichiarata volontà di realizzare più significativi cambiamenti per l'uomo e per la comunità. In questa ottica, ed è la ragione dello studio proposto alla lettura, l'analisi delle questioni legate in Italia alla soppressione e alla spar¬tizione del vasto patrimonio ecclesiastico si ricollega al fondamentale e difficile rapporto tra lo stato unitario e le istituzioni religiose ro¬mane. Il dibattito, infatti, sulla questione della proprietà ecclesiastica era profondamente legato alla ricerca e alla realizzazione di una effettiva separazione tra Chiesa e Stato pur regolata da un forte intervento statale in grado di definire le prerogative del neocostituito Regno d'Italia in rapporto a questo delicato ambito politico. In questa maniera si sarebbe realizzato lo sforzo di affermare uno Stato non confessionale e ridurre la Chiesa a una mera associazione religiosa. L'intervento dello Stato sui beni della Chiesa rispondeva a una esigenza generale di affermazione della potestà politica attraverso un complesso normativo che prevedeva la soppressione delle corpo¬razioni religiose con la sola eccezione di quelle attente alla predica¬zione, all'educazione e all'assistenza degli infermi. La vivace, e ancora evolutiva, letteratura su queste problemati¬che si propone di dare una risposta, o almeno offrire spunti di ulte¬riore dibattito, sugli effetti che le norme governative sul patrimonio ecclesiastico hanno alla fine determinato.
Società e proprietà nell'Italia unita : soppressione dei monasteri e liquidazione dell'asse ecclesiastico in Abruzzo / Carmelita Della Penna
DELLA PENNA, Carmelita
2016-01-01
Abstract
I tempi della storia, che continuamente si evolvono e si rinnovano attraverso avvenimenti grandi e altri solo apparentemente seconda¬ri, si distinguono per il susseguirsi di problematiche che danno pie¬namente il senso del lento innovarsi della società nella dichiarata volontà di realizzare più significativi cambiamenti per l'uomo e per la comunità. In questa ottica, ed è la ragione dello studio proposto alla lettura, l'analisi delle questioni legate in Italia alla soppressione e alla spar¬tizione del vasto patrimonio ecclesiastico si ricollega al fondamentale e difficile rapporto tra lo stato unitario e le istituzioni religiose ro¬mane. Il dibattito, infatti, sulla questione della proprietà ecclesiastica era profondamente legato alla ricerca e alla realizzazione di una effettiva separazione tra Chiesa e Stato pur regolata da un forte intervento statale in grado di definire le prerogative del neocostituito Regno d'Italia in rapporto a questo delicato ambito politico. In questa maniera si sarebbe realizzato lo sforzo di affermare uno Stato non confessionale e ridurre la Chiesa a una mera associazione religiosa. L'intervento dello Stato sui beni della Chiesa rispondeva a una esigenza generale di affermazione della potestà politica attraverso un complesso normativo che prevedeva la soppressione delle corpo¬razioni religiose con la sola eccezione di quelle attente alla predica¬zione, all'educazione e all'assistenza degli infermi. La vivace, e ancora evolutiva, letteratura su queste problemati¬che si propone di dare una risposta, o almeno offrire spunti di ulte¬riore dibattito, sugli effetti che le norme governative sul patrimonio ecclesiastico hanno alla fine determinato.File | Dimensione | Formato | |
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