La relazione alla base del presente saggio è stata tenuta nell'ambito della "Settimana della Lingua Italiana nel Mondo" (L’Avana 17-23 ottobre 2016), indetta sul tema "L'italiano e la creatività: marchi e costumi, moda e design" e delinea l'importanza detenuta dall'abito, ovvero dal costume di scena, nel passaggio dal palcoscenico ottocentesco alla nuova esperienza del cinema muto italiano del secolo successivo. Il costume da palcoscenico doveva supplire alla mancanza di sufficiente illuminazione, di specifici allestimenti e detenere l'onere di contestualizzare la pièce, in un teatro ancora per molti versi carente di mezzi tecnici, fino a dover essere in grado di esprimere più di quanto la lingua stessa riuscisse a fare, nei teatri stranieri, ove il pubblico non comprendeva l'italiano e cercava appiglio persino nelle vesti del Grand'attore che necessitavano di essere realizzate secondo criteri filologici e di esattezza storica. Con l'avvento del muto, il costume diventa invece veicolo di fascino, complemento di sensualità per i nuovi divi della "settima arte" e strumento massimo di espressione in ausilio alla "posa", l'alter ego della parola nell'immagine cinematografica. Il testo focalizza inoltre sugli abiti utilizzati in specifiche e significative produzioni del genere del diva-film, desunte dalle meglio note opere letterarie del XIX secolo.

La funzione dell’abito nel cinema italiano degli esordi. Il “caso” del Diva-Film.

PASQUINI, Luciana
2017-01-01

Abstract

La relazione alla base del presente saggio è stata tenuta nell'ambito della "Settimana della Lingua Italiana nel Mondo" (L’Avana 17-23 ottobre 2016), indetta sul tema "L'italiano e la creatività: marchi e costumi, moda e design" e delinea l'importanza detenuta dall'abito, ovvero dal costume di scena, nel passaggio dal palcoscenico ottocentesco alla nuova esperienza del cinema muto italiano del secolo successivo. Il costume da palcoscenico doveva supplire alla mancanza di sufficiente illuminazione, di specifici allestimenti e detenere l'onere di contestualizzare la pièce, in un teatro ancora per molti versi carente di mezzi tecnici, fino a dover essere in grado di esprimere più di quanto la lingua stessa riuscisse a fare, nei teatri stranieri, ove il pubblico non comprendeva l'italiano e cercava appiglio persino nelle vesti del Grand'attore che necessitavano di essere realizzate secondo criteri filologici e di esattezza storica. Con l'avvento del muto, il costume diventa invece veicolo di fascino, complemento di sensualità per i nuovi divi della "settima arte" e strumento massimo di espressione in ausilio alla "posa", l'alter ego della parola nell'immagine cinematografica. Il testo focalizza inoltre sugli abiti utilizzati in specifiche e significative produzioni del genere del diva-film, desunte dalle meglio note opere letterarie del XIX secolo.
2017
9788861825604
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