Nel Cinquecento la presenza di temi ovidiani accompagna l’opera di Giulio Romano, a partire dalle decorazioni della residenza Chigi alla Lungara e di Villa Madama. Trasferitosi a Mantova (1524), in palazzo Te Giulio cita il poeta sulmonese in vari ambienti e soprattutto nella „Camera di Ovidio” e nella Sala dei Giganti, ove dipinge l’episodio del I libro delle Metamorfosi. Nel Seicento l’artista che meglio vive il rapporto con Ovidio è Gian Lorenzo Bernini, il cui gruppo scultoreo Apollo e Dafne esprime in maniera unica il connubio tra metamorfosi e Barocco. Con Bernini la citazione ovidiana raggiunge il progetto di architettura. Nel colonnato di San Pietro Bernini sembra chiaramente interpretare l’architettura come metamorfosi urbana attraverso l’allusione alla Reggia del Sole descritta nelle Metamorfosi. Nella Francia del Roi Soleil, il pittore Charles Le Brun esegue poi un disegno per la cupola del castello di Vaux-le-Vicomte in cui, celebrando la figura di Luigi XIV, riproduce la stessa Reggia del Sole. Ulteriore rimando alla Reggia descritta da Ovidio risulta il lungo colonnato della facciata est del Louvre, residenza del Roi Soleil, realizzato da Le Vau, Le Brun e Claude Perrault. Quale ultima testimonianza della popolarità goduta da Ovidio nella cultura francese dell’epoca è un poema pubblicato a Parigi nel 1670, mentre il colonnato del Louvre sorgeva, in cui l’autore cita Luigi XIV quale equivalente di Apollo‑Sole, del cui palazzo Ovidio «doveva parlare».

Ovidio in Architettura tra Giulio Romano, Gian Lorenzo Bernini e Louis Le Vau / Ovidius în Arhitectura lui Giulio Romano, Gian Lorenzo Bernini şi Louis Le Vau

RAFFAELE GIANNANTONIO
2017-01-01

Abstract

Nel Cinquecento la presenza di temi ovidiani accompagna l’opera di Giulio Romano, a partire dalle decorazioni della residenza Chigi alla Lungara e di Villa Madama. Trasferitosi a Mantova (1524), in palazzo Te Giulio cita il poeta sulmonese in vari ambienti e soprattutto nella „Camera di Ovidio” e nella Sala dei Giganti, ove dipinge l’episodio del I libro delle Metamorfosi. Nel Seicento l’artista che meglio vive il rapporto con Ovidio è Gian Lorenzo Bernini, il cui gruppo scultoreo Apollo e Dafne esprime in maniera unica il connubio tra metamorfosi e Barocco. Con Bernini la citazione ovidiana raggiunge il progetto di architettura. Nel colonnato di San Pietro Bernini sembra chiaramente interpretare l’architettura come metamorfosi urbana attraverso l’allusione alla Reggia del Sole descritta nelle Metamorfosi. Nella Francia del Roi Soleil, il pittore Charles Le Brun esegue poi un disegno per la cupola del castello di Vaux-le-Vicomte in cui, celebrando la figura di Luigi XIV, riproduce la stessa Reggia del Sole. Ulteriore rimando alla Reggia descritta da Ovidio risulta il lungo colonnato della facciata est del Louvre, residenza del Roi Soleil, realizzato da Le Vau, Le Brun e Claude Perrault. Quale ultima testimonianza della popolarità goduta da Ovidio nella cultura francese dell’epoca è un poema pubblicato a Parigi nel 1670, mentre il colonnato del Louvre sorgeva, in cui l’autore cita Luigi XIV quale equivalente di Apollo‑Sole, del cui palazzo Ovidio «doveva parlare».
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Descrizione: Ovidio in Architettura tra Giulio Romano, Gian Lorenzo Bernini e Louis Le Vau / Ovidius în Arhitectura lui Giulio Romano, Gian Lorenzo Bernini şi Louis Le Vau
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