Sette antifonari domenicani del XIV secolo conservati nell’Archivio diocesano di Penne contengono circa 400 frammenti di codici medievali usati nel XVIII secolo per restaurare la serie liturgica. La maggioranza dei frammenti proviene da manoscritti di una biblioteca domenicana, quella del convento pennese fondato nel 1282. Un gruppo meno consistente si riferisce invece a codici anteriori allo stanziamento domenicano. In particolare, si segnalano 57 frammenti di una Bibbia che, grazie all’analisi paleografica, è possibile associare alla prima generazione di Bibbie atlantiche (aa. 1050-1070 ca.). Una fonte riguardante le vicende della chiesa pennese nel terzo quarto dell’XI secolo aiuta a individuare l’esatto contesto nel quale il codice biblico giunse presso il centro vestino: si tratta del momento in cui Stefano IX intervenne personalmente a Penne per rimuovere il vescovo Giovanni, non allineato alle posizioni della Riforma e lo sostituì con il benedettino Berardo. La seconda parte dell’articolo rende conto dell’opera di restauro, realizzata presso l’ICRCPAL, su uno dei sette antifonari, il ms. B; un lavoro che ha previsto il distacco – con conseguente campagna fotografica – e il ricollocamento di tutti i frammenti codicologici. Ricordando che dietro ogni frammento si deve immaginare un codice, poter restituire alla pubblica fruizione un materiale tanto rilevante significa rendere possibile la ricostruzione virtuale di una biblioteca medievale scomparsa e riportare alla luce un segmento di storia – finora sconosciuto ¬– di una diocesi dell’Italia centrale e dei suoi rapporti con le istituzioni universali nella seconda metà dell’XI secolo.
Una biblioteca nascosta. Frammenti di una bibbia atlantica e di altri codici nell'Archivio storico diocesano di Penne e Pescara
Carlo Tedeschi
2019-01-01
Abstract
Sette antifonari domenicani del XIV secolo conservati nell’Archivio diocesano di Penne contengono circa 400 frammenti di codici medievali usati nel XVIII secolo per restaurare la serie liturgica. La maggioranza dei frammenti proviene da manoscritti di una biblioteca domenicana, quella del convento pennese fondato nel 1282. Un gruppo meno consistente si riferisce invece a codici anteriori allo stanziamento domenicano. In particolare, si segnalano 57 frammenti di una Bibbia che, grazie all’analisi paleografica, è possibile associare alla prima generazione di Bibbie atlantiche (aa. 1050-1070 ca.). Una fonte riguardante le vicende della chiesa pennese nel terzo quarto dell’XI secolo aiuta a individuare l’esatto contesto nel quale il codice biblico giunse presso il centro vestino: si tratta del momento in cui Stefano IX intervenne personalmente a Penne per rimuovere il vescovo Giovanni, non allineato alle posizioni della Riforma e lo sostituì con il benedettino Berardo. La seconda parte dell’articolo rende conto dell’opera di restauro, realizzata presso l’ICRCPAL, su uno dei sette antifonari, il ms. B; un lavoro che ha previsto il distacco – con conseguente campagna fotografica – e il ricollocamento di tutti i frammenti codicologici. Ricordando che dietro ogni frammento si deve immaginare un codice, poter restituire alla pubblica fruizione un materiale tanto rilevante significa rendere possibile la ricostruzione virtuale di una biblioteca medievale scomparsa e riportare alla luce un segmento di storia – finora sconosciuto ¬– di una diocesi dell’Italia centrale e dei suoi rapporti con le istituzioni universali nella seconda metà dell’XI secolo.File | Dimensione | Formato | |
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